Il 23 agosto 1973 veniva stilata la prima classifica computerizzata. L'ATP si rivolse addirittura a un’azienda aerospaziale. Il primo numero 1 fu il rumeno Ilie Nastase.
Ilie Nastase è stato il primo numero 1 nella storia delle classifiche ATP
Di Riccardo Bisti – 24 agosto 2013
Ilie Nastase, Manuel Orantes, Stan Smith, Arthur Ashe, Rod Laver, Ken Rosewall, John Newcombe, Adriano Panatta, Tom Okker, Jimmy Connors. Dieci nomi che mettono i brividi. Non li abbiamo messi insieme a caso: sono i primi top-10 nella storia delle classifiche ATP. Era il 23 agosto 1973, esattamente 40 anni fa, quando il tennis visse una svolta epocale: le classifiche non erano più frutto della soggettività, ma erano stabilite dal cervellone di un computer. Mentre la WTA festeggia in pompa magna i suoi 40 anni, l’ATP non ha voluto essere da meno e ha organizzato una cena di gala per il quarantennale delle classifiche ATP, cui hanno preso parte molti ex numeri 1 (ce l'hanno fatta in 25: tra loro, soltanto 16 sono riusciti a chiudere in vetta una stagione). Oggi le classifiche sono super-precise, ma hanno una storia lunga e affascinante. C’è voluto poco, a partire dal quel 1973, affinchè acquistassero credibilità e diventassero parte integrante dell’Universo Tennis. La nascita delle classifiche computerizzate merita di essere raccontata. Fin dagli albori, e per i primi anni dell’Era Open (scattata nel 1968), i ranking erano calcolati su basi soggettive: federazioni nazionali, circuiti e persino alcuni giornalisti di fama compilavano i loro ranking. Tra loro, il più importante era Lance Tingay, giornalista del Daily Telegraph. Quando si fa riferimento ai ranking pre-1973, si passa necessariamente da lui. “Le federazioni nazionali stilavano le loro classifiche, il che serviva ai tornei per stabilire il miglior giocatore di ciscuna nazione” ricorda John Barrett, ex giocatore e membro del Board ATP. E così i tornei del Grande Slam davano alle varie federazioni la facoltà di scegliere quattro giocatori del proprio paese.
Ma non esistevano criteri oggettivi. La credibilità non era assoluta. Capitava che certi giocatori fossero invitati in base alla loro reputazione, come accaduto a Stan Smith nei primi anni 70. In altre parole, le classifiche erano “dopate” da uno “star system” che stabiliva gli inviti ai tornei. La presenza di alcuni giocatori avrebbe garantito la vendita di più biglietti: per questa ragione, certi nomi avevano la priorità rispetto ad altri. Era più o meno lo stesso concetto che oggi muove le esibizioni. Bob Kramer aggiunge: “Spesso i tabelloni erano composti da otto giocatori del paese ospitante, otto in base alla classifica internazionale e gli altri secondo inviti del tutto arbitrari”. Nell’agosto 1972, divenne chiaro che la neonata ATP avrebbe dovuto trovare un sistema di classifica. Il primo Direttore Esecutivo dell’Associazione Giocatori fu Jack Kramer, indimenticato campione degli anni 40 (“Non ho mai visto nessuno dominare il tennis come riuscito a Kramer” ricorda spesso Rino Tommasi) e poi grande sostenitore del professionismo, prima come giocatore e poi da organizzatore. Kramer voleva che i premi fossero stabiliti in base a un montepremi e non secondo le garanzie offerte ai giocatori. La classifica ATP era il primo passo per raggiungere l’obiettivo. “L’ATP voleva controllare in prima persona il sistema della classifica, senza lasciare il compito all’ITF o ad altre associazioni” dice Barrett.
Lavorando con Cliff Drysdale, Jack Kramer ha chiesto e trovato aiuto da un pugno di elementi che componevano il primo Board. Insieme, hanno ideato una graduatoria computerizzata che valutasse in modo imparziale i risultati dei giocatori. Sarebbe servito anche per stabilire le entry-list dei tornei, eliminando qualsiasi elemento di soggettività. “Non volevamo che il computer fosse usato per incentivare un giocatore a partecipare a un determinato torneo. Semplicemente, la classifica doveva rispecchiare le capacità dei giocatori. Inoltre si assegnavano più punti a un giocatore in base alla classifica dell’avversario battuto". A un anno dalla nascita dell’ATP, fu stilata la prima classifica. C’erano 186 giocatori, guidati da Ilie Nastase. Il primo ranking fu calcolato da un enorme computer messo a disposizione da TRW, grande azienda aerospaziale dell’epoca. Il ranking fu stilato in prima persona da Kramer nei primi due anni. Nel 1975, il suo posto fu preso da Dennis Spencer. L’ATP raggiunse un accordo con Simon Ramo, fisico e ingegnere di TRW. Appassionato di tennis, vicino di casa e amico di Kramer, prestò il computer al tennis insieme a Bob Kurle, uno dei suoi insegneri informatici, per realizzare le classifiche su scala mensile (e poi settimanale). Inizialmente, i tornei furono divisi in fasce (A, B, C ecc…), il che permetteva ai tornei di selezionare i giocatori in base alla classifica. Kurle immetteva i dati in un server di 2.020 metri quadrati, grande quanto un piano degli uffici ATP di Ponte Vedra. Le classifiche impiegavano tre giorni a uscire dal cervellone, su enormi fogli perforati. Capitava anche qualche errore, il che obbligava Kramer e Kurle a controllarle ed eventualmente rispedirle a TRW per lo opportune correzioni. Ma c’erano momenti in cui il computer non funzionava, e allora il povero Spencer era costretto a compilare le classifiche a mano. Un lavoro impressionante, di cui l’intera comunità del tennis gli deve essere grata perché gli “ATP Ranking”, come li chiamiamo oggi, sono nati proprio così.
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