L’argentino gioca una partita impressionante, stritola Nadal e vola in finale a Shanghai. Il suo dritto è il più potente del circuito, forse della storia. Tra lui e il titolo c’è Novak Djokovic.
Il dritto di Juan Martin Del Potro viaggia a quasi 180 km/h
Di Riccardo Bisti – 12 ottobre 2013
E' stato recentemente pubblicato uno studio statistico effettuato dal professor Marcelo Albamonte, esperto di matematica sportiva che collabora con la federtennis argentina. Usando particolari algoritmi, ha calcolato la potenza dei dritti di alcuni top-players, dando concretezza a una sensazione già diffusa: quello di Juan Martin Del Potro è il dritto più potente del circuito, forse della storia. I missili di Delpo viaggiano fino a 177,5 km/h, velocità mostruosa se effettuata da un colpo in movimento. Oltre alla velocità di punta, impressiona la distanza con gli altri: il secondo più veloce, Milos Raonic, tira a 147,3, trenta chilometri orari in meno! Ancora più distanti Nadal, Djokovic e Federer. Del Potro ha trasformato la teoria in pratica nella seconda semifinale del Masters 1000 di Shanghai, impressionando contro Rafa Nadal, battuto con il punteggio di 6-2 6-4. A leggere il punteggio, si potrebbe pensare a un Nadal sotto torno, stanco piuttosto che appagato da una stagione meravigliosa. Niente di tutto questo. Semplicemente, l’argentino ha sfoderato una prestazione incredibile, ricordando quello del 2009. Lui si è un po’ stufato di sentirsi chiedere se il Del Potro di oggi è comparabile a quello che vinse lo Us Open, ma tant’è. Non si può dimenticare l’unico Slam degli ultimi 9 anni vinto da un giocatore non compreso tra i Fab Four. Il problema di Del Potro è la continuità. Quando sembrava averla trovata, ed era pronto (parole sue) a lottare per il numero 1 ATP, si è fatto male al polso. E il rientro non è stato semplice.
Ma in questa trasferta asiatica, messi alle spalle (si spera per sempre) i problemi al polso che erano riapparsi allo Us Open, Del Potro ha ritrovato la sua migliore versione. Prendere Nadal a pallate in questo modo richiede un mix tra tennis e cervello che in pochi sanno mettere insieme. Delpo ha studiato la partita nel migliore dei modi. L’input di coach Franco Davin era chiaro: togliere il tempo a Nadal, accorciare il campo, non dargli tempo di organizzare la sua difesa. Con il dritto si può fare di pura potenza, con il rovescio è più complicato. Allora ha provato a giocare d’anticipo, mettendo i piedoni sulla riga, anche dentro il campo. Quando Nadal è in difficoltà, come si comporta? Cerca di tenere la palla in campo, poi aspetta di poter giocare il dritto in corsa, incrociato, per ricacciare lontano l’avversario. Del Potro lo sapeva e ha anticipato a più non posso i drittoni di Nadal, fulminandolo in più di un’occasione con il rovescio lungolinea. A quel punto, persino Nadal si trova indifeso. Per battere lo spagnolo, bisogna fare tre cose:
– Avere un piano tattico ben preciso
– Essere in grado di eseguirlo
– Avere la capacità di farlo per tutto il match
In pochissimi sono in grado. A Cincinnati, Federer c’è riuscito per due set, ma poi non ce l’ha più fatta. Del Potro ha giocato un bellissimo secondo set, in cui ha preso subito un break di vantaggio e lo ha tenuto con i denti, non con i regali di Nadal. Sull’1-2, ha cancellato una palla break con un terrificante dritto sulla riga che era stato erroneamente chiamato fuori, prima che occhio di falco ristabilisse la verità. Più in generale, ha giocato benissimo i punti importanti. O meglio, ha giocato sul 40-40 esattamente come sul 15-15. Facile a dirsi, un po’ meno a farsi. Non c’è dubbio che la superficie veloce gli abbia dato una mano, ma Nadal ha cercato di ribellarsi, ad essere più aggressivo, adottando il piano B già utilizzato nella finale di Flushing Meadows. Ma Del Potro gliel’ha impedito, mantenendo i buoi ben chiusi dentro la stalla. Lo spagnolo ha avuto più di un’occasione per girare il match, ma la furia agonistica si è trasformata in rassegnazione nell’ultimo game, quando ha sbagliato due risposte su altrettante seconde dell’argentino. Più colpe nell’unico break subito, dove due doppi falli e una clamorosa ingenuità hanno portato Del Potro sul 2-1 e servizio.
L’argentino ha espresso il miglior tennis del torneo: per portare a compimento due settimane perfette (che comunque gli hanno garantito la qualificazione al Masters ATP), dovrà battere Novak Djokovic. Nella prima semifinale, il serbo ha superato Jo Wilfried Tsonga con il punteggio di 6-2 7-5. Dopo le fatiche contro Monfils, ha gestito con più facilità il tennis del francese. L’unico momento di incertezza è arrivato nel cuore del secondo set, quando si è fatto riprendere da 4-2 a 4-4. Un dritto vincente al dodicesimo gioco, tuttavia, gli ha regalato la 19esima vittoria di fila nel territorio cinese. “So che a Jo piace giocare dall’angolo del rovescio, allora ho provato a tenerlo lontano dalla sua confort zone” ha detto Djokovic, autore di sei ace e di un buon rendimento al servizio. E’ la giusta finale: si affrontano i due dominatori dello swing asiatico, reduci dai successi a Tokyo e Pechino. I precedenti dicono 9-3 per il serbo, vincitore anche nell’ultimo, la splendida semifinale di Wimbledon. Dovessero essere entrambi al 100%, potrebbe essere un grande spettacolo.
MASTERS 1000 SHANGHAI – SEMIFINALI
Novak Djokovic (SRB) b. Jo Wilfried Tsonga (FRA) 6-2 7-5
Juan Martin Del Potro (ARG) b. Rafael Nadal (SPA) 6-2 6-4
Finale
Novak Djokovic (SRB) vs. Juan Martin Del Potro (ARG) Diretta Sky Sport 2, ore 10.30
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