E’ la cifra-record spesa annualmente da Roger Federer per l'incordatura. I giocatori sono sempre più sensibili all’argomento, ma c’è ancora chi si incorda le racchette da solo…
All'ultimo Us Open sono state incordate ben 4.311 racchette
Di Riccardo Bisti – 1 ottobre 2013
Il tennista, per natura, è un perfezionista. Quando si avvicina alla perfezione, cerca di raggiungerla con modifiche talmente piccole da sembrare impercettibili. Ma che possono essere decisive. I cambiamenti possono essere tecnici, fisici, mentali, ma anche di attrezzatura. La racchetta è lo strumento di lavoro del giocatore, l’estensione del suo braccio. Da lì può arrivare l'aiuto decisivo. Ce lo ha detto anche Thomas Fabbiano, che ha attribuito anche a una maggiore cura dei telai la sua splendida estate. Le racchette dei professionisti sono simili a quelle che troviamo nei negozi, ma sono oggetto di attente personalizzazioni (peso, dimensioni del piatto corde, bilanciamento…). La telenovela estiva sul cambio di racchetta di Roger Federer ha fatto uscire dalla nicchia l'argomento-racchette. Un altro elemento fondamentale sono le corde, un po’ sottovalutate ma assolutamente decisive. Pare che il rendimento di un attrezzo dipenda più dalle corde che dal telaio stesso. Il mercato è pieno di offerte, dal vecchio budello alle varie soluzioni sintetiche, fino ad arrivare agli ibridi molto in voga al giorno d’oggi. Non tutti i giocatori investono migliaia di dollari per l’attrezzatura: ci sono i tennisti d’elite, che possono spendere qualsiasi cifra e permettersi l’incordatore personale, poi ci sono i più austeri. Gente che sta attenta ai 10 euro di spesa. L’argentina Paula Ormaechea si incorda le racchette da sola con la sua macchina portatile (“Mi ha insegnato mio padre quando avevo 11 anni, perchè nella mia città non c’erano negozi specializzati”). James McGee, nel suo racconto-cult, ha rivelato di aver scelto una corda di basso livello per risparmiare. Risultato: si è fatto male alla spalla e si è pentito amaramente.
Solitamente, la classifica mondiale e quella delle spese vanno di pari passo. Più il giocatore è ricco, più investe sull’attrezzatura. Il numero 1 indiscusso, lo spendaccione per eccellenza, è Roger Federer. Lo svizzero spende fino a 150.000 dollari all’anno. Ogni torneo, dagli Slam ai futures, mette a disposizione un servizio di incordatura, ma Roger gira per il mondo con l’incordatore personale. Ha un accordo con la società “Priority 1”, la cui sede è a Tampa (Florida). E' stata fondata dal mitico Nate Ferguson, l’incordatore più famoso di sempre, l’uomo che customizzava i telai di Pete Sampras. La Priority 1 offre tre tipi di servizio (oro, argento e bronzo), e Federer è il miglior cliente da diversi anni. Non rivelano la tensione delle corde e il peso della racchetta dell’ex numero 1, ma tutti sanno che lo svizzero utilizza un’incordatura ibrida: monofilamento sintetico sulle orizzontali e budello naturale sulle verticali. Se il primo viene fabbricato in matasse da 200 metri, servono almeno due mucche e mezzo per una sola incordatura in budello. Le racchette di Federer non vengono incordate al club, ma direttamente in hotel. Di solito, lo fanno il giorno prima di un match o di un allenamento, la mattina stessa se l'incontro è programmato nella sessione serale. Ovviamente, le racchette sono conservate in borsoni termici, in modo da non perdere tensione ancor prima dell’utilizzo. Come detto, ci sono diversi tipi di corda: l’80% dei giocatori si affida al monofilamento, mentre gli altri scelgono il budello naturale, molto più costoso perchè richiede mesi di lavoro per la realizzazione (il grasso viene essiccato, viene bagnato le poliuretano e infine confezionato). Oggi è molto in voga la soluzione “ibrida”: oltre a Federer, la utilizzano anche Novak Djokovic, Andy Murray e le sorelle Williams. Da parte sua, Rafael Nadal utilizza un monofilamento Babolat dal calibro piuttosto importante (1,35 mm) perchè il suo esasperato topspin mette a dura prova la resistenza delle corde. Mentre diversi giocatori si fanno incordare le racchette in anticipo, il maiorchino preferisce averle subito prima o addirittura durante il match. In una partita di cinque set, se ne possono utilizzare anche 7-8, soprattutto da quando si è diffusa l’abitudine di cambiare telaio ad ogni cambio palle.
