SERIE A1 – Increscioso episodio a Udine: l'illuminazione non a norma rischia di condizionare l'intero campionato. 6-0 a tavolino per Crema. Donne: pari Genova-Prato.
Aljaz Bedene sembra incredulo di fronte alle stranezze della Serie A1 italiana
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Di Riccardo Bisti – 28 ottobre 2013
Profumo di anni 80. A Barletta, Bassano e Roma erano tutti in attesa di notizie da Tarcento, dove il match tra ATOMAT Tennis Udinese e Tennis Club Crema avrebbe deciso le sorti di mezza Serie A1. Non soltanto il Girone 3, ma anche i complicati calcoli su chi sarebbe passata come prima, chi come seconda…E poco importa se ai transistor delle radioline si è sostituito il web. Si è verificato uno scandalo. Salvo improbabili inversioni di rotta, il TC Crema si è portato a casa un 6-0 a tavolino che dovrebbe regalargli il primo posto nel girone, nonchè un piazzamento in semifinale. Tutto perchè a Tarcento, sede dei match interni del TC Udinese, l’illuminazione non era a norma. E’ un cavillo regolamentare delle regole del Gioco del Tennis pubblicate dalla FIT. La nota, ripresa nei regolamenti di A1, è piuttosto chiara: “l’illuminazione deve essere uniformente distribuita sul campo con un’intensità minima risultante come media di 18 misurazioni, equamente distribuite sul campo, di:
– 1000 lux per impianti su cui si svolge attività internazionale con riprese televisive
– 400 lux per impianti su cui si svolge attivitù agonistica di vertice (Tornei di prima categoria e Campionato degli affiliati – divisioni nazionali di Serie A1, maschile e femminile)
– 300 lux per ogni altro tipo di impianto.
Il Giudice Arbitro ha l’autorità di non far iniziare o sospendere il gioco se l’intensità dell’illuminazione, a suo giudizio, è insufficiente".
Sul punteggio di 1-1, il capitano di Crema Armando Zanotti, su autorizzazione del suo presidente, ha firmato una carta in cui chiedeva immediato riscontro sull’illuminazione. “Perchè i giudici di sedia non vedevano la pallina – ci ha raccontato – erano le 12.50 e il punteggio della partita era sull’1-1. Durante Bedene-Ungur e Commisso-Remedi ci sono state clamorose sviste arbitrali. Abbiamo visto errori di una banalità incredibile. Dopo 10 minuti, i responsabili hanno misurato i lux in 18 diversi punti del campo, ed erano nettamente inferiori rispetto al minimo regolamentare”. In quel momento, sul 2-1 per Udine (nel frattempo Aljaz Bedene aveva superato Adrian Ungur), il ricorso (con annessa cauzione di 600 euro) è stato approvato con il 6-0 a tavolino a favore di Crema. Il match Viola-Ocera è stato interrotto sul punteggio di 7-6 1-1 per Viola e i cremaschi sono tornati a casa. Da regolamento, Il TC Udinese ha tempo fino alle 14 di lunedì per effettuare un contro-ricorso. Nel momento in cui scriviamo non hanno ancora deciso se effettuarlo, ma un accoglimento sembra francamente improbabile. “Avrebbero dovuto effettuare il controllo alle 9 del mattino – sostiene il clan di Crema – l’impianto di Tarcento non è malvagio: il pallone fisso teneva 200-300 persone, poi c’era un pallone più piccolo. Il rilevamento è stato fatto sul campo più grande. Quelli del TC Udinese se la sono presa molto, sono volate anche parole pesanti. Ma siamo disposti a dimenticare”.
