Terrificante 6-2 6-0 nella finale di Toronto, nonostante l’appassionato discorso di Darren Cahill a Sorana Cirstea. Per Serena è il 54esimo titolo, non certo il più difficile. 
Serena Williams ha dominato il torneo di Toronto. L'unica a metterla in lieve difficoltà è stata Agnieszka Radwanska in semifinale

Di Riccardo Bisti – 12 agosto 2013

 
Se il momento più bello di una finale arriva durante la premiazione, beh, non è un buon segno. Significa che non è stata una bella partita. Lo sa bene Serena Williams, che si è aggiudicata per la terza volta gli Open del Canada (sempre a Toronto, mai a Montreal) strapazzando Sorana Cirstea con il punteggio di 6-2 6-0. Dopo un minimo di battaglia nei primi game, gli argini si sono presto sgretolati e Serena ha dominato fino ad aggiudicarsi il 54esimo titolo in carriera. La Cirstea gioca bene, è potente ed è migliorata moltissimo, ma non ha nulla a che vedere con Serena. Anche per questo, nel suo discorso post-premiazione, sull’orlo delle lacrime, è riuscita a far commuovere persino l’americana. Di sicuro sarebbe stata meno comprensiva se il match avesse avuto un minimo di storia. Il momento più interessante? Il cambio di campo sul 6-2 3-0, quando è sceso in campo Darren Cahill, più amico che coach della Cirstea. Lui lavora per Adidas, per la TV, non ha nessuna voglia di viaggiare a tempo pieno. Ma quando è possibile si siede all’angolo di Sorana. Pur essendo uno dei top-contributors di ESPN, Cahill non si è preoccupato che il suo discorso potesse essere ascoltato in mondovisione. In 90 secondi, non ha formulato un solo consiglio tecnico. Ma ha pronunciato uno dei più appassionati discorsi per stimolare l’orgoglio personale e il rispetto di sè. Sorana aveva la testa china, sull’orlo delle lacrime. Lui l’ha implorata di continuare a giocare con orgoglio. Riconosceva che la missione era “quasi impossibile”, ma c’era quel “quasi” a dare speranza. Inoltre le ha ricordato gli ottimi match della settimana, culminata nel gran successo su Na Li in semifinale.
 
“Devi convincere tutto il pubblico a crederci” le ha detto, spingendola a dimostrare alla gente (soprattutto ai rumorosi immigrati rumeni) che il loro supporto non era sprecato. Parole stupende, ma che avranno effetto dalla prossima partita, visto che Serena si è aggiudicata con agio gli ultimi tre giochi. La Cirstea si è fatta sopraffare dall’emozione e ha versato più di una lacrima prima, durante e dopo la premiazione. In verità, nei primi punti, c’è stata la sensazione che potesse esserci più partita. In due precedenti, non aveva mai vinto più di due game contro Serena. Non ce l’ha fatta neanche stavolta. Tutto quello che ha funzionato fino a sabato si è inceppato contro la Williams. Il fatto che quasi nulla funzioni contro Serena è la ragione per cui l’americana si è aggiudicata 16 Slam ed è la dominatrice del circuito. Sin dal primo game, con un paio di doppi falli, si è capito che non ci sarebbe stato nulla da fare. L’unico raggio di sole è arrivato a metà primo set, quando è salita da 0-3 a 2-3. Se la Cirstea riesce a tenere una buona profondità di palla può fare buone cose. Ma La Williams non si è scomposta e ha continuato a giocare come sa, tirando vincenti o raccogliendo gli errori gratuiti dell’avversaria. La lunga serie negativa ha sbriciolato la spavalderia della rumena, fino a farla scoppiare in lacrime durante la premiazione. Ripartirà dal numero 21 che il computer WTA le assegnerà sin da oggi.
 
“Non credo che sia andata così male come dice il punteggio, almeno all’inizio – ha detto Sorana – ho avuto le mie chance in tutti i primi tre giochi. Sfortunatamente mi sono trovata sotto 0-3 troppo presto. Ho provato a rimontare, ma il gioco del 4-2 è stato molto importante. Poi ho avuto una palla facile per salire 3-4, ma l’ho sbagliata”. L’allusione è a un passante di rovescio a campo aperto, sparato clamorosamente in rete. “Ma diamo tutti i meriti a Serena: ci sarà una ragione se è la numero 1 al mondo”. A proposito di numeri: vincendo a Toronto, ha raggiunto Monica Seles al nono posto nella classifica delle più titolate di tutti i tempi. Non riuscirà a raggiungere Navratilova, Evert, Graf e Margaret Court, ma Evonne Goolagong, Billie Jean King, Lindsay Davenport e Virginia Wade sono decisamente alla sua portata. L’aggancio alla britannica e a "Giunone" potrebbe avvenire già a Cincinnati. Durante la premiazione, Serena ha avuto parole dolci per la sua avversaria. “Hai appena 23 anni, non essere triste! Questa settimana hai battuto grandi giocatrici e sei un’ottima tennista”. E poi, rivolgendosi al pubblico: “Sorana è una delle ragazze più simpatiche del tour e ha un gran futuro davanti a sè”: In effetti ha superato tre top-10 in un solo torneo. Ma per battere Serena Williams, questa Serena Williams, ci vuole ben altro. Qualcosa che probabilmente non ha nessuna giocatrice. A meno che non succedano miracoli come a Wimbledon. Sabine Lisicki si sta ancora domandando come ha fatto. 

WTA – LE PIU' TITOLATE DI SEMPRE
Martina Navratilova – 167
Chris Evert – 154
Steffi Graf – 107
Margaret Court – 92
Evonne Goolagong – 68
Billie Jean King – 67
Lindsay Davenport – 55
Virginia Wade – 55
Serena Williams – 54
Monica Seles – 54