I giocatori che potrebbero alzare bandiera bianca nel 2014. Età, fisico e mancanza di motivazione sono i motivi che spingono verso un ritiro. Ecco chi ‘rischia’ di più. 
Venus Williams non è più competitiva ad alti livelli. A giugno compirà 34 anni

Di Riccardo Bisti – 3 gennaio 2014
 
Tra le scelte più difficili per un giocatore c'è quella del momento giusto per ritirarsi. La celebrità è come una droga: è difficile farne a meno. Lo dimostra il gran successo del Senior Tour, zeppo di ex numero 1, nonchè la nuova moda del coaching. Non solo Lendl, Becker ed Edberg, ma anche Bruguera, Ivanisevic, Ferrero e tanti altri ex sono coinvolti nell’ambiente. Il 2013 è stato un anno di ritiri eccellenti. Il più importante, forse perchè inatteso, è quello di David Nalbandian. L’argentino non aveva più ambizioni di carriera, ma era ancora competitivo. In fondo aveva raggiunto una finale ATP a febbraio (San Paolo, persa contro Nadal). L’ennesima operazione l’ha costretto a mollare. Hanno lasciato perdere anche Nicolas Massu e James Blake, ormai non più competitivi. Xavier Malisse si è semplicemente stufato, mentre Igor Andreev ha lasciato perdere per problemi fisici. Tra le donne, c’è stata un’ecatombe di ritiri britannici: hanno lasciato Anne Keothavong ed Elena Baltacha, ma lo shock vero e proprio è stato l'annuncio di Marion Bartoli, che ha detto addio un mese dopo il successo a Wimbledon. Il 2014 potrebbe essere un altro anno di addii importanti. Alcuni sembrano annunciati. Cerchiamo di ipotizzare chi potrebbe alzare bandiera bianca.
 
NIKOLAY DAVYDENKO
L’età e la paternità lo hanno ridotto ai margini. Il suo tennis si basa su una gran velocità di piedi, che necessita una condizione fisica sempre ottimale. Kolya è già stato bravo a riprendersi dopo il fango che gli hanno tirato addosso per la vicenda-scommesse, ma oggi sembra improbabile un ritorno ad alti livelli. Sembra che la sua permanenza nel circuito abbia i mesi contati. Lascerà senza rimpianti: 21 titoli ATP, tra cui un Masters e tre Masters 1000 (Bercy, Miami e Shanghai) oltre alle semifinali a Roland Garros e US Open. La semifinale persa nel 2005 a Parigi contro Mariano Puerta resta il suo più grande rimpianto, soprattutto dopo quanto successo all’argentino. Se i risultati non arriveranno, potrebbe gettare la spugna molto presto.
 
MARDY FISH
"Perchè mai dovrei tornare e magari rischiare la vita?”. Se lo starà domandando l’americano, che grazie al tennis ha messo da parte un mucchio di soldi e trovato una moglie stupenda. Fish è un tennista part-time da quasi due anni, da quando la tachicardia lo ha assalito durante il torneo di Miami 2012. Da allora è tornato a intermittenza, ma si è sempre bloccato. I problemi cardiaci lo condizionano. Fish è un tipo ansioso, non riesce ad allenarsi con serenità. Autore di uno strepitoso 2011, in cui si è qualificato addirittura per le ATP World Tour Finals, difficilmente tornerà a buoni livelli, anche perchè non è un gran lavoratore. Ha già fatto un sacrificio enorme qualche anno fa, quando riuscì a dimagrire. Una sua resurrezione ci stupirebbe molto.
 
IVO KARLOVIC
La vittoria a Doha contro Tomas Berdych dimostra che è ancora competitivo, ma nel 2014 compirà 35 anni e gira nel circuito da 14 stagioni. Il suo serve and volley, basato su un servizio scagliato da 211 centimetri d’altezza, lo ha aiutato a restare a galla in un tennis sempre più fisico. Con cinque titoli ATP e qualche sparso exploit, è arrivato fino al numero 14. L’anno scorso ha temuto di dover smettere a causa di una meningite contratta da una puntura d’insetto. Ha avuto la forza di riprendersi, ma il suo fisico è tanto grosso quanto fragile: l’impressione è che il prossimo infortunio potrebbe essergli fatale. Non prima di aver infilato l’ultimo record di ace.
 
