Il tennis vuole velocizzare lo spettacolo con alcune modifiche regolamentari. Nel 2013, gli unici top-10 a non aver commesso "Time Violations" sono stati Federer e Wawrinka. 
La finale di Melbourne 2012 è stata condizionata da numerose perdite di tempo

Di Riccardo Bisti – 19 novembre 2013

 
Aveva fatto scalpore, un paio d’anni fa, lo studio effettuato da ESPN sulla finale-maratona dell’Australian Open tra Rafael Nadal e Novak Djokovic. Il match era durato 5 ore e 53 minuti, finale più lunga nella storia del Grande Slam, ma l'analisi evidenziò che le continue perdite di tempo tra un punto e l’altro avevano allungato a dismisura la partita. Se avessero rispettato le regole, il match sarebbe durato 70 minuti in meno. L’argomento torna ciclicamente in voga: le TV non amano i match troppo lunghi. Vorrebbero più ritmo, più spettacolo, più adrenalina. Da qualche anno, il tennis ha cercato di intervenire sul problema apportando alcune innovazioni, ma rifiutandone altre. A inizio stagione, l’ATP ha spinto gli arbitri a colpire i giocatori più lenti, punendo con severità le violazioni del regolamento. Nei tornei ATP, i giocatori hanno 25 secondi di tempo tra un punto e l’altro, mentre negli eventi patrocinati dall’ITF (Slam compresi) si scende a 20. Le sanzioni, tuttavia, sono state ammorbidite. In precedenza, la seconda e la terza frazione per “Time Violation” avrebbero causato la perdita di un punto. Adesso, c’è soltanto la perdita della prima di servizio. Quando va a servire, il “trasgressore” tira direttamente la seconda. Il primo richiamo, invece, è un semplice warning. Tuttavia, fino all’anno scorso, la norma era applicata (molto) raramente, anche di fronte a violazioni clamorose. Anche i migliori giudici di sedia erano esitanti. Pare che i vertici arbitrali abbiano dovuto impegnarsi molto per convincerli. A inizio 2013, i giudici di sedia hanno punito l’infrazione con una regolarità senza precedenti. Alcuni giocatori si sono lamentati (su tutti Gael Monfils, da cui la storica frase: “Sono nero, quindi sudo molto”), ma la maggior parte si è adeguata. Lo testimoniano le statistiche ATP sul tempo impiegato per giocare ogni punto.
 
Fino al torneo di Shanghai, sono stati chiamati 708 “Time Violation”. Di questi, 659 erano rivolti ai giocatori al servizio (47 sono costati una seconda di servizio), mentre 49 sono finiti al giocatore in risposta. In questi casi, la recidiva viene sanzionata con il penalty point, ma è successo soltanto in tre occasioni. Un cambiamento importante rispetto alle 59 chiamate del 2012, da cui non era scaturità nessuna sanzione. Curiosamente, gli unici top-10 a non aver commesso violazioni di questo tipo sono Roger Federer e Stanislas Wawrinka. Quando si dice "puntualità svizzera"… Il più sanzionato è stato Rafael Nadal (30 richiami), seguito da Del Potro e dal nostro Fognini. All’inizio, gli arbitri sono stati piuttosto duri. Dopo le prime difficili settimane (e la paura che il problema si presentasse anche all’Australian Open, che però è sotto l’egida ITF), i giocatori si sono adattati e la norma è stata imposta con minore rigidità. Al di là di qualche problema, c’è generale soddisfazione per i risultati. Se le cose fossero andate male, il tennis avrebbe potuto pensare all’introduzione di uno shot-clock come accade in diversi sport, soprattutto quelli americani. “Vogliamo evitarlo perchè il controllo della partita deve rimanere in mano al giudice di sedia. Sulla sedia non ci deve essere un robot” ha detto Lars Graff, ex arbitro e oggi supervisor.
 
Un altro tentativo di velocizzare il gioco è stato applicato in via sperimentale nei tornei challenger. Per tre mesi, è stato abolito il “let” sul servizio. Se la palla toccava il nastro, il punto andava avanti regolarmente. Non è stata una novità assoluta, visto che è già adottata nel tennis college, ma i giocatori l’hanno respinta. L’ATP aveva preparato un sondaggio per avere un parere dei tennisti, con tanto di modulo da compilare. Ma l’hanno fatto in pochi, soprattutto quelli che avevano perso una partita, magari a causa di un nastro sfavorevole. Scaduto il trimestre, l'iniziativa è finita in soffitta. A proposito di regolamenti, il tennis non adotta il sistema “Hawk Eye” sulla terra battuta, continuando a utilizzare il sistema empirico di verifica del segno. Pochi sanno, tuttavia, che l’analisi con alcune telecamere ad alta velocità ha testimoniato che il segno non certifica l’esatto punto d’impatto della pallina. Si è preferito privilegiare la percezione. “Sarebbe molto difficile convincere un tennista che una palla è buona se il segno è fuori – dice Lars Graff – onestamente penso che il tennis non sia ancora pronto per accogliere Hawk Eye sulla terra battuta”. A proposito di supporti tecnologici, è stata rifiutata l’idea di adottare un instant replay per valutare altre questioni tecniche, come ad esempio se una palla ha rimbalzato due volte. La scelta è di tipo temporale: si è ritenuto che allungasse i tempi, mentre l’obiettivo è accorciarli. La tecnologia, comunque, sta piombando nel tennis a gran velocità: a breve, i giudici di sedia avranno a disposizione dei tablet molto più potenti di quelli più attuali, che consentiranno di inserire il punteggio senza nemmeno abbassare lo sguardo. Dall’anno prossimo, l’ITF ha consentito di far utilizzare le racchette di nuova generazione, in grado di registrare i dati sulla performance (punto d’impatto, velocità, rotazioni), a patto che non vengano utilizzati durante il match. Così come i Google Glasses, inaugurati da Bethanie Mattek Sands. L’americana aveva detto che li avrebbe usati a Wimbledon, ma poi non l'ha fatto. La tecnologia non si può fermare, ma forse si può gestire. O arriveremo al punto in cui il giocatore in campo potrà comunicare via internet durante uno scambio?
 
LE TIME VIOLATION COMMESSE NEL 2013 DAI TOP-30
 
1. Rafael Nadal: 30
2. Novak Djokovic: 10
3. David Ferrer: 2
4. Andy Murray: 6
5. Juan Martin del Potro: 11
6. Roger Federer: 0
7. Tomas Berdych: 9
8. Stanislas Wawrinka: 0
9. Richard Gasquet: 8
10. Jo-Wilfried Tsonga: 1
11. Milos Raonic: 2
12. Tommy Haas: 2
13. Nicolas Almagro: 1
14. John Isner: 14
15. Mikhail Youzhny: 0
16. Fabio Fognini: 11
17. Kei Nishikori: 5
18. Tommy Robredo: 5
19. Gilles Simon: 2
20. Kevin Anderson: 6
21. Jerzy Janowicz: 1
22. Philipp Kohlschreiber: 0
23. Grigor Dimitrov: 3
24. Ernests Gulbis: 9
25. Andreas Seppi: 3
26. Benoit Paire: 0
27. Jurgen Melzer: 2
28. Feliciano Lopez: 6
29. Dmitry Tursunov: 2
30. Fernando Verdasco: 2