WTA CHAMPIONSHIPS – Ennesimo trionfo di Serena Williams. Il suo è il miglior rapporto vittorie-sconfitte dai tempi di Martina Navratilova del 1983.
Serena Williams in ginocchio dopo il trionfo a Istanbul. Per lei è l'11esimo titolo stagionale
Di Riccardo Bisti – 28 ottobre 2013
Non è semplice raccontare i successi di Serena Williams. Troppe vittorie sono uguali a se stesse. E il dominio inizia ad essere monotono. Il suo 2013 ricorda un po’ il triennio 2005-2007 di Roger Federer, quando lo svizzero sembrava irraggiungibile e collezionava un trofeo dopo l’altro. Ai tempi, tuttavia, ci si poteva stropicciare gli occhi con il suo tennis cristallino, perfetto. Una soave melodia applicata al tennis. Nel caso di Serena, ci si può solo inchinare alla potenza e all’incredibile forza mentale. Serena (e anche la sorella Venus, quando stava bene) ha una qualità straordinaria: si dimentica sempre cosa è successo nel punto precedente. Concentrazione? Massima. Scorie psicologiche? Zero. Ha avuto bisogno di questa qualità nella finale dei 43esimi WTA Championships, una delle peggiori edizioni della storia. Non c’è stato un solo match davvero degno di nota a parte, forse, la melodrammatica semifinale contro Jelena Jankovic. In finale, ha superato Na Li in rimonta, imponendosi col punteggio di 2-6 6-3 6-0. “Quando mi sono svegliata stavo bene, ma poi quando mi sono allenata ho pensato ‘Oh, no!’ – ha detto la Williams – ero un po’ preoccupata, ma poi ho soltanto pensato ad andare avanti”. Non è stato facile, soprattutto all’inizio. La Li è scattata meglio dai blocchi, brekkando al terzo e al quinto gioco. Un primo set severo, impeccabile. Senza palle break concesse. Quando la cinese ha avuto due opportunità in avvio di secondo, il match avrebbe potuto chiudersi. Ma Serena ha fatto ricorso alla sua qualità maggiore: il carisma. Ha annullato una delle palle break con un rabbioso rovescio vincente, scaricando un violento “Come On!”. Quando fa così, vince sempre. Significa che tiene alla vittoria e nessuno gliela può togliere. Nel 2013, l’unica volta che ha perso dopo aver ruggito è stata la finale di Cincinnati contro Vika Azarenka. Un episodio tutto sommato trascurabile, soprattutto se hai vinto 78 partite su 82, raccogliendo una percentuale vittorie-sconfitte del 95,1%. (la migliore dal 1983 di Martina Navratilova, 86 vittorie e 1 sconfitta).
Fioccano i paragoni con il passato. Quello di Istanbul è il quarto Masters per Serena (già vincitrice nel 2003, 2009 e 2012). Soltanto Martina Navratilova e Steffi Graf ne hanno vinti di più, mentre ha agganciato i quattro successi di Chris Evert. Interessante dichiarazione post match: “La stagione avrebbe potuto essere migliore perchè avrei potuto vincere almeno uno Slam in più. Io vivo per vincere gli Slam. Ovviamente sono strafelice di aver vinto i WTA Championships. Non saprei dire se è stata la mia miglior stagione di sempre. Non posso dire che sia stata la migliore. Ma non posso neanche dire il contrario. Davvero, non so”. Non ci sarebbero stati dubbi se non si fosse inceppata a Melbourne e Londra, battuta rispettivamente da Sloane Stephens e Sabine Lisicki. Ma le restano gli 11 titoli: nessuna ha fatto come lei nel 21esimo secolo. Per trovare una stagione così vincente, bisogna scorrere fino al 1997 di Martina Hingis. Arrivano ottime notizie anche dal conto corrente bancario: grazie al successo di Istanbul, ha superato il muro dei 12 milioni di dollari in una sola stagione. Nessuna donna è mai arrivata così in alto, mentre tra gli uomini soltanto le ultime due stagioni di Novak Djokovic sono state più redditizie. Come detto, la finale è durata un set e mezzo. A un certo punto, la Li ha finito la benzina. “A metà del secondo set mi sono sentita senza energie. E’ un torneo durissimo, perchè ho giocato cinque giorni di fila e sempre contro le migliori”. Per farcela, avrebbe dovuto conquistare quel break in apertura di secondo. “Col senno di poi, è stato un game importantissimo – ha detto Serena – fino a quel punto, Na era stata un rullo compressore. Ma ero fortemente determinata a vincere quel game”.
La cinese ha retto fino al 3-3, poi non stava più in piedi. Ha provato a restare in scia in avvio di terzo, ma un doppio fallo ha regalato alla Williams il break che ha indirizzato la partita. Dopo l’ennesimo vincente (il trentesimo), Serena si è inginocchiata sul campo viola e ha mostrato la solita padronanza del proscenio. E' giusto che abbia chiuso con una vittoria. Ha dominato la stagione (curiosamente è solo la terza che chiuderà in vetta, dopo 2002 e 2009), e un’eventuale sconfitta avrebbe “sporcato” una stagione impeccabile, la prima vissuta sin dall’inizio con Patrick Mouratoglu. Tanti criticano il coach francese, forse perchè ama essere protagonista, ma è un fatto che sotto la sua guida (non solo tecnica, a quanto pare…) Serena abbia infilato grandi progressi. Ed è riuscito a convincerla di poter giocare ancora meglio. L’anno prossimo, la Williams compirà 33 anni ma sembra più forte che mai. Non sappiamo se i propositi di andare avanti fino a 40 saranno rispettati, ma non c’è dubbio che stia alla grande. Prima che avesse qualche problema fisico nel weekend, aveva mostrato una condizione fisica impressionante. Obiettivi per il 2013? Difficile fare meglio. Forse può puntare a raggiungere quota 20 Slam. Per riuscirci, dovrà vincerne tre. Alzi la mano chi pensa che non sia in grado.
WTA CHAMPIONSHIPS 2013
Finale
Serena Williams (USA) b. Na Li (CHN) 2-6 6-3 6-0
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