L’azzurro è tra i quattro nominati per il “Most Improved Player”, premio ATP riservato al giocatore più migliorato del 2013. Gli avversari sono Wawrinka, Dodig e Carreno Busta.
Fabio Fognini impegnato all'ATP di Valencia. Negli ottavi sfiderà Granollers
Di Lorenzo Cazzaniga – 23 ottobre 2013
Sono trascorsi 40 anni da quando è nata l’ATP. Un paio di mesi fa ci sono state vive celebrazioni per il compleanno del ranking computerizzato. Insieme alle classifiche, tuttavia, nacquero anche gli Awards, ovvero i riconoscimenti per i migliori giocatori dell’anno, in varie categorie. Ultimamente sono state istituite nuove categorie, ma quelle storiche sono il “Newcomer of the Year” (il volto nuovo della stagione), il “Comeback Player of the Year” (chi è tornato al top dopo uno stop, magari per infortunio) e il “Most Improved Player”, che premia il giocatore più migliorato. In 40 anni, nessun tennista italiano è mai stato premiato. Il digiuno potrebbe terminare tra qualche giorno se Fabio Fognini dovesse battere la concorrenza di Stanislas Wawrinka, Ivan Dodig e Pablo Carreno Busta nel “Most Improved Player”. Già, perchè i giornalisti dell’ITWA (International Tennis Writers Association), chiamati ad individuare le nomination, hanno scelto questi quattro. Tolta un’evidente tara nazionalista, siamo convinti che Fognini abbia tutte le chance per aggiudicarsi il premio e regalare al tennis italiano un’altra bella soddisfazione. Quella contro Martin Klizan a Valencia è stata la vittoria numero 41 in stagione, stesso numero raggiunto da Adriano Panatta nel 1973 e nel 1976. Dovesse battere Marcel Granollers negli ottavi, gli passerebbe davanti. Secondo noi, Fognini è il giocatore più migliorato del 2013. Partito al numero 45 ATP, ha compiuto un salto di qualità eccezionale. Sui libri di storia finiranno le due vittorie consecutive a Stoccarda e Amburgo, accompagnate dalla finale a Umago, nonchè la semifinale al Masters 1000 di Monte Carlo (è soltanto la quarta volta che un italiano arriva così lontano in un torneo di questa categoria), ma nei cuori degli appassionati restano le due grandi partite giocate contro Rafa Nadal al Roland Garros e a Pechino, nonchè il set strappato a Djokovic a Indian Wells. Fognini è entrato in una nuova dimensione. E’ un giocatore diverso, consapevole dei propri mezzi. Da anni, tanti addetti ai lavori gli pronosticavano un gran futuro. Secondo papà Fulvio, ascoltato da TennisBest dopo il successo ad Amburgo, Fabio era il primo a non crederci più di tanto.
Adesso, pur non essendosi tolto tutte le scorie del passato, Fognini si è reso conto della qualità del suo tennis. Ciò che rende ottimisti per il futuro sono i margini di miglioramento, ancora enormi. Per aggiudicarsi l’Award dell’ATP, tuttavia, dobbiamo rifarci al 2013. E allora, dei tre avversari, il più complicato sembra essere Stanislas Wawrinka. Lo svizzero è in piena corsa per un posto alle ATP World Tour Finals (anche se ha raccolto una brutta sconfitta al primo turno di Basilea). Tuttavia, Wawrinka è già un big da tempo. Basti pensare che nel 2008 era già stato numero 9 ATP. Quest’anno ha trovato continuità e un picco d’eccellenza allo Us Open, dove per poco non arrivava in finale. Ma lo svizzero aveva già mostrato di poter giocare a certi livelli. Semplicemente, gli mancava la continuità. In altre parole, ha messo insieme i pezzi di un puzzle che era già dentro la scatola. Al contrario, Fognini ha costruito un disegno tutto nuovo. Ed è questo tipo di miglioramenti che dovrebbe premiare il “Most Improved Player”. Tra l’altro, la votazione sarà effettuata dai giocatori stessi. Sarà dunque interessante vedere se i colleghi sono rimasti più impressionati dall’eccellenza di Wawrinka o dal nuovo Fognini. Gli altri due candidati, francamente, ci sembrano decisamente indietro. Ivan Dodig ha guadagnato 45 posizioni (da 74 a 29), ma non ha raccolto un solo exploit. Vanta tre semifinali ATP e gli ottavi a Wimbledon. E anche per lui, sia pure ad altri livelli, vale lo stesso discorso di Wawrinka: aveva già dimostrato di poter stare intorno al numero 30 ATP. Pablo Carreno Busta ha giocato benissimo, aggiudicandosi ben 11 tornei (sette futures e quattro challenger). Questi risultati gli hanno consentito di scalare quasi 600 posizioni, ma chi conosce il tennis sa che passare da 45 a 16 è molto complicato, mentre chi arriva da dietro ha più opzioni (leggasi: i piccoli tornei) per scalare tante posizioni. E lo spagnolo, in tutto l’anno, ha battuto appena sette top-100 e due top-50. Da parte sua, Fognini vanta sedici successi contro giocatori compresi tra i top-50, con la perla delle vittorie monegasche su Berdych e Gasquet.
