Nel match inaugurale delle ATP World Tour Finals, Stanislas Wawrinka conferma di aver trovato la chiave per decifrare il gioco di Berdych. Gli è stato superiore in tutto: solo il gran servizio del ceco ha portato il match al terzo.
Tomas Berdych non sembra molto contento della sua prestazione…
Di Gianluca Roveda – 4 novembre 2013
Stanislas Wawrinka e Tomas Berdych si conoscono fin troppo bene. Quest’anno hanno trascorso molto tempo insieme, sullo stesso campo da tennis, e ne avrebbero fatto volentieri a meno. Sono stati protagonisti del doppio più lungo nella storia della Coppa Davis. Oltre sette ore che hanno premiato Berdych. Tuttavia, in singolare, lo svizzero sembra avere qualcosa in più. Si tratta di compatibilità tecnica: obbliga Berdych a un tennis passivo, inadatto ai suoi colpi e al suo fisico. In particolare, il rovescio dello svizzero gli consente di aprirsi angoli importanti, letali per le gambone del ceco, sconfitto all’esordio per la quarta volta di fila. Ma se in passato era incappato in Djokovic (due volte) e in Murray, questa sconfitta fa più male. Wawrinka si è qualificato all’ultimo respiro e avrebbe potuto soffrire la tensione dell’esordio. “La mia prima impressione? trovarsi qui è molto bello – ha detto Stan, terzo svizzero a giocare questo torneo dopo Roger Federer e Jakob Hlasek – ho visto questo torneo un mucchio di volte in TV, ma giocarlo è un’altra cosa. Sono orgoglioso di esserci, significa che ho giocato un gran tennis per tutto l’anno”. A Wawrinka sono bastati due break, uno al sesto game del primo set (4-2), un altro al quarto del terzo set (3-1), decisivi per chiudere con il punteggio di 6-3 6-7 6-3. “Ero un po’ nervoso, ma probabilmente lo era anche lui” ha ammesso Wawrinka, che con questo successo si candida per un posto in semifinale. I prossimi avversari saranno Rafael Nadal e David Ferrer (avversari tra loro domani alle 15 italiane).
Berdych ha fatto match pari grazie al servizio. Ha tirato 14 ace ed è riuscito ad aggiudicarsi il tie-break. Forse, in quel momento, la partita avrebbe potuto cambiare. “Ma quando mi sono seduto al cambio di campo, ho pensato che continuavo ad essere il giocatore migliore in campo – ha detto Wawrinka – mi sono nuovamente concentrato sul mio servizio, ho cercato ancor più aggressività poer fargli capire che avrei fatto il possibile per vincere”. Probabilmente, Wawrinka è stato aiutato dai rimbalzi bassi del campo, leggermente più veloce rispetto al passato. Ogni volta che lo scambio iniziava, aveva più soluzioni tecnico-tattiche e Berdych non è mai stato competitivo, anche se ha recriminato: “Non è mai bello perdere, ma ci sono ancora due match da giocare. Lui ha avuto quattro palle break e ne ha trasformate due, mentre io ne ho avute cinque senza sfruttarne neanche una. La differenza è stata tutta lì”. Tomas lo ha detto come se fosse un segnale positivo. Il problema, per lui, è che a certi livelli i punti importanti sono decisivi. E nei prossimi due match troverà avversari che sono piuttosto bravi a giocarli. Le chiavi tattiche per il successo di Wawrinka, oltre alla già citata superficie, sono state due: il kick sulla seconda di servizio (implacabile!) e la lentezza del ceco negli spostamenti. Lo svizzero è riuscito a chiudere con un saldo in attivo tra colpi vincenti ed errori gratuiti (43 e 42). Forse può ancora migliorare: in quel caso, un posto in semifinale sarebbe tutt’altro che improbabile.
ATP WORLD TOUR FINALS
Gruppo A
Stanislas Wawrinka (SUI) b. Tomas Berdych (CZE) 6-3 6-7 6-3
Rafael Nadal (SPA) vs. David Ferrer (SPA)
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