Fabio è stato il mattatore del Livorno Tennis Show. Ha giocato il doppio misto…vestito da donna! Pubblico non troppo numeroso. Il saluto di Mamma Luzzi.
La cerimonia di presentazione del Livorno Tennis Show
Da Livorno, Riccardo Bisti – 30 novembre 2013
E’ stato bello, ma poteva andare meglio. E meno male che c'era Fognini! Bastano poche parole per riassumere la serata del Modigliani Forum, impianto bello e moderno che però si è rivelato “troppo” per la prima edizione del Livorno Tennis Show, organizzato dalla Nika Eventi di Alessio Veroni con l’importante supporto di Filippo Volandri. In un impianto da 8.000 posti, l'affluenza non ha superato le 2.000 unità. E allora, per gli organizzatori – ottimi in tanti altri aspetti – sarà tempo di riflessioni per capire come mai la città di Livorno non ha risposto con sufficiente entusiasmo a un’occasione irripetibile. C’erano sette dei migliori azzurri, tutti insieme per un esibizione di tre singolari e un doppio misto. Un campo di partecipazione che avrebbe allettato chiunque. E il parcheggio del Modigliani Forum, strapieno tanto da giustificare un po’ di lucro (3 euro per la sosta) sembrava promettere un migliore colpo d’occhio. Invece troppi seggiolini rossi, gialli e arancioni sono rimasti vuoti. Il top della serata, condotta da Luca Salvetti (da rivedere il sonoro del palazzetto, dagli spalti non si capiva granchè) e trasmessa in Toscana da Granducato TV, è stato il doppio misto. Con la formula dei due tie-break su tre, avrebbero dovuto giocare Pennetta-Volandri contro Knapp-Lorenzi. Poi, la sorpresa: “Karin ha un problema, ma abbiamo una sostituta d’eccezione…”. Ed ecco spuntare dagli spogliatoi un Fabio Fognini vestito da donna! Con un’andatura zampettante e caricaturale, Fognini ha abbandonato la virilità per una ventina di minuti e si è trasformato in “Fabia Fognini”. Indossava un completino Adidas giallo e azzurro, come quelli di Ana Ivanovic, Sorana Cirstea, Francesca Schiavone e la stessa Pennetta. Fabio ha il carattere giusto per un'esibizione. Farebbe concorrenza a Andy Roddick. Ha “preso di mira” soprattutto la Pennetta. In avvio, Flavia è riuscita a giocare la volèe su un passante supersonico, ma sul secondo è stata colpita (e affondata). Appena Fognini faceva un punto, il DJ metteva musica a palla. Lui si dilettava con salti, danzi, balletti, è stato il protagonista assoluto. Nel secondo tie-break, nel tentativo di recuperare un pallonetto, è franato addosso a un cartellone pubblicitario ed è rimasto per terra, facendo persino temere il peggio per qualche secondo. Poi annullava un matchpoint con una pregevole volèe stretta, fino a dare il meglio di sè nel penultimo punto: al termine di uno scambio spettacolare, Volandri tirava uno smash vincente in salto. Fognini, novello Bahrami, estraeva un’altra pallina dalla tasca e tirava un pallonetto, sul quale Volandri sbagliava il secondo smash. E’ stato talmente veloce da ingannare persino la giudice di sedia, che in un primo tempo ha assegnato il punto a Fognini-Lorenzi! La gag è durata un po’, poi le hanno fatto capire la cantonata e ha assegnato il punto a Volandri-Pennetta, poi vincitori col punteggio di 7-5 10-8. A fine partita, Fabia è tornato Fabio lanciando la maglietta verso il pubblico. Un ragazzina l’ha presa al volo ed è quasi scappata via per proteggere il trofeo. Forse non sarà una rockstar, ma di sicuro è stato il mattatore.
