Cinque anni fa, un destino infame portava via Federico Luzzi ad appena 28 anni. E’ difficile ricordarlo senza essere banali. Ma non c’è nulla di banale nelle scelte e nel coraggio di mamma Paola.
Paola Cesaroni racconta la sua storia alla trasmissione "Nel cuore dei giorni"
Di Riccardo Bisti – 25 ottobre 2013
E’ impossibile parlare di Federico Luzzi senza risultare banali. Da quel tragico 25 ottobre 2008, la sua vita è stata raccontata con aneddoti, dettagli, episodi. Ricordi che dopo la tragedia hanno assunto un valore inestimabile. Chiunque lo abbia conosciuto, o anche solo visto giocare, avrà condito di dolcezza i propri pensieri. Sono passati 5 anni da quel giorno in cui ha cessato di vivere, ucciso da una leucemia fulminante che lo ha stroncato in pochi giorni. Sei giorni prima, in un atto di estrema generosità, decise di provare a giocare in Serie A1, ma fu costretto al ritiro dopo appena un punto. Nessuno immaginava la tragedia che si sarebbe consumata. Furono giorni pieni di emozione e pensieri delicati. Si è detto e scritto che la morte in gioventù impedisca di invecchiare. Per la signora Paola Cesaroni, madre di Federico, non è stata una consolazione. E' impossibile essere originali parlando di Federico Luzzi, dicevamo. Citare aneddoti ed episodi, oltre ad essere noioso per il lettore, servirebbe a sminuire i ricordi che ognuno conserva dentro di sè. A 5 anni dalla sua morte, ci piace ricordarlo focalizzandoci su un paio di aspetti. Il primo riguarda Federico: non era perfetto, e non era nemmeno un santo. Ma in un’epoca robotizzata, era un personaggio vero. Verissimo. Oggi è pieno di giocatori, tecnici e dirigenti che dicono una cosa e ne pensano un’altra. Federico era uguale a se stesso, in qualsiasi momento. Durante l’intervista o davanti a un piatto di pasta, con l’amico Potito Starace o con il giornalista appena conosciuto. Coppa Davis, centrale dell’Australian Open o campo sperduto di uno torneo challenger, il suo atteggiamento era sempre lo stesso. Per questo, in tanti lo hanno amato. Più gli appassionati che i giornalisti, a dire il vero. Il primo sabato degli Internazionali d’Italia era il suo giorno. Il campo si riempiva inesorabilmente, perché la gente apprezzava la sua passione. Si immedesimava in lui. Da allora, quel giorno non è più stato lo stesso. Questa non è retorica, credeteci.
E poi c’è lei, la mamma. Paola Cesaroni ha vissuto il dolore più atroce che un genitore possa avere: sopravvivere al proprio figlio. Non ci ha pensato su un attimo: la morte di Federico non avrebbe dovuto essere vana, ma poteva dare speranza a qualcun altro. E allora è nata la Fed Lux, associazione benefica che raccoglie fondi (con l’aiuto di tanti sportivi, non solo tennisti) per aiutare la ricerca contro le leucemie. In particolare, i fondi raccolti sono andati all’AIL, l’associazione italiana per la ricerca sulle leucemie. Non sono stati anni facili per la signora Cesaroni. All’inizio, sull’onda emotiva della tragedia, in tanti le hanno dato un supporto. Ma poi il mondo va avanti, e non è semplice mantenere viva la memoria. I ricordi sfumano, “the show must go on” e il dolore resta solo alle persone più care. E’ capitato che avesse qualche attimo di sconforto, forse qualcuno l’ha delusa, ma la missione di Fede Lux non è mai venuta meno. E allora l’abbiamo vista in giro per tutta Italia, dove è stata accolta dai vari tornei dello stivale, con la sua presenza discreta e colorata. Colorata come lo stand di Fede Lux, ormai un “arredo” di tanti tornei. E’ riuscita nel suo obiettivo: a distanza di cinque anni, il ricordo di Federico è più vivo che mai. E nessuno si è dimenticato la causa della sua morte. Nulla potrà restituire alla signora Paola quello che il destino le ha tolto, ma può essere fiera di sé. Anche per questo, ha trovato la forza di preparare un libro di 32 pagine con le fasi salienti della vita e della carriera del figlio. Un modo dolce e e delicato per rafforzare la sua memoria e portare avanti una missione che richiede molte energie e non è semplice da portare avanti. Ma la dignità e il coraggio con cui sta andando avanti, anche oggi che non c’è alcuno strascico emotivo, merita l’abbraccio di tutti gli appassionati. Chiunque fosse interessato al libro, può contattarla all’indirizzo paola@fedelux.it e potrà averlo in cambio di un’offerta di 10 euro che finanzierà il Servizio Medico Domicialiare della sezione aretina di AIL. E avrà fatto un gesto molto importante.
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