Clamorose rivelazioni di Thomas Drouet, ex sparring partner di Bernard Tomic, sul padre John. Emerge il quadro di un uomo violento e in grado di manipolare i pensieri del figlio. Sarà tutto vero?
Thoms Drouet nel primo giorno del processo contro John Tomic
Di Riccardo Bisti – 17 settembre 2013
Violenza fisica, intimidazioni e pressioni psicologiche. E’ così che Thomas Drouet ha descritto il suo periodo (sei mesi) come sparring partner di Bernard Tomic. Il “colpevole”, ovviamente, è papà John. La vicenda è terminata violentemente lo scorso maggio, quando Tomic Sr. lo ha colpito con una testata fuori da un hotel di Madrid. In una testimonianza rilasciata ad Australia’s News Limited Network, Drouet non si è limitato a raccontare i fatti di Madrid, ma tutti i dettagli di un’esperienza in cui avrebbe vissuto i tentativi di manipolazione messi in atto da John Tomic nei confronti del figlio. Drouet è poi tornato alla ribalta un paio di mesi dopo, quando si è trovato a lavorare con Marion Bartoli in occasione della vittoria a Wimbledon, e ha sottolineato come le due esperienze siano state diametralmente opposte. Vale la pena riportare alcuni dei passaggi più significativi del racconto.
1) L’INCIDENTE DI MADRID
I dettagli dell’episodio sono bene noti e hanno già portato alla prima sentenza: otto mesi di reclusione per John Tomic, con sospensione della pena perché incensurato. Ma non era chiaro come Bernard avesse gestito la situazione. Drouet sostiene che all’inizio fosse solidale, poi ha provato a convincerlo a ritirare le accuse.
“Bernard è venuto a trovarmi in ospedale in compagnia del fisioterapista Josko Silic, dicendomi che suo padre aveva esagerato. Disse che lo avrebbe caricato in un aereo il giorno dopo e che non lo avrebbe più voluto al suo fianco. Voleva che il suo team fosse composto soltanto da Josko e dal sottoscritto. Subito dopo sono andato alla polizia a sporgere denuncia e ci sono rimasto fino alle 2 di notte. Il giorno dopo, a colazione, ho riscontrato un cambio di atteggiamento di Bernard. Mi ha detto che se avessi denunciato il padre, lui si sarebbe schierato in sua difesa e avrebbero potuto pagare gli avvocati migliori, mentre io no. Probabilmente aveva ragione. Il giorno dopo siamo tutti in tribunale. Io ero solo, perso, senza avvocato. Avevo il naso rotto e un tutore al collo. Fuori dall’aula, l’avvocato di John ha provato a negoziare. Parlava di un indennizzo di 3.000 euro. Io mi rifiuto, allora John inizia a dire di aver agito per legittima difesa. Ho poi ricevuto un SMS da Bernard, in cui si scusava a diceva di essere triste per l’accaduto. Sono rimasto sorpreso da questo messaggio, poi ne è arrivato un altro, e poi un altro ancora. Nell’ultimo diceva che voleva incontrare me e la mia ragazza a Monte Carlo. Mentre scendo dall’aereo a Nizza e mi dirigo verso Monte Carlo, Josko mi chiama e mi dice: “Non andare. John sta manipolando Bernard. Non sono andato all’incontro, e da allora non ho più notizie di Bernard."
2) HA PRESO A PUGNI ANCHE BERNARD
Drouet sostiene di aver assistito a un episodio in cui John ha colpito Bernard durante una sessione di allenamento. Per questo episodio, ha fornito uno scambio di messaggi con Bernard, in cui il diretto interessato confermerebbe l’episodio, avvenuto a Monte Carlo pochi giorni prima del torneo di Madrid.
“John era furioso e poi…pow! Un pugno. Non potevo credere a quello che vedevo. Bernard non ha detto niente, ma aveva le lacrime agli occhi. John si è allontanato, ha appoggiato due racchette in un angolo contro il muro e poi le ha spaccate con i piedi. Dopodichè si rivolge nuovamente a Bernard, dicendogli che non avrebbe giocato tornei per tre settimane. A quel punto dice a me di cancellare tutte le prenotazioni aeree. Bernard ha assistito alla scena e ha spaccato anche la sua racchetta. Ho pensato: mio Dio, questa gente è pazza!"