Il resto della serata? L’inizio era stato promettente, con una bella presentazione in American Style. I sette giocatori sono stati presentati uno per uno, con luci basse e fumo sparato per creare atmosfera. Sono entrati in campo tenendo per mano due bambini. Un rituale molto simile a quello delle ATP World Tour Finals. L’ordine di presentazione è stato: Volandri, Knapp, Starace, Lorenzi, Seppi, Pennetta e Fognini. Un bel clima, quando ancora si sperava che il palazzetto si riempisse un po’ di più. I primi a scendere in campo sono stati Volandri e Starace. Molto meno agonismo di domenica scorsa a Forte dei Marmi, la mente già protesa al match di domenica, quando si troveranno per la terza volta in sette giorni, nella semifinale di ritorno di Serie A1 tra Aniene e TC Italia. Si sono visti alcuni tweener, diversi serve and volley e un punto fatto giocare a un raccattapalle. Sul 4-4, Potito commetteva un doppio fallo sulla palla break e Volandri chiudeva 6-4 in meno di mezz’ora. Tutti i singolari si sono giocati con la formula del singolo set. Ancora meno storia nel singolare femminile, vinto 6-2 da Flavia Pennetta su una spenta Karin Knapp, fasciata al ginocchio e alla coscia destra. Entrambe hanno iniziato i loro turni di servizio con un doppio fallo, poi è venuta fuori la Pennetta. A chiudere, dopo il doppio misto, Andreas Seppi e Fabio Fognini hanno dato vita all’ennesimo derby tra i due migliori azzurri. Ha vinto Seppi 9-7 al tie-break, ma Fognini gliel’ha un po' regalata. Avanti 6-4, lo aveva chiamato a rete e, dopo un affannoso recupero, aveva tutto il lungolinea aperto. Bastava appoggiarla. Invece ha cercato un difficile tocco incrociato, finito in corridoio. In partita, non l’avrebbe mai fatto. Si ricorderà anche lo spettacolare passante di Seppi con la racchetta dietro la schiena. Ancora più difficile di un tweener. Ivan Lendl e Stefan Edberg ne avevano giocati uno a testa in una vecchia semifinale dello Us Open, ma quello di Seppi è stato ancora più bello. Andy aveva preso una break di vantaggio, ma quando ha servito sul 5-4 ha sciupato un matchpoint (bravo Fognini nell’occasione), poi ha avuto la fortuna già raccontata nel tie-break. L’atteso Paolo Ruffini, noto comico, attore e regista livornese, è arrivato solo nel finale e ha intrattenuto il pubblico con un paio di gag, facendo scambiare due palle a Seppi con un signore non più giovanissimo, felice come non mai.
L’idea di un’esibizione a fine anno con tutti i migliori azzurri è eccezionale. Come tutte le prime volte, non tutto è andato per il verso giusto. Come mai c’era così poca gente? La crisi e il freddo sono fattori importanti ma non decisivi. Inoltre, a parte le poltroncine da 50 euro, il prezzo dei biglietti non superava i 18 euro. La formula può certamente essere migliorata, magari inserendo un mini-torneo o mettendo qualcosa in palio. Un set secco dà troppo l’impressione di allenamento agonistico. Durante i singolari, i giocatori andavano piuttosto di fretta. Lo spettacolo è la cosa principale, ma l’agonismo vuole la sua parte. La comunicazione, forse, è stata incentrata troppo sul “locale” e meno sul “nazionale”. I media del posto hanno garantito un’ottima copertura, ma tanti canali istituzionali (e non) non hanno certo supportato l’evento. Non c’erano figure di spicco della FIT (ad eccezione del medico Pierfrancesco Parra), e non c’erano le telecamere di SuperTennis, che per eventi di questo tipo offre una certa risonanza (basti pensare all’evento di Reggio Emilia dell’anno scorso). L’annunciata presenza di Ruffini, poi arrivato in extremis, si è rivelata un mezzo boomerang per un’organizzazione volenterosa e appassionata. Il ricordo più dolce resterà il tavolino dell’instancabile Paola Cesaroni, mamma di Federico Luzzi, che ha distribuito gli ultimi gadget (maglie autografate, cappellini e altro ancora) di un’avventura nata cinque anni fa, dopo la tragica morte di Federico. In questo periodo, la signora Paola ha girato l’Italia in lungo e in largo per portare avanti il ricordo del figlio. Non sempre ha trovato porte aperte, soprattutto dopo l’esaurimento dell’onda emotiva. Ma i veri amici non l’hanno mai abbandonata: tra loro c’erano i giocatori presenti a Livorno, che le hanno lasciato spazio per un commosso ricordo durante l’esibizione. L'avventura itinerante di Fedelux è terminata al Modigliani Forum, ma l’associazione continuerà a lottare e raccogliere donazioni per l’Associazione Onlus contro le Leucemie, intitolata proprio a Federico. Sarà dalla bellezza di questo gesto, e dalle prodezze di FabiA Fognini, che il Livorno Tennis Show potrà ripartire, magari rendendo più accessibili i giocatori, senza limitarsi a un “Per ora hanno espresso di non rilasciare interviste”.
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