Lo spagnolo schianta Raonic in una finale a senso unico e si prende il 25esimo titolo Masters 1000. Nel 2013 è ancora imbattuto sul cemento: il numero 1 ATP è un obiettivo sempre più concreto.
La finale di Montreal tra Rafael Nadal e Milos Raonic non ha avuto storia
Di Riccardo Bisti – 12 agosto 2013
Quando scende in campo Milos Raonic, sai già che il match sarà incentrato sul servizio. E se ti dicono che la finale di Montreal è stata decisa da questo fondamentale, penseresti a una sua vittoria su Rafael Nadal, con il Canada in delirio e foglie d’acero svolazzanti per tutto il paese, in un abbraccio collettivo tra anglofoni e francofoni. Poi leggi il risultato e ci resti male: Rafael Nadal ha conquistato il 25esimo Masters 1000 con un terrificante 6-2 6-2 in appena 68 minuti. Un Nadal perfetto ha disintegrato Raonic dalla prima all’ultima palla. Vien da dire: “Ok, ma il canadese era emozionato”. Non è esattamente così. Nadal lo ha devastato nei colpi di inizio gioco perchè sa che non bisogna mai accontentarsi. Forse Sergio Corbucci non pensava al tennis quando dirigeva “Chi si ferma è perduto”, ma dopo 53 anni la frase è più azzeccata che mai. Nadal sa che per vincere sul cemento non gli basta servire come sempre. Bisogna fare qualcosa in più. Al contrario, chi ha un servizio-bomba, deve essere in grado di rispondere dignitosamente. Nadal ha fatto il suo compito, Raonic no. Ha raccolto la miseria di sette punti in risposta. Contro Pospisil può bastare per arrivare a giocarsela al tie-break e sperare nel jolly. Contro Nadal la sconfitta è sicura, la brutta figura è probabile. A Raonic è accaduto proprio questo. Quando sono scivolate via le uniche chance a inizio secondo set, è sparito dal campo e ha giocato gli ultimi game a testa bassa, con lo spirito del perdente. Conta più quello delle dichiarazioni post-partita: “Sono partite come questa a farti venire voglia di lavorare ancora più duramente”.
Il match non ha avuto storia. Nadal ha trovato il break già al terzo game. Il game del 4-1 ha tramortito la gente di Montreal, intontita dal doppio montante. Eppure all’inizio erano carichi, esaltati dalla t-shirt patriottica di Raonic, color rosso fuoco e con foglia d’acero in bella evidenza. Milos è finito definitivamente al tappeto in avvio di secondo set, quando due doppi falli consecutivi hanno spedito Nadal sull’1-0 e servizio. La chance è arrivata sul 2-1, quando si è trovato 0-40 sul servizio dello spagnolo. La partita avrebbe potuto girare? Probabilmente no, ma chissà…e poi Rafa avrebbe potuto innervosirsi perchè aveva appena subito un warning per perdita di tempo. Come ha reagito? Ace sulla prima palla break, scambio duro con Raonic che ha seppellito un dritto in rete sulla seconda, gran passante di rovescio sulla terza. A quel punto era chiaro che Rafa avrebbe alzato le braccia al cielo. In realtà, non ce n’è stato bisogno. Rafa sapeva che un’esultanza eccessiva sarebbe stata di cattivo gusto. Allora ha accolto il successo con sobrietà, anche perchè il vero esame lo aveva superato in semifinale contro Djokovic. Se sabato sera aveva scalato l’Alpe d’Huez, la finale è stata una scampagnata collinare. Con questo servizio, che non era così incisivo dal 2010, Nadal può dire la sua anche sul cemento, magari a partire da Cincinnati, dove non ha mai avuto grande fortuna (più che le due semifinali, ricorda il sequestro di alcuni oggetti all’aeroporto…).
"Ho fatto tante cose nel modo giusto – ha detto – soprattutto ho risposto molto bene. In particolare ho rimandato di là tante prime palle nei momenti improtanti. Lui ha commesso più errori del solito e questo mi ha aiutato”. Le cifre di Nadal sono sempre più impressionanti. In tutto il 2013 ha vinto 48 partite su 51, perdendo soltanto con Zeballos, Djokovic e Darcis. Ha portato a casa otto titoli ed è sempre più candidato a chiudere l’anno al numero 1 ATP. Sull’argomento, Rafa ha le idee chiare: “Sento di avere un po’ di vantaggio, ma non abbastanza da dire che sono il favorito. Su questa superficie, Djokovic è molto forte. Restano tre Masters 1000, uno Slam e il Masters di fine anno. Si giocherà su superfici più adatte a lui. Si parla di 6.500 punti a disposizione. Per essere numero 1 non dovrò avere meno di 10.000 punti ATP. Adesso ne ho 8.000: conquistarne 2.000 nel resto della stagione non sarà facile, ma ci proverò”. Nel frattempo tornerà al numero 3 ATP, ma non cambierà granchè in ottica Us Open. La notizia più importante della settimana, oltre alle cifre che si ingrossano, riguarda le sue condizioni fisiche. Non ha indossato fasciature e ha potuto giocare senza alcuna limitazione. Se il fisico lo lascerà in pace potrà vincere ancora, e magari pensare a una versione aggiornata della sua autobiografia. Ci sono tante nuove cose da raccontare. Chi l’avrebbe mai detto, soltanto un anno fa?
MASTERS 1000 MONTREAL – FINALE
Rafael Nadal (SPA) b. Milos Raonic (CAN) 6-2 6-2
MASTERS 1000 – I PLURIVINCITORI
Rafael Nadal – 25
Roger Federer – 21
Andre Agassi – 17
Novak Djokovic – 13
Pete Sampras – 11
Thomas Muster – 8
Andy Murray – 8
Michael Chang – 7
Andy Roddick – 5
Boris Becker – 5
Jim Courier – 5
Gustavo Kuerten – 5
Marat Safin – 5
Marcelo Rios – 5
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