Nona finale ATP e nona sconfitta per Julien Benneteau. A Kuala Lumpur è arrivato a un passo dal titolo, ma Joao Sousa ha trovato la riga sul matchpoint. A Bangkok si impone Milos Raonic.
Julien Benneteau è arrivato ad un punto dal suo primo titolo ATP. Ma non ce l'ha fatta neanche stavolta
Di Riccardo Bisti – 29 settembre 2013
E poi qualcuno dice che non bisogna credere al destino. Quando Julien Benneteau si è trovato avanti 6-2, 5-4 e 30-40 sul servizio di Joao Sousa, deve aver pensato che la maledizione delle finali ATP fosse finalmente terminata. Ha giocato un bello scambio, aggressivo, ma è stato infilato dal passante del portoghese. Un ragazzo di 25 anni, numero 77 ATP (ma da domani salirà parecchio), fino a un mese fa noto soltanto ai frequentatori dei tornei challenger. Poi ha messo il turbo: prima ha raggiunto il terzo turno allo Us Open (battendo anche Dimitrov), poi ha giocato la sua prima semifinale ATP a San Pietroburgo…e adesso eccolo qui, primo lusitano a vincere un torneo ATP. Joao è riuscito laddove avevano fallito Nuno Marques, Rui Machado e – soprattutto – Frederico Gil, che tre anni fa andò ad un passo dall’impresa a Oeiras. Sarebbe una bella storia, non fosse che in mezzo c’è il dramma (sportivo), per carità, di Julien Benneteau. Il francese è un tipo sportivo, gli hanno insegnato ad esserlo fin da giovane, mettendogli sotto braccio una copia de L’Equipe, ma non deve essere facile perdere la nona finale ATP in carriera. Non ne ha vinta neanche una. Per trovare una storia simile, bisogna travalicare i confini del tennis andare nello sci, dove Hubert Strolz raccolse ben 33 podi senza vincere neanche una gara di Coppa Del Mondo. Ma almeno Strolz vinse una combinata e, soprattutto, l'oro olimpico nella stessa specialità. Benneteau si deve accontentare di un bronzo in doppio. “Oggi le ho provate tutte – ha detto il transalpino – ho giocato molto bene, sono stato aggressivo e quasi perfetto nei primi due set. Praticamente non l’ho fatto giocare. Poi c’è stato il matchpoint…anche lì ho giocato perfettamente, ma lui ha tirato un passante di dritto sulla linea”.
A quel punto era chiaro che il match sarebbe andato a Sousa, che ha fatto della testardaggine una bandiera. “Ho semplicemente fatto del mio meglio – ha detto, parlando del matchpoint – avevo da giocare un colpo difficile. Il tennis è così, se non ci provi non ottieni nulla, allora ci ho provato ed è andata. Abbiamo entrambi giocato un ottimo match, anche Julien ha avuto molte chance di vittoria”. Ma alla fine il trofeo l’ha alzato lui, imponendosi con il punteggio di 2-6 7-5 6-4. Da buon latino, ha usato una frase tipica di Rafael Nadal, “dream come true” (un sogno che diventa realtà) per descrivere le emozioni del primo titolo ATP, totalmente insperato fino a un mese fa. “E spero che mi aiuti ad avere ancora più fiducia nei prossimi tornei”. Testardaggine, dicevamo. Sousa ha imparato a lottare sin da piccolo, a trovare nuove soluzioni. Da bambino si è spostato a Barcellona perchè sapeva che una delle capitali europee del tennis sarebbe stata la città ideale per svilupparsi. “Ho imparato a seguire i miei sogni”. In effetti, per lui, è stata una settimana da sogno: nei quarti ha superato David Ferrer (annullando due setpoint che avrebbero rovesciato la partita in suo sfavore), mentre in semifinale ha sconfitto Jurgen Melzer, forse più adatto di lui al tennis indoor, sicuramente più esperto. A Benneteau resta un enorme amaro in bocca, con questo “benedetto” titolo ATP che non arriva mai. “Ho avuto le mie chance, ma non le ho sfruttate. Ed è dura, molto dura. Ma è lo sport. Nel tennis bisogna vincere i punti chiave”. Ha saputo rialzarsi dopo otto batoste, ci riuscità anche dopo la nona?
LA FINALI ATP DI JULIEN BENNETEAU
Casablanca 2008 / – Gilles Simon 7-5 6-2
Lione 2008 / – Robin Soderling 6-3 6-7 6-1
Kitzbuhel 2009 / – Guillermo Garcia Lopez 3-6 7-6 6-3
Marsiglia 2010 / – Michael Llodra 6-3 6-4
Winston Salem 2011 / – John Isner 4-6 6-3 6-4
Sydney 2012 / – Jarkko Nieminen 6-2 7-5
Kuala Lumpur 2012 / – Juan Monaco 7-5 4-6 6-3
Rotterdam 2013 / – Juan Martin Del Potro 7-6 6-3
Kuala Lumpur 2013 / – Joao Sousa 2-6 7-5 6-4
LA THAILANDIA DI RAONIC
Il torneo di Bangkok è andato a Milos Raonic, che ha battuto Tomas Berdych con il punteggio di 7-6 6-3 in un match durato appena 77 minuti. Il canadese è stato impressionante al servizio, ancor più del solito: ha scagliato ben 18 ace e ha conquistato il 95% dei punti con la prima palla. “In realtà lui ha trovato più facilmente il ritmo – ha detto Raonic – ma dal tie break in poi ho iniziato ad essere più aggressivo” ha detto Raonic, che è ancora in lotta per conquistare un posto alle ATP World Tour Finals. “E’ un obiettivo, lo ammetto. Dopo la stagione sull’erba sembrava impossibile, poi ho messo insieme dei buoni risultati”. Per Raonic è il quinto titolo in carriera, il secondo nel 2013 dopo quello ottenuto a San Josè. Gli ultimi risultati gli hanno dato una grossa carica a livello mentale, tanto da convincerlo ad essere competitivo anche contro i migliori. E piano piano si sta avvicinando al loro livello. “Certo, il match è girato su due punti – ha detto un Berdych deluso ma non troppo – ma in entrambi Milos ha giocato meglio. Per questa ragione, ha meritato di vincere”.
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