IL CASO – Challenger orobico furioso con l’ATP: “Vogliono farci cambiare data, hanno aumentato la concorrenza e venduto i diritti streaming senza neanche consultarci!”.
Marco Fermi, primo da sinistra, durante la premiazione dell'edizione 2011, vinta da Andreas Seppi. Fermi dirige il challenger di Bergamo sin dalla prima edizione del 2006
Di Riccardo Bisti – 27 novembre 2013
Cos’hanno in comune Lars Graff, Soren Friemel e Carmelo Di Dio? Sono i supervisor che l’ATP ha inviato nel corso degli anni al torneo challenger di Bergamo. Inutile ricordare l’importanza di questo evento nel calendario italiano. E’ il primo evento stagionale, uno dei pochissimi a giocarsi indoor e può contare su un pubblico strepitoso. Nelle due edizioni vinte da Andreas Seppi, nel 2008 e nel 2011, il PalaNorda era talmente pieno da costringere gli organizzatori a tenere fuori alcune centinaia di persone. E anche nell’ultima edizione, pur con una finale senza grande appeal (Przysiezny-Struff), 18.000 persone hanno affollato Bergamo nel corso della settimana. Quanti challenger possono vantare cifre del genere? A giudicare dalle immagini che arrivano via streaming da tutto il mondo, decisamente pochi. I supervisor, dicevamo. Tra i loro compiti c’è quello di redigere una relazione a fine torneo, con una valutazione complessiva da inviare a Mamma ATP. E siamo convinti che i report da Bergamo siano stati più che positivi. Per questo, e tenendo conto dello sforzo bergamasco di andare avanti nonostante la crisi (che in appena tre anni ha dimezzato i challenger italiani), era legittimo aspettarsi un trattamento almeno amichevole. E invece la voce di Marco Fermi, storico direttore del torneo, racconta una storia triste e amara. “Tutto è nato quando abbiamo iniziato a discutere della data per l'edizione 2013. Bergamo si è sempre giocato in contemporanea all’ATP di Rotterdam, eravamo convinti di poter andare avanti così. Invece l’ATP ci ha comunicato che avremmo dovuto anticipare di una settimana perchè un nuovo evento francese non poteva giocarsi in contemporanea all'ATP di Marsiglia. A malincuore, ma con il massimo spirito di collaborazione, abbiamo accettato lo spostamento, anche perchè saremmo stati l’unico challenger europeo in quella settimana. Risultato? Abbiamo avuto la peggiore entry list della storia! Eppure il torneo è stato ugualmente un successo perchè abbiamo investito più del solito in comunicazione e pubblicità. Ovviamente abbiamo fatto tutto di tasca nostra, e queste spese gravano ancora sui nostri bilanci”.
Cosa è successo? In calendario si è aggiunta la tappa francese di Quimper, con identico montepremi e stessa superficie di Bergamo. Tenendo Bergamo in quella settimana, Quimper avrebbe patito la concomitanza del torneo ATP di Marsiglia. Per evitare contrapposizioni, l’ATP ha ceduto ai francesi la data di Bergamo, spostando l’evento italiano subito dopo la Coppa Davis, in contemporanea ai tornei di Dallas e West Lakes. E’ chiaro che si trattava di una data meno felice. E si è visto. Dopo la concessione 2013, gli organizzatori bergamaschi hanno chiesto all’ATP (“Con la quale non abbiamo contatti per 350 giorni all’anno” dice Fermi) di riavere la data di metà febbraio, avuta per cinque edizioni. “Ormai la sentivamo un po’ nostra – dice Fermi – e invece ci hanno detto che non era possibile tenere due challenger europei nella stessa settimana! Non abbiamo mollato, e dopo due mesi di pressioni, anche con il supporto del Comune di Bergamo, ci hanno concesso la data richiesta, dal 10 al 16 febbraio. Tuttavia, hanno specificato che si tratta di un’eccezione e che nel 2015 avremmo dovuto spostarci nuovamente!”. Ma il 2015 è ancora lontano, così la Olme Sport (società dilettantistica organizzatrice dell’evento) ha provveduto al pagamento della tassa per l’assegnazione del torneo e, con la pubblicazione del calendario, sembrava tutto ok. “E invece è arrivata un’altra sorpresa – racconta uno sconcertato Fermi – qualche giorno fa mi è giunta una mail in cui l’ATP informava che nella stessa data sarebbe nato un nuovo challenger, a Istanbul”. Fermi è sinceramente arrabbiato: sa cosa significa organizzare un torneo challenger e i rischi imprenditoriali che comporta. I 42.500€ di montepremi sono soltanto una parte del budget complessivo. Di questi tempi, raccogliere la cifra necessaria è una fatica enorme. E la nascita di un nuovo evento, oltre alla prospettiva di dover cambiare nuovamente data, è la notizia peggiore possibile per un direttore di torneo. Senza contare che Istanbul, proprio come Quimper, avrà lo stesso montepremi e superficie di quello di Bergamo. Ci sarà poi un 50.000$ sul cemento di Calcutta, in India. Insomma: nel 2013, in quella settimana c’è stato un solo torneo challenger. Nel 2014 ce ne saranno quattro.
Ma non finisce qui. L’ATP ha informato di aver raggiunto un accordo con IMG e una società polacca per il livescore e lo streaming dei tornei challenger, diventato un vero e proprio business grazie al fiorente mercato delle scommesse. Questo significa che Bergamo non potrà contare sullo storico supporto della Crionet, azienda italiana che in tanti anni si è costruita un nome importante a livello nazionale e internazionale “se non per attività marginali” dice Fermi. Quest’ultima notizia, inoltre, causa un certo fermento per i diritti streaming dei tornei challenger. Visto che saranno trasmessi dalla stessa azienda, come saranno offerti? In forma gratuita o a pagamento? Si appoggeranno ai siti delle agenzie di scommesse oppure ci sarà un sito dedicato, come ha fatto in questi anni la Crionet con il sito www.e-tennis.tv? Tornando al caso di Bergamo, Fermi ha anche dichiarato di aver inviato all’ATP una lettera con alcune proposte e suggerimenti subito dopo l’edizione 2013. “E non ho ricevuto neanche una risposta. Nella vita di tutti i giorni faccio il manager: se qualcuno mi scrive io rispondo sempre, almeno per educazione”. Fermi ha inviato una missiva ai direttori di vari tornei challenger per raccontare le vicissitudini del Trofeo Perrel-Faip, nella speranza di trovare condivisione di idee e magari la possibilità di farsi sentire con l’ATP. Perchè i challenger saranno pure tornei di Serie B come punti e dollari in palio, ma le persone che li organizzano hanno esattamente la stessa dignità. E L’ATP dovrebbe cercare, nei limiti del possibile, di venire incontro a tutti. Secondo Fermi, in questa occasione non è stato così.
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