John McEnroe è convinto che lo svizzero non sia più in grado di vincere uno Slam. Ma lo aveva detto anche cinque anni fa…Roger riuscirà a smentirlo anche stavolta?
Chissà come avrà reagito Roger Federer alle ultime dichiarazioni di John McEnroe: si sarà messo a ridere?
Di Gianluca Roveda – 24 agosto 2013
Fossimo in Roger Federer, saremmo contenti. John McEnroe ha dichiarato che difficilmente lo svizzero vincerà un altro torneo del Grande Slam. Ma l’ex campione americano è famoso per aver già clamorosamente ciccato un pronostico riguardante Federer. Nel 2008, anno della mini-crisi dello svizzero, disse che molto difficilmente avrebbe superato il record di 14 Slam di Pete Sampras. Sappiamo com’è andata: dopo le “sparate” di McEnroe, lo svizzero ha intascato altri quattro Slam ed è diventato il più titolato di sempre. Cinque anni dopo, Mac ci riprova. In una conference call tenuta prima dello Us Open, ha detto di ritenere “molto difficile” anche solo un altro successo Slam di Federer. Lo svizzero non era mai stato così in basso dal 2002, e nei quarti avrebbe un impegno durissimo contro Rafael Nadal. “A questo punto diventa sempre più difficile – ha detto McEnroe, che ha vinto questo torneo in quattro occasioni – in questo momento non lo vedo in grado di vincere sette partite, dovendo battere almeno tre top-players”. In realtà, Djokovic e Murray sono finiti nella parte alta: significa che potrebbe essere sufficiente batterne due. Ma il concetto non cambia. “Quando raggiungi quota 17 Slam, pensi di poterne vincere ancora. Ma arriva un momento in cui non ce la fai più, neanche se sei un grande come Federer”. Gli ultimi due mesi dello svizzero sono stati analizzati al microscopio. Dopo il disastro post-Wimbledon, con annesso il cambio di racchetta (pentito, almeno per ora), ha dato vivi segni di risveglio a Cincinnati. Secondo McEnroe, l’esperienza può essere un elemento a favore di Federer, ma la strada verso lo Slam numero 18 sarebbe troppo lunga.
“Esistono scenari in cui si può andare avanti in uno Slam anche in età avanzata. Agassi c’è riuscito a 35 anni, quindi non c’è ragione di pensare che Federer non possa imitarlo. Può succedere a Wimbledon, forse anche sul duro, ma in questo momento credo che per lui sia molto difficile vincere un altro Slam”. L’allusione è alla competitività degli avversari, a partire da Novak Djokovic, Andy Murray e Rafael Nadal. “Sono giocatori affamati. Poi ce ne sono altri che vogliono emergere. Federer ha 32 anni. Arriverà un momento in cui dovrà decidere fino a quanto vuole scendere in classifica. Dubito che gli piacerà scendere ancora, ma ha l’opportunità di zittire tutti se dovesse vincere lo Us Open”. Secondo l’ex numero 1, Federer ha perso qualcosa in termini di velocità e brillantezza. A suo dire, l’equilibrio e i movimenti non sono più paragonabili a quelli di Rudolf Nureyev. In effetti, fino a qualche anno fa, il gioco di gambe di Federer sembrava un po’ una danza. Oggi, anche a causa dei guai alla schiena, non è più così. “Mi pare che non abbia più molta fiducia nei suoi movimenti”. Chissà se Federer ricorda le dichiarazioni di cinque anni fa. In quel caso, ci sarebbe da essere ottimisti.
Le possibilità di Federer allo Us Open sono uno degli oggetti di discussione più accesi alla vigilia dello Slam americano. Se ne parla anche nello spogliatoio. Federer nutre ancora di un enorme rispetto da parte dei colleghi. Probabilmente non lo perderà mai, neanche se dovesse uscire dai primi 100 o dai primi 1000. Il nostro Lorenzo Giustino, il cui ranking è ancora insufficiente per giocare le qualificazioni di uno Slam, si è detto preoccupato: “Ho paura che smetta di giocare prima che io abbia la possibilità di affrontarlo”. Illya Marchenko, 25enne ucraino, ha detto: “Federer è un grande. E’ stato al numero 1 per più tempo di tutti. Per me è ancora il numero 1, anche se i numeri dicono altro”. Federer piace per il suo atteggiamento umile e amichevole, che non sfocia mai nella presunzione. Non ha mai umiliato un avversario, al massimo lo ha scoraggiato. Come quando ha infilato Brian Dabul e Thomas Schoorel con due spettacolati “tweener”. Jimmy Wang, simpatico giocatore taiwanese, lo ha affrontato al primo turno dello Us Open 2006: “Peccato: se lo avessi trovato oggi, lo avrei battuto facilmente” ha detto con un sorriso largo così. Nella sua carriera, lo svizzero ha perso contro 92 giocatori diversi. Il 10% delle sue sconfitte, tuttavia, è arrivato contro un solo avversario: Rafael Nadal. Al contrario, non ha mai perso contro Mihail Youzhny in 15 scontri diretti. “Ma io alleno anche Stakhovsky, quindi posso dire di averlo battuto almeno una volta” ha scherzato Boris Sobkin, allenatore di Youzhny. La magia di Federer colpisce chiunque lo abbia affrontato. Tutti si ricordano ogni dettaglio. “Non mi ero allenato per cinque giorni prima del nostro incontro perché ero stato punto da un ragno – dice Wang – ma non è una scusa. Il suo campo sembrava un tavolo da ping pong, il mio un campo di calcio”. In alcuni casi la memoria è selettiva, come nel caso di Ivo Karlovic. “L’ho battuto una volta e ricordo tutto. Meno bene le altre 10 partite”. L’impressione, un po’ malinconica, è che ne parlino tutto come un (quasi) ex giocatore. Adesso starà a lui smentirli e magari arrivare in buona forma alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. L’ultima scommessa, certamente la più difficile.
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