CLAMOROSO! L’Italia è il paese con più giocatori nelle qualificazioni maschili dell’Australian Open (ci sta davanti l’Australia, che però ha ben 7 wild card). Deserto sudamericano.
Potito Starace e Alessandro Giannessi tenteranno l'avventura nelle qualificazioni dell'Australian Open (Foto Dario Castaldo / E' di Castaldo anche la foto in home page)
Di Riccardo Bisti – 7 gennaio 2014
Ok, non ci saranno gli “olè’” che i tifosi intonano quando lo speaker dello stadio recita la formazione. Però gli appassionati possono gioire. Australia a parte, l’Italia è il paese più rappresentato nelle qualificazioni maschili dell’Australian Open. E’ un risultato eccezionale, che va ben oltre il dato numerico. Non sono troppo lontani i tempi in cui ci presentavamo a Melbourne con una rappresentanza sparuta e poco competitiva. La tendenza è cambiata e segna un'importante svolta. Perché giocare uno Slam è sempre bello, ma andare in Australia è costoso e non offre chissà quali garanzie. In un’intervista-cult con TennisBest, Gianluca Naso (che ieri ha compiuto 27 anni: auguri!) raccontò le enormi difficoltà economiche per un giocatore del suo ranking. Pur essendo intorno al numero 200 ATP, faceva fatica ad andare in Australia insieme al coach. “Giallo” fa parte degli 11 azzurri (eroi?) che si sono sobbarcati oltre 20 ore di volo per lottare sul plexicushion di Melbourne. 11 come i membri di una squadra di calcio. E allora, anche senza gli olè della curva, vale la pena citarli tutti, in rigoroso ordine di tabellone: Lorenzo Giustino, Matteo Viola, Simone Vagnozzi, Potito Starace, Thomas Fabbiano, Alessandro Giannessi, Gianluca Naso, Alessio Di Mauro, Marco Cecchinato, Andrea Arnaboldi e Flavio Cipolla. C’è di tutto: dagli esordienti Giustino e Cecchinato al super-veterano Di Mauro, ancora motivatissimo nell’anno in cui ne compirà 37. Non sappiamo se riusciremo a ingrossare le fila azzurre nel main draw, ma tanta quantità è fondamentale. Non si va ripetendo da anni che la quantità è la base per creare la qualità? Quante volte ci siamo sentiti dire che, per tanti Granollers, Andujar e Ramirez Hidalgo, è più facile che emerga un Nadal?
E' interessante il confronto con gli altri grandi paesi. L’Australia ha più rappresentanti di noi (13), ma il dato è fortemente dopato dalle wild card, ben sette. Significa che soltanto sei australiani possono giocare le qualificazioni per diritto di classifica. Noi siamo alla pari con la Francia (altro paese-esempio), ma vinciamo ugualmente: l’undicesimo francese (Enzo Couacaud), infatti, è stato ammesso grazie a una wild card. Significa che l’Italia è il paese con più giocatori ammessi di diritto. Una soddisfazione non da poco, per un paese che non produce un top-10 da oltre trent’anni e che sta vivendo una delicata fase economica, fattore non trascurabile quando si parla di una trasferta in Australia. A maggior ragione se diamo un’occhiata al Sud America, storico serbatoio di giocatori. I dati sono impietosi: ci sono soltanto 2 brasiliani, un cileno e un argentino. E pensare che l’Argentina può contare su ben quattordici giocatori piazzati tra la 100esima e la 300esima posizione ATP. Di questi, soltanto Diego Sebastian Schwartzman si è recato a Melbourne. Il motivo è la crisi, implacabile, che costringe tanti giocatori a contare gli spiccioli. Noi siamo messi un po’ meglio, ma si respira voglia di tennis e di crescita. Se tutto questo è stato possibile, buona parte del merito è della Serie A. I guadagni dei campionati a squadre sono fondamentali per i giocatori di seconda fascia: basti pensare che tutti gli 11 azzurri presenti a Melbourne hanno partecipato alla Serie A nel 2013. Nove hanno giocato in A1, mentre Lorenzo Giustino e Thomas Fabbiano sono stati impegnati in A2, rispettivamente con il Tennis Club Schio e il Circolo Tennis Massa Lombarda.
Dati che andrebbero mostrati ai tanti detrattori della Serie A1, magari gli stessi che si esaltano per una presenza così massiccia. Dando un’occhiata ai paesi più rappresentati, certi numeri mettono i brividi: avremo più rappresentanti degli Stati Uniti e persino della Spagna. Se anche avessero schierato tutti gli effettivi, gli spagnoli non avrebbero superato le 10 unità (gli assenti sono Ruben Ramirez Hidalgo per scelta personale e Guillermo Olaso per la nota vicenda scommesse). La Germania, con tanti praticanti e tesserati, porta soltanto sei giocatori, così come il Giappone. Sorprendono i cinque rappresentanti del Belgio, la cui crescita sta diventando interessante. Intendiamoci: le presenze che contano davvero sono quelle nel main draw: è lì che l’Italia deve migliorare e puntare ai numeri di Francia e Spagna. Ma torniamo al discorso di prima: l’eccellenza si costruisce con l’allargamento della base. E questo, in Italia, sta avvenendo in misura sempre maggiore. Le cose vanno meno bene in campo femminile, dove abbiamo appena tre giocatrici nel tabellone preliminare. Speriamo che il risveglio dopo i fasti di Schiavone e company non sia troppo brusco.
QUALIFICAZIONI AUSTRALIAN OPEN UOMINI
I PAESI RAPPRESENTATI
AUSTRALIA 13 (7 Wild Card)
ITALIA 11
FRANCIA 11 (1 Wild Card)
STATI UNITI 9
SPAGNA 8
GERMANIA 6
GIAPPONE 6
BELGIO 5
CANADA 4
CROAZIA 4
SLOVACCHIA 4
GRAN BRETAGNA 3
RUSSIA 3
UCRAINA 3
TAIPEI 3
SERBIA 3
REPUBBLICA CECA 3
AUSTRIA 2
BOSNIA 2
OLANDA 2
BRASILE 2
SVIZZERA 2
SUD AFRICA 1
GRECIA 1
ROMANIA 1
ARGENTINA 1
CINA 1
BIELORUSSIA 1
PORTOGALLO 1
PRINCIPATO DI MONACO 1
UNGHERIA 1
INDIA 1
TURCHIA 1
IRLANDA 1
CILE 1
TUNISIA 1
EGITTO 1
LITUANIA 1
SLOVENIA 1
ISRAELE 1
MOLDAVIA 1
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