Per il secondo anno di fila, Radek Stepanek regala alla Repubblica Ceca il punto decisivo per la Coppa Davis. Il ceco non ha lasciato scampo all'acerbo Dusan Lajovic.
Stepanek sommerso dall'abbraccio dei compagni. La Davis è della Repubblica Ceca
Di Cosimo Mongelli – 18 novembre 2013
Premessa: Dusan Lajovic non ha colpe. Fino a ieri frequentava i challenger più improbabili, peraltro vincendone pochini (Caltanissetta e Seul nel 2013). E da lì ripartirà. Da un giorno all'altro, sulle sue gracili e inesperte spalle, si è scaricata la responsabilità di una nazione intera. Era impensabile che potesse mettere in difficoltà Tomas Berdych. Ancor più improbabile un miracolo sul 2-2 contro Radek Stepanek: al di là dei 12 anni di differenza, il ceco gli è superiore di diverse categorie. Radek è un giocatore straordinario. A 35 anni, per il secondo anno consecutivo consegna il punto dell'Insalatiera nel quinto e decisivo match. Ma non c’è stato incontro più facile. Troppo facile e sin troppo severo. Cosa possiamo raccontare di questo 6-3 6-1 6-1? Solo il primo game è stato degno di nota. E non scherziamo. C'è Stepanek al servizio, il pubblico è in delirio: il ceco fa un doppio fallo, sbaglia una volèe e cede subito la battuta. Che succede? Si è venduta troppo presto la pelle del serbo? Davide contro Golia? No, nessuna favola e nessuna impresa. La partita finisce qui. Stepanek sale in cattedra e l'alunno è messo dietro la lavagna, in punizione. Palle corte, serve & volley, stop-volley, una vera e propria lezione di tennis. Solo altri quattro game per il povero serbo fino alla stretta di mano finale e al tripudio ceco. Di fronte ad una folle silente e in lacrime. I cechi festeggiano, i serbi se ne vanno.
Per la Repubblica Ceca è la terza Davis della storia, la seconda (consecutiva) dopo la scissione con la Slovacchia. Non è certo stata una sorpresa, dopo il forfait di Tipsarevic e l'ovvia assenza di Troicki. La Serbia poteva far di meglio? Non sappiamo. Ma non è certo blasfemia imputare parte della sconfitta a Nole Djokovic. Sì, proprio lui. Il giocatore imbattuto da tre mesi e 24 partite, che ha concluso l'anno in maniera trionfale e in un impressionante crescendo di forma e prestazioni. Non si scopre l'acqua calda: l'incontro decisivo è stato certamente il doppio. Novak non se l'è sentita di scendere in campo. E la motivazione, qualunque essa sia, non depone certo a suo favore . Sia che l'abbia fatto non ritenendosi all'altezza (i primi al mondo sono stati e sono capaci di farlo) sia, ancor peggio, per non intaccare il suo record di vittorie. Chiunque al posto di Bozoljac (pessimo doppista sul viale del tramonto) avrebbe fatto figura migliore. Al fianco dello specialista Zimonjic, "Djoker" avrebbe potuto fare ottime cose. Basti pensare alla sua monumentale risposta al servizio. Non c’è neanche l’alibi della stanchezza, visto che nella prima giornata non aveva speso granchè e gli stessi cechi hanno giocato per tre giorni. Non serve levare i pugni al cielo e fomentare la folla, quando nell'occasione che conta ti tiri indietro e scarichi il pesantissimo barile. I serbi continueranno ad amarlo alla follia, ma ogni campione ha la sua macchia. Sempre attento a mostrare le tre dita o a rivendicare l’appartenenza del Kosovo, stavolta Nole si è nascosto nel momento del bisogno. Chissà come si comporterà nel 2014.
COPPA DAVIS 2013 – FINALE
Serbia – Repubblica Ceca 2-3
Novak Djokovic (Srb) b. Radek Stepanek (Cze) 7-5 6-1 6-4
Tomas Berdych (Cze) b. Dusan Lajovic (Srb) 6-3 6-4 6-3
Berdych / Stepanek (Cze) b. Zimonjic / Bozoljac (Srb) 6-2 6-4 7-6
Novak Djokovic (Srb) b. Tomas Berdych (Cze) 6-4 7-6 6-2
Radek Stepanek (Cze) b. Dusan Lajovic (Srb) 6-3 6-1 6-1
Post correlati
Fattore J
Jannik Sinner e il suo timbro nella vittoria in Coppa Davis: la sua leadership aiuta tutta la squadra Foto...