Molto diversa la versione dei fatti dei padroni di casa. Il direttore sportivo Fabrizio Mazzoleni era “fuori di sè” ancora nel tardo pomeriggio, quando stava sistemando il campo, per restituirlo alla scuola tennis di Tarcento. Ha parlato Andrea Marcon, italo-russo capitano del team di A1. “Questa partita sarebbe finita 5-1 per noi, come l’anno scorso, quando persero 4-2 ma solo per una vittoria rocambolesca di Menga – ha detto – oggi si sono accorti che la luce era insufficiente quando hanno iniziato ad andare in svantaggio. A un certo punto, il Giudice Arbitro ha preso la macchinetta e ha effettuato il controllo delle luci senza che ci fosse nessun rappresentante del TC Udinese, quasi di nascosto. Ha fatto il verbale, mi ha convocato in una stanzetta e mi ha detto che mancavano i lux e che il match era terminato. Forse la luce non era regolamentare, ma io non ho assistito al rilevamento”. Quando abbiamo chiesto a Marcon se la visibilità fosse effettivamente scarsa, ha detto: “Oggi era una giornata molto particolare: c’erano nebbia, nubi, era molto scuro. Però gli errori arbitrali di cui parlano quelli di Crema non erano così evidenti, anche perchè si giocava sul veloce e senza giudici di linea. E’ normale che si sbagli qualcosa, peraltro senza favorire nessuno. Tengo a precisare gli errori si sono visti da una parte e dall’altra, anche perchè gli arbitri provenivano da un’altra regione. Insomma, tutto normale, così come Ungur e Bedene hanno dato vita a una bella partita di fronte a 500 spettatori”. Le versioni sono profondamente differenti: a Crema sono convinti che gli errori arbitrali abbiano condizionato Commisso-Remedi e Ungur-Bedene, mentre a Udine pensano che il match più “caldo” sia stato Di Meo-Sinicropi. Per difendersi, Udine ha prodotto un verbale del Comune di Tarcento in cui i lux raggiungevano la luminosità richiesta. “Probabilmente la misurazione non era stata fatta in una giornata così buia” ha concluso Marcon, molto deluso sull’esito della giornata. “Non sono volati veri e propri insulti, ma qualcuno ha dato dell’antisportivo agli avversari. In vista di Genova non molliamo, ma dobbiamo riunirci e capire bene cosa fare. Il presidente è molto arrabbiato per via dei regolamenti, inoltre il Giudice Arbitro ci aveva messo in difficoltà sin da inizio giornata, perchè voleva che spostassimo le tribune, a suo dire troppo vicine al campo. In realtà erano a oltre 5 metri di distanza, e gli abbiamo mostrato il regolamento che parla di un minimo di 3,5 metri”.
Insomma, un bel guaio. Di tutto questo saranno vittime il Park Genova e la Società Tennis Bassano. I primi sono praticamente fuori dalla lotta per il primo posto nel girone (a meno che il CT Palermo non vinca a Crema: difficile), mentre i secondi rischiano di dover giocare i quarti di finale pur avendo vinto il loro girone. Grande delusione a Bassano, per la seconda volta beffato dai regolamenti (l’anno scorso il clamoroso Caso Scala li tenne fuori dalle semifinali). A inizio articolo abbiamo parlato di scandalo. E’ così, perchè in questa storia sono tutti colpevoli. La FIT, o meglio il Giudice Arbitro Biagio Ruisi, che ha fatto iniziare il match senza alcuna verifica regolamentare sull’illuminazione. Si presume che un G.A. si renda conto alle 10 del mattino se siamo ai limiti dell'oscurità. Invece l’incontro è iniziato regolarmente. E fa sorridere – se fosse davvero così – che abbia sindacato sulla distanza delle tribune dal campo (e aveva torto!) senza pensare a verificare l’illuminazione. Ha