Durante i tornei del Grande Slam, Federer arriva a incordare 12 racchette al giorno, con diverse tensioni a seconda di condizioni climatiche, umidità e tipologia di avversario. In generale, più l’avversario tira forte e più la tensione è alta. Juan Monaco prova 3-4 tipi di tensione a inizio torneo, poi sceglie il setting giusto in base agli allenamenti. In attesa che firmi un nuovo contratto, Juan Martin Del Potro presta grande attenzione alle racchette perchè gli sono rimasti solo quattro telai della sua Wilson, ormai uscita di produzione. Diversi giocatori si pagano le corde, altri vengono forniti dagli sponsor. Una delle aziende che investe di più è Head, perchè tre dei suoi top-testimonial (Djokovic, Sharapova e Berdych) utilizzano corde Luxilon (nell’orbita Wilson), ma non possono inserire il logo sulle corde perchè sono vincolati al marchio austriaco. Ma Priority 1 di cosa si occupa? Solitamente, il giocatore paga una quota fissa annuale e in cambio riceve assistenza in tutti gli Slam e i Masters 1000. Il servizio incordatura costa: Allo Us Open siamo sui 30 dollari, al Roland Garros 25 euro, mentre in Australia siamo sui 35 dollari australiani. Prendiamo Juan Monaco: l’argentino utilizza 20-25 matasse l’anno, al costo di 230 dollari l’una. Sono 5.000 dollari, cui deve essere aggiunta la manodopera. I tennisti utilizzano diverse forme di pagamento: c’è chi salda in contanti o con la carta di credito, e chi si fa detrarre dal montepremi il costo del servizio. Molti di loro chiedono la ricevuta, perchè poi devono rendere conto delle spese ai loro sponsor privati. Più si scende di livello, più si tende a economizzare. Al di là del caso di Paula Ormaechea, raccontato addirittura dal New York Times, ci sono altri episodi curiosi. Pensate che Maximo Gonzalez, discreto giocatore argentino, allo Us Open ha superato Jerzy Janowicz con una racchetta incordata in prima persona, su una macchina incordatrice imprestata da Diego Junqueira. Le macchine incordatrici hanno costi ultra-variabili. Si passa da 300-400 euro per una macchinetta portatile fino ai 10.000 per gli attrezzi computerizzati. Il mondo delle incordature è particolare, così come i protagonisti. Qualche anno fa, Andre Agassi non trovava la tensione ideale ed è sceso in campo al primo turno di un Roland Garros con 24 racchette nella borsa! In linea di principio, le tensioni medie si sono abbassate perchè le corde di oggi sono molto più resistenti che in passato. La tensione media si aggira sui 22.5 kg: più è alta, meno la palla viaggerà, ma genererà un maggiore controllo. I tennisti sono sempre più consapevoli dell’importanza dell’attrezzatura e mandano a incordare sempre più racchette: all’ultimo Us Open, il team del torneo ha incordato ben 4.311 telai in tre settimane, qualificazioni comprese. Cifra record, destinata ad aumentare. Soprattutto se Federer, e i suoi 150.000 dollari annui di spesa, faranno scuola anche in questo settore.
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