I giornalisti dell’ITWA avrebbero potuto nominare qualcun altro? Forse si. Non c’è dubbio che Benoit Paire e Milos Raonic avrebbero meritato almeno una nomination. Il francese si è portato a ridosso dei primi 20, ma è giusto tenerlo alle spalle di Fognini perchè, semplicemente, ha vinto meno. Ok, può giocare benissimo se tiene la testa a posto, ma a parte la bella semifinale al Foro Italico non ha centrato chissà quale exploit. Certo, potrebbe combinare qualcosa di buono nelle ultime settimane, magari a Bercy. Nel complesso, tuttavia, Fognini gli è stato superiore. Sorprende l’assenza di Milos Raonic. Intendiamoci: il canadese ha guadagnato appena due posizioni (da 13 a 11), però i miglioramenti ci sono stati. Hanno rispecchiato quello che dovrebbe essere lo spirito del Most Improved Player. Non è stata una stagione facile, perchè c’è stata la dura decisione di abbandonare lo storico coach Galo Blanco, ma è parte di un percorso che dovrebbe condurlo all’eccellenza. Risultati? Due titoli ATP e la prima finale Masters 1000, sul cemento amico di Montreal. E’ anche entrato tra i top-10, sia pure per una sola settimana. Ma ci tornerà presto, con coach Ivan Ljubicic convinto di portarlo tra i primi 5. Insomma, Raonic è migliorato al di là dei numeri. Ma Fognini è cresciuto ancora di più, grazie all’aiuto di un grande coach come Josè Perlas. In un mare di nomi, colori e bandiere, il pirata di Arma di Taggia può essere la chiave per portare l’Italia laddove non era mai entrata.
MOST IMPROVED PLAYER ATP – ALBO D'ORO
1973 – Vijay Amritraj (India)
1974 – Guillermo Vilas (Argentina)
1975 – Vitas Gerulaitis (Stati Uniti)
1976 – Wojtek Fibak (Polonia)
1977 – Brian Gottfried (Stati Uniti)
1978 – John McEnroe (Stati Uniti)
1979 – Victor Pecci (Paraguay)
1980 – non assegnato
1981 – Ivan Lendl (Cecoslovacchia)
1982 – Peter McNamara (Australia)
1983 – Jimmy Arias (Stati Uniti)
1984 – non assegnato
1985 – Boris Becker (Germania Ovest)
1986 – Mikael Pernfors (Svezia)
1987 – Peter Lundgren (Svezia)
1988 – Andre Agassi (Stati Uniti)
1989 – Michael Chang (Stati Uniti)
1990 – Pete Sampras (Stati Uniti)
1991 – Jim Courier (Stati Uniti)
1992 – Henrik Holm (Svezia)
1993 – Todd Martin (Stati Uniti)
1994 – Yevgeny Kafelnikov (Russia)
1995 – Thomas Enqvist (Svezia)
1996 – Tim Henman (Gran Bretagna)
1997 – Patrick Rafter (Australia)
1998 – Andre Agassi (Stati Uniti)
1999 – Nicolas Lapentti (Ecuador)
2000 – Marat Safin (Russia)
2001 – Goran Ivanisevic (Croazia)
2002 – Paradorn Srichaphan (Thailandia)
2003 – Rainer Schuettler (Germania)
2004 – Joachim Johansson (Svezia)
2005 – Rafael Nadal (Spagna)
2006 – Novak Djokovic (Serbia)
2007 – Novak Djokovic (Serbia)
2008 – Jo Wilfried Tsonga (Francia)
2009 – John Isner (Stati Uniti)
2010 – Andrey Golubev (Kazakistan)
2011 – Alex Bogomolov (Stati Uniti)
2012 – Marinko Matosevic (Australia)
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