Novak Djokovic è tra i primi firmatari di una lettera inviata dai giocatori all'ITF: l'obiettivo è cambiare le regole sull'iter dei controlli antidoping. "L'intero caso Troicki è stato molto ingiusto – ha detto il serbo – credo che sia innocente, lo conosco da quando aveva otto anni, siamo cresciuti insieme ed è uno dei miei migliori amici. Lo hanno accusato solo di non aver fornito un campione di sangue. Ripensando a quello che è successo, per me è chiaro che deve giocare. Sarebbe bello che gli annullassero la squalifica e possa esserci nella finale di Coppa Davis". Nella sentenza, l'ITF sostiene che il serbo abbia frainteso le intenzioni della dottoressa incaricata del controllo, la quale gli avrebbe suggerito di scrivere una lettera per spiegare le ragioni del mancato controllo. "Secondo lui era una soluzione al problema, invece era solo una parte del procedimento". Secondo Djokovic, la Gorodilova ha mentito perchè ha dichiarato di aver impiegato 20 minuti per arrivare presso gli uffici ATP. "Peccato che distino appena 20 metri. Non è una bella notizia per lo sport". La richiesta dei giocatori è quella di avere una tutela, una persona in più, possibilmente un elemento dell'ATP, durante il procedimento antidoping, onde evitare che si creino malintesi. . "L'intero caso Troicki è stato molto ingiusto – ha detto il serbo – credo che sia innocente, lo conosco da quando aveva otto anni, siamo cresciuti insieme ed è uno dei miei migliori amici. Lo hanno accusato solo di non aver fornito un campione di sangue. Ripensando a quello che è successo, per me è chiaro che deve giocare. Sarebbe bello che gli annullassero la squalifica e possa esserci nella finale di Coppa Davis". Nella sentenza, l'ITF sostiene che il serbo abbia frainteso le intenzioni della dottoressa incaricata del controllo, la quale gli avrebbe suggerito di scrivere una lettera per spiegare le ragioni del mancato controllo. "Secondo lui era una soluzione al problema, invece era solo una parte del procedimento". Secondo Djokovic, la Gorodilova ha mentito perchè ha dichiarato di aver impiegato 20 minuti per arrivare presso gli uffici ATP. "Peccato che distino appena 20 metri. Non è una bella notizia per lo sport". La richiesta dei giocatori è quella di avere una tutela, una persona in più, possibilmente un elemento dell'ATP, durante il procedimento antidoping, onde evitare che si creino malintesi.