MICHAEL RUSSELL
E’ un fenomeno nel gestire risorse ed energie, tanto da sembrare quasi fissato. La cura dei dettagli gli ha consentito di vincere 15 tornei challenger e chiudere miracolosamente tra i top-100 per l’ottava volta nelle ultime dodici stagioni. Tutti ricordano l’ottavo di finale al Roland Garros 2001, quando per poco non batteva Gustavo Kuerten. Poi si è attestato su una semplice normalità, da cui non si stacca perchè riesce ancora a guadagnare qualche soldo. Quando si renderà conto di non essere più competitivo, si ritirerà nella casa di Houston dove è andato a vivere con la moglie. L'ha scelta perchè è una delle città meno costose degli States…
 
TOMMY HAAS
Ogni anno è buono per inserirlo nella lista. E’ il più anziano tra i top-100 ed è reduce da una montagna di infortuni. Se è vero che gli hanno precluso tanti successi, gli hanno allungato la carriera. Tuttavia, nel 2014 compirà 36 anni e l’orologio biologico gira per tutti. Vorrebbe giocare fino a 40 anni: vuole che la figlia si renda conto di avere un padre tennista, ma il suo futuro è appeso alle condizioni fisiche. Nel 2013 ha giocato benissimo, forse troppo, perchè potrebbe vivere male un eventuale calo. Vuole i top-10, ma potrebbe rischiare di sentire il peso di una vita da nomade. E poi ha già famiglia…
 
LLEYTON HEWITT
E’ stato chiaro, anche se contradditorio. Prima dice “Sono a un infortunio dal ritiro”, lasciando intendere che il prossimo problema fisico potrebbe essere l’ultimo. Poi, però, sostiene che l’imminente Australian Open non sarà l’ultimo della sua carriera. Questa settimana ha giocato bene a Brisbane: in Australia non gli accadeva da un po’. L’impressione è che sia combattuto dalla voglia di andare avanti, quello spirito guerriero che si legge nella sua t-shirt (“C’mooon!”) e le esigenze della famiglia. La moglie Rebecca e i tre figli potrebbero non aver più voglia di stargli dietro.
 
RADEK STEPANEK
Classe 1978, sembra non avere alcuna intenzione di mollare. In fondo, meno di due mesi fa regalava alla Repubblica Ceca il punto decisivo in Coppa Davis. La classifica è ancora buona, e la nuova partnership con Petra Kvitova potrebbe essere una motivazione. Se la storia andrà avanti (non ci metteremmo la mano sul fuoco, visti i trascorsi…), potrebbe pensare che è meglio girare il mondo con la racchetta in mano piuttosto che nelle vesti di fannullone al seguito della fidanzata. Ma Radek è imprevedibile. Magari gioca male un torneo e decide di piantarla lì. Onestamente, non sarebbe una grande sopresa.
 
FELICIANO LOPEZ
E' talmente bello e stiloso che sembra aver fermato il tempo. Ma l’età passa anche per il bel “Deliciano”, come lo ha soprannominato Judy Murray. Ha messo su famiglia ed è interprete di un tennis dispendioso sul piano mentale. Non sembrano esserci i sentori di un ritiro, anzi, si presenterà ancora una volta con grandi ambizioni a Wimbledon. Adora l’erba, ma non è mai andato oltre i quarti. Sente che potrebbe essere l’anno buono. Tuttavia, un eventuale fallimento londinese potrebbe alimentare pensieri che ad oggi sembrano piuttosto lontani. In fondo, ha vinto più o meno quello che desiderava, con la chicca di tre Davis da protagonista.
 
VENUS WILLIAMS

Ha iniziato benino ad Auckland e ha recentemente dichiarato di voler vincere uno Slam. Verrebbe quasi da dirle: “A chi la racconti, Venere?”. A livello Slam, non è più competitiva da anni. Classe 1980, compirà 34 anni in estate ed è piuttosto logora, non solo per la Sindrome di Sjogren ma perchè la sua carriera dura da 20 anni, peraltro senza grandi pause. Si è costruita il futuro con la sua linea di abbigliamento, ma certamente non avrà problemi a trovare un impiego. L’unico dubbio riguarda il desiderio di giocare le Olimpiadi di Rio. In questo momento, tuttavia, non la vediamo attiva fino al 2016.
 
KIMIKO DATE

Non c’è una sola ragione per cui dovrebbe andare avanti. Ha polverizzato diversi record di longevità, oltre ad aver dimostrato che si può stare fermi per 12 anni e tornare subito tra le top 100 (il che non depone certo a favore del tennis femminile di oggi…). Adesso potrebbe finalmente dedicarsi alla famiglia e magari mettere al mondo quel figlio che Steffi Graf (quasi coetanea!) le consiglia da tempo. “A volte le madri delle mie avversarie sono più giovani di me!” ha detto qualche mese fa. Ecco, è un altro motivo per lasciar perdere. Anche perchè sembra impossibile che possa migliorare i risultati degli ultimi 1-2 anni.