COPPA DAVIS – Argentina-Italia in tono minore, senza Del Potro e senza il tutto esaurito. Gli azzurri cercano il colpaccio. Due incognite: la lentezza della superficie e la tenuta di Fognini.
Fabio Fognini e Juan Monaco daranno vita al singolare più atteso della prima giornata
Di Riccardo Bisti – 31 gennaio 2014
“Adriano, mi regali una racchetta?”. “No, te le regalo tutte. Non mi servono più”. Pensi a Italia-Argentina e il ricordo vola all’unico precedente del 1983, quando il Foro Italico fu teatro di una disfatta annunciata. Vilas e Clerc ci batterono 5-0 e fu l’ultima partita di Adriano Panatta, che decise di appendere la racchetta al chiodo in modo plateale, donando la sua attrezzatura a un tifoso. Da allora, i destini delle due nazionali non si sono mai incrociati. Negli anni 90 erano troppo scarsi loro, negli anni 2000 eravamo troppo scarsi noi. E adesso? Se non ci fosse Juan Martin Del Potro, l’Italia non avrebbe nulla da invidiare, anzi. E visto che non ci sarà Del Potro, gli azzurri affrontano con legittime speranze il weekend di Mar del Plata, dove il “Patinodromo” intitolato al mitico pattinatore Adalberto Lugea ospiterà una sfida in tono minore. Si dice che in Argentina ci sia grande passione per la Coppa Davis, ed è certamente vero, ma per loro è un momento così così. Senza Del Potro e Nalbandian, sentono che gli anni buoni per vincere l’Insalatiera sono passati. Stanno vivendo una fase di assestamento di cui l’Italia può approfittare, anche perché il pubblico sarà caloroso, ma forse non così numeroso. A 24 ore dalla sfida, dai circa 6.000 biglietti messi in vendita (la capienza è di oltre 9.500, ma molti sono riservati), circa un migliaio sono rimasti invenduti. Havas Sport, la società che si occupa di commercializzare la Davis argentina, non ha escluso sconti dell’ultim’ora per convincere i marplatensi. In questo clima strano, dove si respira un po’ di smobilitazione, l’Italia cercherà di confermare un posto tra le prime otto della Coppa Davis e proporsi come una delle migliori nazioni al mondo. Con Seppi e Fognini, almeno in Davis, è possibile. Il sorteggio non contava granchè: ad ogni modo, i primi a scendere in campo (ore 15.30 italiane, diretta SuperTennis) saranno Andreas Seppi e Carlos Berlocq, dopodichè sarà il turno di Fabio Fognini e Juan Monaco. La classifica è per noi, il fattore campo è per loro.
Le conferenze stampa non hanno fornito spunti interessanti. Entrambe le squadre hanno parlato della difficoltà della sfida e del profondo rispetto per gli avversari. Questo è certamente vero, tanto che nei giorni scorsi Fognini e Monaco sono andati a seguire insieme una partita di calcio. Argentina-Italia è la classica partita che può terminare 5-0 oppure 0-5. Al di là delle dichiarazioni precotte di Corrado Barazzutti e Martin Jaite, i fattori-chiave del weekend potrebbero essere due: la superficie e il rendimento di Fabio Fognini. Gli argentini hanno allestito un campo in terra rosso molto lento, ideale per loro, un po’ meno per noi. Sull’argomento si è espresso Andreas Seppi. “Avrei preferito una superficie meno lenta, il campo è molto pesante e le palle viaggiano poco, anche se il caldo dovrebbe velocizzarle”. Le condizioni ultra-lente sono l’ideale per “Charly” Berlocq e i suoi movimenti ampi ed accentuati. Non ha una grande esperienza in Davis, ma ha vinto partite importanti contro Kohlschreiber e Simon. Ergo, non va sottovalutato. E poi, attenzione a Fabio Fognini. Degli otto giocatori, il ligure dovrebbe essere l’unico a giocare tutti i tre giorni. Fedele ai suoi risuali, Barazzutti ha annunciato Volandri-Bolelli, ma è chiaro che ha intenzione di schierare Fabio accanto al bolognese. “Non crediamo proprio che giocherà Volandri – ha detto Martin Jaite – ci aspettiamo il doppio Bolelli-Fognini. Al massimo, se Fognini sarà stanco dopo il primo singolare, potrebbe giocare Seppi”. Loro non hanno dubbi: in campo Schwank-Zeballos. Fognini sa bene che gli occhi sono puntati su di lui: “Bisognerà giocare con calma e pazienza. Il pubblico sarà per loro e non dovremo farci prendere dal nervosismo”.
Impressioni? Questo match sarà più importante per noi che per loro. Se la sfida di 30 anni fa, al Foro Italico, segnò la fine di un’epoca, quella di Mar del Plata potrebbe rappresentare un nuovo inizio. Dall’Argentina potrebe ripartire un po’ di gloria per il tennis italiano. L’anno scorso abbiamo avuto l’illusione di centrare la semifinale, stavolta avremmo la possibilità di giocare i quarti in casa, contro Stati Uniti o Gran Bretagna, tutt’altro che irresistibili, almeno in trasferta. Oltre a Barazzutti, del famoso precedente del Foro Italico c’è un solo reduce: si tratta di Francisco Yunis, attuale coach di Carlos Berlocq. Allora era il quarto uomo del team argentino, un ragazzo di 19 anni che restava a bocca aperta davanti a mostri sacri come Vilas e Clerc. “Ma prima della sfida giocai un set con Vilas, perdendo 10-8. Gli piaceva allenarsi con me perché tiravo forte. Ion Tiriac mi vide e si propose di allenarmi, era convinto di portarmi tra i primi 10. Mi invitò in Romania, ma non ci sono andato. E’ un piccolo rimpianto”. Yunis non è mai andato oltre la 61esima posizione. Gli altri reduci di allora si sono persi, tra scelte diverse e polemiche con le rispettive federazioni. Ma l’aneddotica non conta granchè. Ciò che conta, adesso, è il campo. L’Italia cercherà di ballare il suo tango, l’Argentina cercherà di bloccarci nelle sue sabbie mobili. La Davis è anche questo. Palla al centro.
ARGENTINA – ITALIA (Mar del Plata, terra battuta)
Venerdì 31 gennaio
Andreas Seppi vs. Carlos Berlocq
Fabio Fognini vs. Juan Monaco
Sabato 1 febbraio
Filippo Volandri / Simone Bolelli vs. Eduardo Schwank / Horacio Zeballos (*)
Domenica 2 febbraio
Fabio Fognini vs. Carlos Berlocq
Andreas Seppi vs. Juan Monaco
(*) I capitani possono modificare le formazioni fino a un’ora prima
Tutti i match saranno trasmessi in diretta su SuperTennis
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