FED CUP – Dopo la Vesnina, potrebbero saltare la finale anche Pavlyuchenkova, Kuznetsova e Kirilenko. La contemporaneità con il Masters B di Sofia rischia di essere fatale.
Il team russo vincitore della Fed Cup 2008. Allora c'erano problemi di abbondanza…
Di Riccardo Bisti – 15 ottobre 2013
La Russia perde i pezzi. Dopo Elena Vesnina, che ha candidamente annunciato la decisione di non venire a Cagliari per la finale di Fed Cup, anche le altre giocatrici russe di punta non sembrano affatto convinte di giocare contro l'Italia. Anche Anastasia Pavlyuchenkova è tra le possibili qualificate per il Tournament of Champions di Sofia. E il desiderio di andarci è forte, fortissimo. Intervistata dai media russi alla vigilia della Kremlin Cup di Mosca (dove ha passato il primo turno, battendo 6-0 6-3 Caroline Garcia), la russa non ha sciolto i dubbi. “Mi piacerebbe giocare a Sofia perchè lì si ottengono punti WTA, mentre in Fed Cup no. Attualmente sono in 30esima posizione e vorrei migliorare la classifica per avere una buona testa di serie all’Australian Open. Per questo, credo che andrò in Bulgaria. Sono sempre felice di giocare in nazionale: se non mi qualificherò per Sofia verrò in Italia”. Il quadro definitivo delle partecipanti al Masters B si stabilirà solo al termine del torneo di Lussemburgo, dopodichè mercoledì 23 ottobre sarà l’ultimo giorno utile per ufficializzare le convocazioni di Fed Cup. Quando le hanno chiesto se c’è una sola giocatrice decisa a venire a Cagliari, la Pavlyuchenkova ha dato una risposta evasiva. “Non ho parlato con tutte, ma credo che sia un mix di maledizione e sfortuna. Alcune di noi sono qualificate per Sofia, mentre la Makarova è infortunata al polso destro. Credo che ITF e WTA debbano mettersi d’accordo, perchè non è giusto obbligarci a una scelta così difficile”. La Pavlyuchenkova ha detto di aver già parlato con Shamil Tarpischev, presidente-capitano russo, esprimendo tutte le sue perplessità. “Nel 2011 ho rinunciato al Tournament of Champions per giocare la finale contro la Repubblica Ceca. Fu una scelta personale, nessuno provò a convincermi. Adesso vorrei fare qualcosa di diverso”.
In un panorama in cui le russe cadono come birilli, molte speranze sono riposte su Svetlana Kuznetsova, ex campionessa del Roland Garros. Dopo il successo su Lesia Tsurenko al primo turno di Mosca, si è espressa anche lei sull’argomento Fed Cup. “Immagino che sia il mio turno” ha detto. Aveva il sorriso sulle labbra, ma fa capire quanto la situazione stia mettendo in apprensione i russi. In fondo, con il maschile in crisi, il tennis femminile è rimasta la loro roccaforte. “Francamente non ho intenzione di andare – ha detto ‘Sveta’ – dopo il successo in semifinale, hanno chiesto ad Anastasia Myskina, allenatrice del team, se una squadra vincente non si cambia. E lei ha detto di si. In realtà, avevo già programmato alcune cose da fare nel mio periodo di off season. Adesso mi è arrivata una proposta, ma è difficile cambiare il proprio calendario”. I giornalisti russi l’hanno incalzata. “Ho già rifiutato. Cambiare idea? Non so, se ne può parlare. Ho un rapporto complicato con la Fed Cup. L’ho giocata per molti anni, mettendoci sempre il cuore. Penso che si sia visto. A volte diventa un po’ stancante e ci si vuole concentrare sull’attività individuale”. Per Tarpischev piove sul bagnato: l’unica che dovrebbe giocare è Maria Kirilenko, autrice di un’ottima stagione e pure lei qualificata per l’evento di Sofia. Hanno fatto la domanda anche a lei, e la risposta è stata un po’ strana: “Giochiamo il torneo di Mosca, poi penseremo a cosa accadrà tra un paio di settimane”.
La sensazione è che la Kirilenko possa esserci, mentre per le altre è più complicato. Inoltre, Ekaterina Makarova è infortuna al polso: è ferma dallo Us Open e spera di non operarsi, ma sul futuro immediato c'è una grosso punto interrogativo. Qualcuno ha anche sussurrato che Vesnina e Pavlyuchenkova potrebbero andare a Sofia, salvo poi virare a Cagliari in cso di sconfitta prematura. Sarebbe una follia, perchè in Bulgaria c’è la formula del round robin, con le giocatrici impegnate in almeno tre partite. Nella migliore delle ipotesi, l’ultimo match sarà il giovedì. Ma come si fa a rendere al 100% sulla terra all’aperto dopo aver giocato fino a 48 ore prima sul cemento al coperto? Nel caso dovesse presentarsi il peggiore scenario possibile, Shamil Tarpischev dovrà studiare qualche alternativa. Purtroppo per lui, sono lontani i tempi in cui la Russia poteva creare tre squadre ugualmente competitive. Non dovesse presentarsi neanche una delle migliori (ma secondo noi una, forse due, arriveranno), le altre papabili sono Nadia Petrova, Vera Dushevina, Olga Puchkova e la giovane Daria Gavrilova (classe 1994). L’unica di un certo livello è la Petrova, ma il 2013 non è certo stata la sua miglior stagione. E non ama giocare sulla terra. Il rischio che arrivi una squadra-bidone c’è tutto, ed è un peccato. Non tanto per l’Italia, che potrebbe aggiudicarsi con più facilità il suo quarto titolo, quanto per lo spettacolo. Nessuno, neanche il più fazioso dei partigiani, si augura di vedere un match-spazzatura come è stato Italia-Usa di quattro anni fa, quando passeggiammo sulle modeste Melanie Oudin e Alexa Glatch. Tuttavia, il rischio c’è. Probabilmente, i russi potrebbero risolvere il problema con un’adeguata offerta economica, ma sarà dura. Le tenniste giocano in Fed Cup praticamente gratis. Perchè dovrebbero farlo proprio nella settimana in cui avrebbero 35.000 dollari assicurati, moltiplicabili in caso di buoni risultati? Nessuna lo ha detto esplicitamente, soffermandosi sugli obiettivi di classifica, ma la ragione che spinge verso Sofia è un montepremi importante e ottenibile senza grandi sforzi. Siamo convinti di una cosa: se il Tournament of Champions mantenesse gli stessi punti in palio, ma senza montepremi, le russe sarebbero certamente andate in Fed Cup. Provate a domandarglielo.
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