AUSTRALIAN OPEN – Mentre tre delle quattro Fab Four azzurre escono al primo turno, Camila Giorgi passa contro la baby australiana Sanders. Ma era sotto 4-2 al terzo… 
Francesca Schiavone esce al primo turno per la quinta volta negli ultimi sei Slam

Di Riccardo Bisti – 14 gennaio 2014

 
C’è un certo valore simbolico dietro ai risultati delle azzurre. Da anni si auspica un cambio della guardia, o almeno dei ricambi di valore. Il quartetto composto da Schiavone, Pennetta, Errani e Vinci ci ha regalato tantissimo, e molto a lungo. Ma neanche loro sono eterne. L’Australian Open 2014 può segnare una svolta: dello storico gruppo, soltanto la Pennetta è al secondo turno. Ma è stata raggiunta da Camila Giorgi, ad oggi l'unico vero nome dell’Italia under 25. Nastassja Burnett stenta nelle qualificazioni e non riesce ad avvicinare le top-100, mentre le altre sembrano un gradino sotto. C’è soltanto Camila, con il suo background particolare che peraltro sembra avere più ombre che luci, come raccontato a Sports Illustrated dai tanti investitori che stanno ancora aspettando la restituzione dei soldi girati a Camila (e papà Sergio) per allenarsi e vivere da professionista. Ma questa è un’altra storia, che meriterà un adeguato approfondimento. Oggi, Camila si gode il secondo turno a Melbourne grazie a una laboriosa vittoria contro la giovane australiana Storm Sanders, ragazzona di 19 anni dalla buona tecnica ma margini di miglioramento impressionanti, soprattutto sul piano fisico. Mostra una pericolosa tendenza a ingrassare che ne limita l’efficacia negli spostamenti. I suoi allenatori dovranno intervenire pesantemente, altrimenti rischia di non esprimersi appieno. Eppure, la Sanders si è trovata avanti 4-2 nel terzo set prima di disunirsi e regalare alla Giorgi gli ultimi quattro game. E’ finita 4-6 6-1 6-4 e Camila va al secondo turno, dove intascherà 50.000 dollari australiani (al lordo delle tasse). Se i suoi ex-investitori noteranno soprattutto quello, gli appassionati italiani pensano già al secondo turno contro Alize Cornet, che potrebbe valere una sfida-champagne contro Maria Sharapova.
 
La Giorgi, passata sotto l’ala protettrice della FIT, ha svolto l’intera preparazione invernale a Tirrenia. Una rondine non fa primavera, ma a giudicare da questo match non si sono visti grossi cambiamenti. Continua a picchiare duro su tutte le palle, senza particolare discernimento. In meno di due ore, ha commesso 47 errori gratuiti (a fronte di 27 colpi vincenti). Un po’ troppi per una giocatrice che non nasconde ambizioni da top-10. E’ ancora giovane, ma non è più una bambina. Tra le top-100, ci sono ben 22 giocatrici più giovani di lei. Il suo talento è fuori discussione, e vale certamente più della 99esima posizione. Proprio per questo, pur togliendo la tara di qualche infortunio, è probabile che negli anni passati sia stato commesso qualche errore. Il servizio continua ad essere croce e delizia: 5 ace sono un discreto bottino, ma 13 doppi falli sono troppi. Proprio due doppi falli e un dritto sparacchiato in lunghezza hanno regalato alla Sanders l’unico break del primo set. Uscita dal campo, Camila ha approfittato del calo dell’avversaria e le ha rifilato un 6-1 nel secondo. Nel terzo è ricominciata la solita altalena tra vincenti ed errori gratuiti, fino all’ennesimo doppio fallo che ha mandato la Sanders sul 4-2. La Giorgi, vestita di rosa con shorts “fantasia”, e il solo logo di SuperTennis sull’abitino, non ha battuto ciglio e ha continuato a giocare come se niente fosse. A volte è un vantaggio, a volte no. In questa occasione è andata bene e un rapido pugnetto, unito a una fredda stretta di mano, hanno accompagnato la sua vittoria. Tocca ripetersi: il potenziale fa paura, ma non si sono visti significativi miglioramenti sugli storici punti deboli. E’ il secondo match in tre mesi, ci può stare. Ma c’è da attendersi un rapido miglioramento. Il tempo, purtroppo, non aspetta.
 
Conosce molto bene i segni del tempo anche Francesca Schiavone, autrice di una partita dignitosa ma perdente contro Dominika Cibulkova. Era sfavorita e ha perso. Purtroppo, le sconfitte della milanese non sono più una notizia. Con un nuovo sponsor d’abbigliamento e Laura Golarsa nuovamente al suo fianco, la “Schiavo” ha perso l’esplosività fisica che l’ha accompagnata fino a tutto il 2011. Lo spirito c’è ancora: basti pensare all’urlo con cui ha accompagnato il punto del 4-4 nel secondo set. Gioca sempre bene, è ancora in grado tirare degli slice a fil di rete che diventano colpi vincenti. Ma sono sempre meno. L’ossatura di un match è fatta dalle pallate da fondocampo, e Francesca non ha più la cilindrata di un tempo. Dai un’occhiata alle statistiche e non capisci come abbia fatto a perdere. Il bilancio vincenti-errori gratuiti è “-13” per lei e “-9” per la Cibulkova. Appena quattro punto di differenza, azzerati dai sei doppi falli (e zero ace) della slovacca. Penseresti a un match equilibrato, invece non si è mai avuta la sensazione che il match potesse girare. Soltanto nel nono gioco del secondo, Francesca sembrava entrare in erezione agonistica e saliva 40-0. Perdere quel game è stato micidiale. E così l’azzurra raccoglie la 13esima sconfitta al primo turno di uno Slam su 54 partecipazioni, peraltro consecutive. Il problema è che si tratta della quinta negli ultimi sei Major. Qualcosa, purtroppo, vorrà dire. Timidamente, tra mille intoppi, il cambio della guardia si sta materializzando. E la transizione potrebbe non essere troppo felice. In fondo, lo “Storico Gruppo” ci ha dato tantissimo. Chiunque arriverà dopo, dalla Giorgi in giù, dovrà fare i conti con un’eredità pesantissima.