colpe anche il TC Udinese, che avrebbe dovuto presentare un’illuminazione a norma senza accontentarsi di un verbale del comune di Tarcento. Qui si parla di Serie A1, e i dettagli non devono essere trascurati. A maggior ragione se si giocano i match interni “ospiti” di un altro club. Spiace dirlo, perchè a Remanzacco (sede del TC Udinese) tengono molto alla A1, tanto da investire fior di quattrini per Aljaz Bedene e Matteo Viola, ma non è la prima volta che il club finisce nei guai per questioni regolamentari. E’ già successo tre anni fa, quando schierò Simone Appio e Walter Treu come giocatori “bandiera” senza che ne avessero i requisiti. Il club ha rischiato la Serie D, poi se l’è cavata con la B. Anche allora non c’era l’intenzione di barare, ma la regola sfuggì. Come è sfuggita anche stavolta. A quanto pare, il TC Udinese e i regolamenti non vanno troppo d’accordo. In A1 ci sono regole complicate, astruse, quasi incomprensibili. Ma, se ci sono, vanno rispettate. Non fa una bella figura nemmeno il Tennis Club Crema, che ha presentato ricorso a partita abbondantemente iniziata. Non sappiamo se lo abbiamo fatto “appena si sono accorti che avrebbero perso” come sostengono a Udine, ma viene il dubbio che in caso di facile vittoria sul campo non avrebbero prestato chissà quale interesse alla scarsa illuminazione. E le condizioni difficili, ovviamente, erano uguali per tutti. Insomma, l’ennesimo papocchio di un Campionato che entusiasma ma non trova pace. Il fatto è meno grave rispetto agli anni passati, ma è fastidioso rendersi conto che, oltre ai colpevoli, finiscono tra le vittime anche squadre che non c’entrano nulla. Nei prossimi giorni spiegheremo perchè Genova e Bassano saranno fortemente penalizzate: qui basti ricordare che entrambe devono sperare in un miracolo di Palermo nel prossimo match a Crema. Ma c’è un dettaglio: i siciliani non avranno granchè da chiedere, visto che sono già certi di giocare i play-out. A meno che non vogliano provare a centrare il terzo posto per avere uno spareggio sulla carta più facile…
La vicenda di Udine ha azzerato l’interesse per gli altri match, anche se non ci sono stati risultati di rilievo. L’unico match davvero importante si è giocato nel Girone 1, dove ATA Battisti Trento e Società Canottieri Casale hanno dato vita a una splendida partita, chiusa su un 3-3 che fa sorridere i piemontesi in vista di un possibile secondo posto. Battendo Modena domenica prossima, avrebbero ottime chance di farcela in virtù del difficile match di Trento, impegnato a Roma contro l'Aniene. I trentini recriminano per il doppio perso da Gotti e Galvani, battuti 10-5 al super tie-break da Bella e Brizzi. Sabato, nell’anticipo, il CC Aniene ha strapazzato il TC Cagliari e si candida a chiudere a punteggio pieno. Da segnalare il 6-1 6-0 con cui Vincenzo Santopadre ha superato Giorgio Galimberti, reduce dalla trasferta in Nigeria al seguito di Gioia Barbieri. Tutto regolare nel Girone 2: Bassano ha rifilato un cappotto al Castellazzo e si è assicurato il primo posto, mentre Forte dei Marmi non ha avuto problemi contro un Parioli privo di Dustov e Arnaboldi. Da segnalare che i toscani hanno schierato Guillermo Olaso, che quindi potremo rivedere nei play-off. I campioni in carica saranno lo spauracchio nei quarti di finale: nessuno li vorrà affrontare. Nel Girone 3, Il Park Genova ha passeggiato a Barletta, ma le orecchie erano puntate soprattutto a Udine. E le notizie trapelate non avranno certo fatto piacere a Mauro Iguera.
