Il numero 1 argentino comunica ufficialmente che non giocherà il primo turno del 2014. “Sono stufo di subire certe pressioni”. Per gli azzuri è un’ottima notizia: ci sarà un secondo “marplatazo”? 
Jaite e Del Potro non hanno mai avuto un buon rapporto

Di Riccardo Bisti – 15 novembre 2013

 
Juan Martin Del Potro non parteciperà al primo turno di Coppa Davis tra Argentina e Italia, in programma dal 31 gennaio al 2 febbraio. Con oltre due mesi d’anticipo, ha comunicato la sua decisione ai vertici dell’Asociacion Argentina de Tenis (AAT). Per farlo, ha scelto il modo più eclatante e clamoroso. Una lettera destinata ad Arturo Grimaldi e Martin Jaite, rispettivamente presidente federale e capitano del team. Una lettera durissima, che farà discutere e monopolizzerà le prime pagine dei giornali argentini. Ve la riportiamo.
 
Arturo e Martin,
Sto trascorrendo i primi giorni di vacanza dopo un anno molto difficile e impegnativo.
In questo periodo non vi ho risposto, da un lato perché ero concentrato nei tornei e non volevo prendere decisioni affrettate, dall’altro perché sono stufo di essere invitato via mail o messaggi, e allo stesso tempo essere continuamente pressato da certa stampa, desiderosa di sapere se gioco o meno la Coppa Davis, cercando di mettermi in cattiva luce agli occhi dell’opinione pubblica. Mi sembra un discorso doppiamente ipocrita. La stessa cosa era successa l’anno scorso, quando una qualsiasi risposta o non risposta era subito appresa da alcuni giornalisti.
 
Non sono mai stato preso in considerazione sulla scelta del capitano, delle superfici di gioco, le sedi, ecc…e una volta in cui è stato fatto, come per la sfida dell’anno scorso contro la Repubblica Ceca, non hanno preso in considerazione la mia opinione. Da quando gioco in Coppa Davis ho partecipato solo una volta al primo turno, per questioni legate al calendario e alla superficie. In questi giorni abbiamo analizzato la situazione, insieme al mio team medico, fisico e tecnico, con poco tempo a disposizione vista la rapidità di cui avete bisogno nella risposta. Non parteciperò alla sfida che si giocherà contro l’Italia.
 
Vi saluto cordialmente,
Juan Martin Del Potro.
 
La notizia ha una rilevanza enorme in chiave azzurra. Senza Del Potro, l’Italia ha tutte le possibilità di farcela. L’incontro si giocherà sulla terra battuta, e con Seppi e Fognini possiamo battere un’Argentina che si affiderà nuovamente a Juan Monaco, ottimo giocatore che però non sta vivendo il suo miglior momento. Il resto del team argentino sarà tutto da inventare. Nella semifinale contro la Repubblica Ceca, il secondo singolarista è stato Leonardo Mayer, mentre in doppio hanno giocato Zeballos e Berlocq. Da dietro spingono alcuni giocatori interessanti, ma che non sembrano di qualità assoluta: Guido Pella e Federico Delbonis. Quest’ultimo, in particolare, ha un buon potenziale. Fabio Fognini lo conosce bene, avendolo affrontato in finale ad Amburgo. Se si sarà rimesso fisicamente, Eduardo Schwank pul essere un’ottima alternativa per il doppio (qualche anno fa giunse in semifinale allo Us Open proprio con Zeballos). In questo momento, l’Argentina ha un movimento discreto sul piano numerico (ha otto giocatori compresi tra la 100esima e la 200esima posizione), ma manca la qualità espressa nel decennio precedente. Senza Del Potro, si tratta di una squadra “normale”, non competitiva per una vittoria finale. E aveva ragione chi sosteneva che la semifinale del 2013 è stata un mezzo miracolo.
 
Chi pensava che il ritiro di Nalbandian potesse essere un incentivo per Del Potro, è rimasto deluso. Onestamente, Palito non ci fa una gran figura. Tanti anni fa, riteneva la Coppa Davis una priorità assoluta. Oggi non è più così ed è perfettamente legittimo. Ogni giocatore deve essere libero di programmarsi come meglio crede. Ciò che non convince sono le motivazioni espresse. Del Potro si dice stufo dei continui inviti a giocare (“via mail e per messaggio”), e del fatto che “certa stampa” sia sempre al corrente di tutto. Motivazioni che lasciano basiti, anche in virtù delle recenti dichiarazioni del presidente AAT Arturo Grimaldi, il quale aveva invitato l’ambiente a lasciare tranquillo Del Potro, e che avrebbe voluto parlargli al suo rientro da Londra. “E qualunque sia la sua decisione, la AAT continuerà a sostenerlo”. Fosse davvero così, Del Potro sarebbe dalla parte del torto. Sperava forse che certe notizie non trapelassero? O non è al corrente della sua enorme popolarità in Argentina? Non va dimenticato che la federazione aspettava la sua risposta per scegliere la superficie di gioco. Con Del Potro, si sarebbe giocato sul cemento indoor, senza di lui, sceglieranno la terra battuta. Mercoledì, una delegazione AAT era a Mar del Plata per supervisionare le possibili sedi. A quato punto, il match dovrebbe giocarsi al Patinodromo. Sarà la terza volta che Mar del Plata ospiterà un match di Coppa Davis: oltre alla storica finale del 2008 (il “marplatazo” firmato dagli spagnoli), si è giocato anche nel 1996 contro le Bahamas). Sarà una sfida apertissima, con in palio un invitante quarto di finale contro la vincente di Stati Uniti-Gran Bretagna. In ogni caso, l’Italia giocherebbe in casa. Gli argentini incrociano le dita: chissà come si comporterà la AAT: risponderà alla lettera con durezza, oppure terrà la linea morbida in vista dei turni successivi? Già, perché a differenza dell’anno scorso, Del Potro non ha dato forfait per tutta la stagione, ma solo per il primo turno. Un dettaglio che può essere decisivo. Starà agli azzurri renderlo insignificante.