Niente tasse in Italia per l'ex tennista italiano Davide Sanguinetti, che ha vinto un contenzioso con il fisco riuscendo a dimostrare di essere realmente residente a Monte Carlo con la sua famiglia. La Cassazione gli ha dato ragione, confermando una sentenza della Commissione Tributaria della Liguria a favore dello sportivo. L'Agenzia delle Entrate aveva accertato e quindi chiesto al tennista il pagamento delle tasse del 2001 sui redditi da partecipazioni a tornei e sponsorizzazioni. Nel giudizio l'amministrazione ha puntato sul fatto che la sua attività si svolgesse sul piano internazionale e sui continui viaggi verso città italiane. Invece la sezione tributaria della Suprema Corte ha ritenuto che il contratto d'affitto del tennista, le utenze in uso nell'appartamento e i contratti bancari siano sufficienti a dimostrare che il Principato di Monaco fosse "La sede principale non solo degli affari ed interessi economici, ma soprattuto, delle relazioni personali". I Supremi giudici, nella sentenza 20285, hanno precisato che "Ai fini della determinazione del luogo della residenza normale, devono essere presi in considerazione sia i legami professionali e personali dell'interessato in un luogo determinato, sia la loro durata", e citando la leglislazione comunitaria la Cassazione, ha riconosciuto "La preminenza dei legami personali sui legami professionali". "Nell'ambito della valutazione dei legami personali e professionali dell'interessato – si legge – tutti gli elementi di fatto rilevanti devono essere presi in considerazione, vale a dire, in particolare, la presenza fisica di quest'ultimo nonchè quella dei suoi familiari, la disponibilità di un'abitazione, il luogo di esercizio delle attività professionali e quello in cui vi siano interessi patrimoniali".
. La Cassazione gli ha dato ragione, confermando una sentenza della Commissione Tributaria della Liguria a favore dello sportivo. L'Agenzia delle Entrate aveva accertato e quindi chiesto al tennista il pagamento delle tasse del 2001 sui redditi da partecipazioni a tornei e sponsorizzazioni. Nel giudizio l'amministrazione ha puntato sul fatto che la sua attività si svolgesse sul piano internazionale e sui continui viaggi verso città italiane. Invece la sezione tributaria della Suprema Corte ha ritenuto che il contratto d'affitto del tennista, le utenze in uso nell'appartamento e i contratti bancari siano sufficienti a dimostrare che il Principato di Monaco fosse "La sede principale non solo degli affari ed interessi economici, ma soprattuto, delle relazioni personali". I Supremi giudici, nella sentenza 20285, hanno precisato che "Ai fini della determinazione del luogo della residenza normale, devono essere presi in considerazione sia i legami professionali e personali dell'interessato in un luogo determinato, sia la loro durata", e citando la leglislazione comunitaria la Cassazione, ha riconosciuto "La preminenza dei legami personali sui legami professionali". "Nell'ambito della valutazione dei legami personali e professionali dell'interessato – si legge – tutti gli elementi di fatto rilevanti devono essere presi in considerazione, vale a dire, in particolare, la presenza fisica di quest'ultimo nonchè quella dei suoi familiari, la disponibilità di un'abitazione, il luogo di esercizio delle attività professionali e quello in cui vi siano interessi patrimoniali".