SERIE A1 FEMMINILE
Zuzana Kucova ha regalato un punto d'oro al Tennis Club Prato
Il pandemonio di Tarcento ha fatto passare in secondo piano il big-match del campionato femminile, eppure Tennis Club Genova e Tennis Club Prato si giocavano una buona fetta di primo posto. Chiudere al comando, tra l'altro, significa qualificarsi direttamente per la finale di Rovereto. E’ stato un match acceso e combattuto, come si addice a due squadre che puntano al titolo. Prato per…"dovere istituzionale", Genova perchè si è trovata lassù in cima grazie a un’imprevista alchimia positiva. E’ finita 2-2 e sono tutti felici, compreso il Tennis Club Cagliari che ha espugnato Roma e si porta al terzo posto, peraltro con discrete chance di acciuffare i play-off. La sfida di Genova è stata particolare per Carla Mel, capitana toscana ma nata e cresciuta proprio ai piedi della Lanterna. Su quei campi ha giocato un mucchio di volte e li conosce benissimo. “La prima cosa che mi ha sorpreso è stata la quantità di pubblico – ha detto – era strapieno. Conosco bene il TC Genova e non avevo mai visto così tanta gente per una partita. Il tifo è stato rumoroso ma sostanzialmente corretto. C’era gente da tutti i lati del campo, onestamente neanche a Prato avevo mai visto così tanta gente”. Anche per questo, le biancoblu portano a casa un punto con il sorriso. Per oggi, anzichè le “solite” Dentoni e Camerin, devono ringraziare Zuzana Kucova, vincitrice sia in doppio che in singolare. “Mi è piaciuta molto” ha sentenziato la Mel. “Alla fine sono contenta del pareggio. Oggi ci ha ‘tradito’ la Camerin, autrice di una brutta prestazione. Anche la Dentoni ha giocato piuttosto male. Penso che abbia influito parecchio il campo pesantissimo. Abbiamo giocato all’aperto, in settimana aveva piovuto molto…e non sono certo le condizioni ideali. In particolare, ha giocato male la Camerin. Opposta a un’avversaria che giocava molte palle corte, è andata un po’ in bambola. Credo che anche la Brianti non fosse al massimo, ma il campo era davvero difficile”.
Il 2-2 scontenta il TC 1893, anche perchè maturato con una sconfitta in doppio. Fino alla scorsa giornata, il “plus” del team genovese era stato il duo Brianti-Jani, ma stavolta hanno ceduto in due set a Camerin-Kucova. Nonostante tutto, capitan Lubrano è soddisfatto. “Alla vigilia avremmo firmato per un pareggio. Avanti 2-1, ovviamente, speravamo di chiudere i conti con il doppio. Tuttavia siamo sempre al comando. Prato è un’ottima squadra, chissà che non possa esserci un replay contro di loro proprio in finale". “Adesso dobbiamo essere concentrati sulla trasferta di Mestre, decisamente insidiosa” ha concluso Giorgia Mortello, vera e propria “bandiera” del team biancorosso. Dando un’occhiata al calendario, tuttavia, Genova sembra decisamente favorita per il primo posto. Le liguri chiuderanno a Mestre e in casa contro l’enigmatico Parioli, mentre Prato affronta Cagliari in casa e va a Roma contro il Nomentano. “In effetti anche secondo me Genova ha un calendario migliore – chiosa Carla Mel – in questo momento pensiamo di arrivare tra le prime tre, magari secondi per poter giocare il play-off in casa. Temo la trasferta di Roma, dove potremmo giocare in condizioni simili a queste”. Per chiudere, una provocazione: se Genova e Prato dovessero ritrovarsi in finale, pensa che il campo in Play-It potrebbe dare una mano a voi? “Si, potrebbe cambiare qualcosa a nostro favore. Tuttavia, credo che sarebbe bastata anche la terra coperta. Il Play-It? E’ la superficie migliore di Maria Elena, ma anche la Brianti vi si esprime molto bene”.
Negli altri match di giornata, il TC Cagliari ha espugnato Roma con un terrificante 4-0. Impressionante il “double” double bagel infilato da Giovine e Ungur contro Lombardo e Moroni, che pure non sono le ultime arrivate. Ottimo exploit di Anna Floris, che ha vinto (contro pronostico) su Greta Arn. Il team sardo può ancora dire la sua in chiave play-off: molte delle ambizioni passeranno dalla trasferta a Prato di domenica prossima. Nel frattempo, Claudia Giovine trascorrerà l’intera settimana al Centro Tecnico di Tirrenia, accompagnata da capitan Bubu Melis. In chiave salvezza, raccoglie tre punti d’oro l’UST Beinasco, che nonostante l’assenza della Garcia Vidagany ha superato 3-1 il Tennis Club Mestre. Fondamentale il successo di Anastasia Grymalska sulla Remondina, poi il punto della vittoria è arrivato al termine di un doppio-thriller, dove Grymalska-Pioppo hanno superato Lizarazo-Remondina solo 10-8 al super tie-break. Un successo che rilancia le ambizioni-salvezza delle piemontesi e mette in difficoltà il Mestre, che paga l’assenza di una numero 3 di livello. Ma può succedere ancora di tutto.
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