Brutta giornata per Fabio Fognini e Andreas Seppi. Il ligure si ritira a due punti dalla sconfitta contro Przysiezny, “sbagliando” il terzo torneo di fila. L’altoatesino si fa sorprendere da Mahut. 
Andreas Seppi non confermerà la finale ottenuta 12 mesi fa a Metz

Di Gianluca Roveda – 19 settembre 2013

 
Dodici mesi fa avevamo gioito. Fabio Fognini e Andreas Seppi erano giunti in finale a San Pietroburgo e Metz. Quest’anno non sarà così: quasi in contemporanea, i due sono usciti negli ottavi di finale. Ed hanno entrambi l’aggravante: per Seppi era il primo impegno, poiché aveva usufruito di un bye al primo turno, mentre Fognini non ha offerto uno spettacolo edificante a San Pietroburgo. Duole dirlo, ma da quando ha imbroccato tre super-tornei a luglio, Fabio si è un po’ fermato. Purtroppo, per il terzo torneo consecutivo, ha mostrato qualche lacuna sul piano della tenuta mentale. A Cincinnati, contro Radek Stepanek, aveva giocato un ultimo game indecoroso, tra penalty point, doppi falli e falli di piede…volontari. A New York ha giocato una brutta partita contro Rajeev Ram. Sul campo 17 di Flushing Meadows non è andato in escandescenza, ma era nervoso per l’umidità e il dover giocare di sera tardi. A San Pietroburgo si è ritirato a due punti dalla sconfitta contro Michal Przysiezny, sul punteggio di 6-3 5-3 per il polacco e 0-30 sul proprio servizio. Le certezze sono due: Fabio non era a postissimo fisicamente, tanto da aver chiesto l’ausilio del trainer, ma è anche vero che avrebbe potuto gestire meglio l’ultimo game. La TV russa non ha ancora piazzato le telecamere sul centrale di San Pietroburgo, ma una webcam indiscreta ci ha consentito di vedere l’accaduto. Nel penultimo game, Przysiezny ha chiuso con un ace esterno, ma Fognini l’ha vista fuori. Ha dunque iniziato a lamentarsi con il giudice di sedia. E’ andato sotto il seggiolone, è tornato verso la riga, si è addirittura seduto nel suo angolo. A quel punto ha preso un penalty point: non è dato sapere se per perdita di tempo o per aver detto qualcosa all’arbitro.
 
Sullo 0-15 è tornato a servire, ha commesso un doppio fallo ed ha alzato bandiera bianca. Difficile capire quanto influisse la componente fisica e quanto quella mentale. C’è un filo di preoccupazione: non tanto per la classifica (Fognini resterà comunque tra i top 20), ma perché sarebbe un peccato buttare via quanto faticosamente costruito in una stagione che ha avuto straordinari picchi d’eccellenza. Il Fognini che vogliamo vedere è quello che batte i top-10 a Monte Carlo oppure infila 14 vittorie di fila (Bundesliga compresa). Non certo quello che ha sciupato più di un’occasione per restare fisso nei top-15 e magari avvicinarsi ai primi 10. Il tennis ce l’ha e lo ha dimostrato in più di un’occasione. Dopo il successo a Stoccarda, Fabio ci disse che ogni tanto il vecchio Fognini tornava alla carica e bussava. “Ogni tanto riesce anche ad entrare”. Con il lavoro, il duro lavoro, era riuscito a tenerlo all’uscio. Adesso, purtroppo, certe fisime del passato sembrano essere tornate con più frequenza. A 26 anni, Fabio deve riuscire a eliminarle. Il meglio delle sua carriera deve ancora venire, a patto di trovare quella tranquillità che gli consentirebbe di esprimersi al top, senza pensare a chissà quali fantasmi. Il segreto, forse, è tutto lì: Fabio deve capire che gli spettri non ci sono.
 
Non ha di questi problemi Andreas Seppi, che però è incappato in una brutta sconfitta a Metz. In verità, perdere contro Nicolas Mahut ci sta. E’ una sconfitta accettabile sul piano tecnico, anche se forse ci si aspettava qualcosa di più dopo la finale dell’anno scorso e il buon torneo giocato a New York. Curiosamente, Seppi è partito piuttosto bene (avanti 3-1 nel primo set), ma si è fatto riprendere dal tennis garibaldino di Mahut, reduce dalla migliore stagione in carriera, in cui ha conquistato addirittura due titoli ATP (‘s-Hertogenbosch e Newport). Mahut è uno degli ultimi interpreti di un serve and volley classico, puro. I colpi di sbarramento di Seppi (risposta e passante) dovrebbero essere sufficienti per contenerlo, ma stavolta non è andata. Adesso i due top-players azzurri faranno la valigia e andranno in oriente (anche se Seppi ha già dato forfait per Kuala Lumpur), nella speranza di imbroccare almeno una settimana positiva. Con i tanti punti in palio, soprattutto tra Tokyo-Pechino e Shanghai, possono recuperare il terreno perduto in una settimana sfortunata. E un po’ maledetta.