IL LIBRO – A pochi giorni dalla sua uscita, Vincere Sporco di Brad Gilbert è già in vetta alle classifiche dei libri sportivi. Vi spieghiamo perché questo libro ha così tanto successo.
Grazie a Priuli & Verlucca, "Winning Ugly" è diventato "Vincere Sporco"
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Di Riccardo Bisti – 15 ottobre 2013
Deve esserci un motivo se un libro scritto 20 anni fa è ancora così attuale. Si dice che la qualità sia immortale: evidentemente, “Vincere Sporco” (versione italiana di Winning Ugly), libro-cult di Brad Gilbert, ha saputo abbracciare centinaia di migliaia, forse milioni, di tennisti. La casa editrice Priuli & Verlucca ha avuto il merito-intuizione di portarlo in Italia: i risultati non si sono fatti attendere. Ad appena quattro giorni dalla pubblicazione, “Vincere Sporco” è già in cima alle classifiche. Se fate un salto su amazon.it, straordinario indicatore delle abitudini degli italiani, rimarrete basiti. Vincere Sporco è già al 48esimo posto nella classifica dei libri più venduti, che diventa il quarto se ci limitiamo ai libri sportivi. Davanti a sé, soltanto il libro del capitano interista Javier Zanetti, "Correre o morire" di Killian Jornet e il mitologico “Open” di Andre Agassi, che si trova nella top-100 da oltre due anni. Ininterrottamente. Inoltre, "Vincere Sporco" è già secondo nella classifica dei libri sportivi di IBS. Un risultato eccezionale, destinato a migliorare, che fa capire quanto Brad Gilbert abbia fatto breccia nel cuore degli appassionati. Vincere Sporco è destinato soprattutto ai praticanti, le migliaia di appassionati che giocano i tornei di "quarta" e darebbero un braccio pur di vincere il torneo sociale o portare a casa la coppetta (più buono spesa) del torneo sotto casa. Chiunque abbia frequentato un tennis club, sa che clima si respira durante certi tornei. Gilbert è stato numero 4 ATP senza avere un talento eccezionale, vanta una grande esperienza ad alti livelli, ma l’idea di scrivere questo libro gli è venuta osservando alcuni match a livello di club. E cosa c’è di meglio, per il tennista amatoriale, che ricevere consigli da un ex top-10 che è arrivato lassù con la sua intelligenza? Gilbert lo ha ripetuto più volte, nelle 320 pagine dell’edizione italiana. “Questo libro non contiene indicazioni tecniche, non vuole farti migliorare il tuo tennis. Ma può aiutarti a vincere qualche partita in più, comprendendo meglio le dinamiche psicologiche di una partita”. E sono tantissime, così come le tipologie di giocatori che ti troverai ad affrontare.
La fama di Winning Ugly era giunta in Italia ancora prima della traduzione italiana. Diversi appassionati l’avevano letto in lingua originale, affascinati dalla notorietà di un libro capace di vendere 200.000 copie. Quando si traduce un libro di questo genere, c’è sempre il timore che la traduzione non abbia la stessa efficacia della versione originale. E’ capitato diverse volte. Per questa ragione, Priuli & Verlucca si è affidata a un traduttore (Vanni Gibertini) che conosce molto bene il tennis e quindi ha saputo andare oltre la traduzione letterale che avrebbe “impantanato” qualsiasi non esperto. Per questo, la lettura di Vincere Sporco è gradevole e scorrevole. Non si perdono gli aneddoti e gli slang tipici utilizzati da Gilbert, così come il tono confidenziale utilizzato nei 19 capitoli (più introduzione) che lo compongono. Ciò che stupisce di questo libro è la sua incredibile “attualità” a più di 20 anni dalla prima stesura. Per intenderci, Gilbert racconta un mucchio di aneddoti della sua carriera. Anni 80, primi anni 90, poi si ferma lì. Non c’era ancora Sampras, Federer era un bambino e Nadal era appena nato. Ma i racconti delle sfide contro Ivan Lendl, Jimmy Connors e John McEnroe restano attualissimi (nonché godibili). E allora il ceco viene paragonato a una tartaruga per i suoi rituali estremamente lenti, snerbanti, utilizzati soprattutto quando era in svantaggio. Connors è il giocatore che più di ogni altro sapeva condizionare l’ambiente circostante (avversario compreso) per trarre vantaggio dalla situazione. E poi c’è McEnroe, il folle, che a un cambio di campo gli urlò: “Non sei degno di condividere questo campo con me!”. Ovviamente perse le partita. E non sapeva che, dicendo così, aveva fatto un gran complimento a Glbert.
I ricordi della sua carriera, culminati nel match “da un milione di dollari” contro David Wheaton alla Grand Slam Cup di Monaco di Baviera, sono intervallati da racconti di vita sociale cui Gilbert ha assistito. “Vincere Sporco” è il titolo giusto, ma non aspettatevi un campionario di scorrettezze. Gilbert non suggerisce di andare oltre i regolamenti, a meno che non si tratti di rendere pan per focaccia a un avversario scandalosamente scorretto (e ce ne sono parecchi). Semmai, leggere questo libro fa capire quanto sia importante la componente mentale nel tennis. Spesso le partite si vincono con la testa, la tattica e l’attenzione. Vincere Sporco non insegna a tirare meglio il dritto o migliorare il servizio, ma fa capire quando devono essere utilizzati alcuni colpi. Quando bisogna rischiare, e quando bisogna essere prudenti. Chiunque avrà letto il libro, per esempio, non guarderà più i match con gli stessi occhi. Avrà inteso l’importanza dei punti e dei game “preparatori”, quelli che ti consentono di arrivare all’opportunità. Secondo Gilbert, il punto sul 30-30 o il game sul 4-4 è ancora più importante di quelli successivi. Perché, ancor prima che essere sfruttate, le occasioni devono essere conquistate. Questo, e mille altri segreti, sono raccontati in Vincere Sporco. Forse è presto per parlare di best seller assoluto: di sicuro lo è già nel variegato mondo dei libri tennistici. Un libro che non può mancare nella libreria di nessun appassionato, dal ragazzino alle prime armi al 70enne che non si rassegna a perdere sempre con il compagno di allenamenti. Se non giocate, vi verrà voglia di prendere la racchetta in mano. Gilbert ha sfondato anche in questo.
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