Lo Us Open avrebbe trovato il modo per coprire l’Arthur Ashe Stadium. I dettagli saranno svelati in una conferenza stampa ferragostana, cui parteciperà il proprietario della “Rossetti Architects”.
Tra qualche anno, nuovi fuochi d'artificio potrebbero colorare l'Arthur Ashe Stadium di New York
Di Riccardo Bisti – 15 agosto 2013
Anche lo Us Open avrà il suo tetto retrattile. Che qualcosa bollisse in pentola si era capito, e ve ne avevamo dato conto in un pezzo dal titolo eloquente: “Un tetto a tutti i costi”. La notizia è trapelata alla vigilia di Ferragosto e sarà ufficializzata in una conferenza stampa USTA, in cui saranno svelati i dettagli che per ora mancano: il costo dell’operazione e la durata dei lavori, inseriti nei progetti di ampliamento di Flushing Meadows annunciati lo scorso anno, con una spesa prevista di 500 milioni di dollari e la costruzione di un nuovo stadio Louis Armstrong (il secondo per importanza). La copertura dell’Arthur Ashe è difficoltosa per motivi tecnici. L’impianto è pesantissimo ed è costruito su una vecchia discarica, il che impedisce l’inserimento di pesi aggiuntivi. In altre parole, il tetto si può fare a patto che l’impianto non aumenti di peso: una vera e propria sfida ingegneristica, anche perchè il nuovo tetto sarà cinque volte più grande rispetto a quello del Centre Court di Wimbledon. La società incaricata per i lavori, e che avrebbe trovato la soluzione, si chiama Rossetti Architects. Il titolare Matt Rossetti sarà all’attesa conferenza stampa di giovedì. Negli ultimi 20 anni, la Rossetti Architects ha progettato alcuni dei più importanti impianti sportivi al mondo. Tra loro, ci sono molti stadi di calcio. L’unico impianto tennistico del loro curriculum è lo stadio di Indian Wells, il secondo più grande al mondo, ma privo di un tetto. Negli ultimi cinque anni, la finale dello Us Open si è giocata di lunedì a causa della pioggia, alimentando le richieste di una copertura.
Fino ad oggi (ma non più da domani), Flushing Meadows era l’unico impianto a non prevedere la costruzione di un tetto. In Australia ne hanno due e tra poco ne arriverà un terzo (la rinnovata Margaret Court Arena). A Wimbledon hanno inaugurato un capolavoro di ingegneria nel 2009 sul Centre Court, ma hanno già pianificato la copertura del Campo 1 entro il 2019. Anche Parigi avrà la sua copertura, non appena i politici approveranno i piani d’espansione della zona di Bois de Boulogne, che stanno incontrando più di un ostacolo. Una recente sentenza di un tribunale locale ha fermato il progetto, ma la FFT è convinta di poter andare avanti, anche se l’espansione tocca (in modo più o meno indolore) i parchi botanici di Porte d’Auteil. Ciò che accade nel resto del mondo ha messo fretta alla USTA, che si è attivata con forza per risolvere il problema, come vi abbiamo riportato il mese scorso. Allora non c’era alcuna approvazione della città e dello stato di New York, e non si sapeva con quali fondi sarebbe stato pagato l’eventuale progetto. Si tratta di dettagli che devono essere chiariti prima dell’inizio dei lavori.
Si può già ipotizzare una tempistica? Wimbledon ha annunciato la copertura nel 2004, hanno iniziato a lavorare nel 2007 e lo hanno inaugurato nel 2009. I funzionati del Roland Garros (politica a parte…) sperano di avere la copertura entra il 2018. Significa che la USTA potrebbe batterlo sul tempo, a patto che i passaggi burocratici si svolgano in fretta. Ovviamente, la costruzione di un tetto darà una mano più alle TV che al torneo, soprattutto se la pioggia dovesse arrivare nei primi giorni del torneo, quando si potrà giocare su un solo campo. Tuttavia, potrebbe essere fondamentale nella seconda settimana. “Per certi versi è una gran cosa – ha commentato Andy Murray – è buono per le TV e per gli spettatori. Ovviamente è così anche per chi giocherà su quel campo. Tuttavia io non vado pazzo per il cambiamento di condizioni tra indoor e outdoor e viceversa, ma nel complesso è una buona cosa”. Gli organizzatori faranno un bel favore a ESPN, prossimo host broadcaster del torneo per 11 anni quando terminerà (nel 2014) l’accordo con la CBS. Il nuovo partner, tra l’altro, prevede di mettere le telecamere su tutti i campi di gioco. “Avere la certezza del programma rende tutto più facile – ha detto Sean McManus, presidente di CBS Sports – ma noi abbiamo saputo lavorare anche con la pioggia. Nelle ultime negoziazioni abbiamo avuto la sensazione che sarebbe successo qualcosa per la pioggia, ma non ha avuto effetto sulle trattative. Alla fine, la pioggia ha sempre fatto parte del programma”. Serena Williams ha detto che i tennisti erano già stati informati e che probabilmente bisognerà aspettare qualche anno. La curiosità è spasmodica. Ancora qualche ora e sapremo tutto.
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