3) UN RAPPORTO CHE SEMBRA INDISSOLUBILE
Secondo Drouet, Tomic è perfettamente consapevole del comportamento del padre. Ma non farà mai nulla, in un atto di totale lealtà verso il padre. Dopo aver inizialmente detto che con l’episodio di Madrid aveva esagerato, Tomic avrebbe detto a Drouet di non essere d’accordo con la decisione di bandire papà John da qualsiasi torneo.
“Bernard mi ha detto che non era d’accordo con la decisione dell’ATP, e che l’ATP stessa avrebbe dovuto proteggerlo. Gli chiedo se per caso si era dimenticato tutto quello che ha fatto suo padre. Gli ho ricordato che un mese e mezzo prima ero steso per terra, privo di sensi e pieno di sangue, a causa di suo padre. Si è scusato di nuovo per quello che il padre ha fatto, ma dice che è pur sempre il padre e che lo ama."
4) A BERNARD TOMIC PIACE FARE BALDORIA
Drouet ha anche raccontato il comportamento di Tomic dopo l’ottimo mese di gennaio, in cui si è aggiudicato il primo titolo ATP a Sydney e raggiunto il terzo turno all’Australian Open, perdendo solo contro Roger Federer. Si sarebbe dedicato a una vita dissoluta e avrebbe ripreso ad allenarsi totalmente demotivato e fuori forma.
"Quando io e Salva lo abbiamo visto, abbiamo detto: “Oddio, chi è questo?”. Bernard non voleva fare assolutamente nulla. Salva provava a convincerlo a fare degli sprint, e ho osservato come andavano. Bernard correva come se fosse una maratona, una corsetta lenta, al 50%. Sembrava uno zombie."
Mancavano cinque giorni ai tornei di Rotterdam e Marsiglia: fu l’inizio di un periodo di quattro mesi in cui Bernard non è stato capace di vincere due partite di fila nel circuito. Drouet si è reso conto in prima persona della tendenza di Tomic a buttare via le partite (il famoso “tanking”). Questo episodio lo ha spinto a parlare con franchezza al giocatore, dicendogli che doveva curare la sua carriera in modo più professionale. Tomic gli avrebbe promesso che si sarebbe allenato tutti i giorni ed effettivamente le cose sembravano migliorare.
“Dopo un’ora e mezza di chiacchierata, all’improvviso mi dice: “Ok Thomas, adesso andiamo a festeggiare insieme e ci facciamo una bella bevuta per cementare e celebrare queste parole, in modo da ripartire su una base sana e diversa”. Io gli ho detto di no, che saremmo semplicemente andati a letto. “Festeggeremo tra le braccia di Morfeo”. Mi ha guardato con aria interrogativa e mi ha chiesto chi fosse Morfeo. Pensava che fosse una ragazza del torneo."
5) CHI COMANDA?
Dal suo racconto, pare evidente che Drouet sia spesso finito in mezzo gli scontri tra Bernard e John.
"John mi ha chiesto di giocare un set con il figlio. Mi ha chiesto di giocare al massimo e di colpirlo il più possibile. Mi disse che se avessi vinto più di tre game in un set, Bernard sarebbe tornato a casa. Preso tra la paura per John e la compassione per Bernard, gioco al top per paura di ritorsioni e vinco il set. Bernard è furioso con me, spacca una racchetta e il padre gli ordina di andare a casa…si, proprio una bella atmosfera…"
6) I TOMIC SPACCANO UN MUCCHIO DI RACCHETTE
A livello ATP, Tomic è abbastanza tranquillo, almeno con la sua attrezzatura. L’unica volta che ha rotto la sua Yonex è stato a Wimbledon 2012, quando ha perso al primo turno da David Goffin. Rovinò l’erba tanto da obbligare l’All England Club a riprenderlo. Tuttavia, secondo Drouet, sia Bernard che il padre hanno l’abitudine a spaccare racchette durante gli allenamenti. Ma se il figlio lo fa a causa di rabbia e frustrazione, è capitato che il padre le spaccasse tutte volontariamente, col solo obiettivo di impedire al figlio di continuare ad allenarsi.
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