Samantha Stosur vorrebbe l’inversione di campo per Australia-Germania di Fed Cup. “Sarebbe più comodo”. Ma così facendo si toglierebbe fascino alla competizione.  
Samantha Stosur saluta le compagne dopo un successo in Fed Cup

Di Gianluca Roveda – 12 febbraio 2013

 
Le dichiarazioni di Samantha Stosur hanno acceso un dibattito interessante. La sua Australia ha raggiunto le semifinali di Fed Cup battendo gli scarti della Russia a Hobart. E' un risultato importante, perché le cangurotte non vincono il trofeo da quarant’anni e non raggiungono una finale dal 1993. Il match contro la Germania avrà una certa risonanza, e dovrebbero giocarlo in casa. Eppure, incredibilmente, stanno valutando l’ipotesi di chiedere l’inversione di campo all’ITF. Follia? In realtà, i prossimi 19-20 aprile, quasi tutte le giocatrici saranno già in Europa per la stagione sul rosso. Guarda caso, il 21 aprile inizia il torneo di Stoccarda, proprio in Germania. Un match in Australia in quel periodo obbligherebbe le giocatrici a una trasferta di almeno 7-8 giorni e complicherebbe la preparazione per i tornei primaverili. “Sarebbe bello se la semifinale si giocasse in Europa, anche se ovviamente lo dico per ragioni egoistiche. Tutte le giocatrici saranno già lì” ha detto la Stosur. In altre parole, ha messo gli interessi personali davanti a quelli della squadra. Se per lei potrebbe essere una noia tornare in Australia in quel periodo, figurarsi per le tedesche…la capitana Alicia Molik è pronta al dibattito, ma preferirebbe giocare in casa. Ma il regolamento ITF cosa dice? Ogni nazione con la scelta del campo (vale la regola della reciprocità, ma solo dal 1970 in poi: per qualsiasi altro caso, si ricorre al sorteggio) può chiedere alla Federazione Internazionale di ospitare l’incontro in sede neutra, oppure addirittura l’inversione di campo.
 
La differenza è sostanziale: in caso di approvazione del campo neutro, la squadra “ospitante” manterrebbe la possibilità di scegliere superficie e tipo di palle. Al contrario, in caso di inversione sede, questi diritti passano all’altra squadra. Casi del genere sono rari ma non impossibili. Il più recente riguarda proprio l’Australia di Fed Cup, che lo scorso anno chiese e ottenne l’inversione di campo con la Svizzera. Si giocò sulla terra battuta di Chiasso in un weekend falcidiato dalla pioggia. La vicenda non ebbe molto clamore: in fondo si trattava di un “semplice” spareggio. Per una semifinale del World Group, la faccenda si fa più seria. Nel 2007, il Lussemburgo aveva la possibilità di giocare in casa contro l’Italia, ma chiese di invertire il campo e si giocò ad Alghero. Vicende del genere capitano anche in medio oriente, in zone dove la guerra e le intolleranze razziali e religiose creano addirittura problemi di ordine pubblico. Per questo motivo, alcuni match si sono giocati in campo neutro. Sull’argomento si è espresso il guru Peter Bodo in un articolo apparso su www.tennis.com. A suo dire, una scelta "creativa" delle sedi dovrebbe essere incoraggiata e incentivata. “'Scelta del campo' dovrebbe essere interpretato nel senso letterale del termine – scrive Bodo – se la Spagna vuole ospitare la Serbia a Glasgow, perché no?”. Secondo lui, alcuni campioni sono talmente globali che attirerebbero pubblico da qualsiasi parte del mondo, anche se “I luoghi migliori saranno quasi sempre quelli di casa”. La proposta è affascinante ma poco realizzabile. Intanto, chi andrebbe a vedere Germania-Australia, per esempio, a Siviglia? Il discorso della globalità sarebbe valido soltanto per pochi giocatori: Federer, Nadal, Djokovic, forse Murray, Sharapova….ma nessun ceco andrebbe a Dublino per vedere un match di Davis con Tomas Berdych. Al contrario, a Praga fa registrare il tutto esaurito.
 
Senza contare che tanti match di Davis e Fed Cup si giocano in luoghi solitamente non frequentati dal circuito, quindi esercitano già una certa valenza promozionale. Insomma, non crediamo che la formula “Home-Away” sia tra i peggiori difetti di Davis e Fed Cup. Anzi, ne costituisce il fascino. Giocare incontri fuori stagione, fuori superficie, lontano dalle rotte del tour, mette a dura prova cuore e coraggio dei giocatori. E lì che il tennis profuma di eroismo (sportivo, s’intende). Per questo, crediamo che la formula debba rimanere tale e limitare i cambi di sede soltanto a cause di (vera) forza maggiore. Ci auguriamo che Alicia Molik convinca la Stosur a fare il sacrificio e regalarci un paio di notti insonni per Australia-Germania, con le giocatrici poi costrette a volare subito in Europa per il circuito WTA. Karin Knapp ha dimostrato che si può: delle quattro azzurre in gara al primo turno di Doha, era l’unica reduce da un viaggio intercontinentale. Ed è stata l’unica a passare il turno. Togliendo il fascino dei match in casa e in trasferta, non si potrebbero neanche più raccontare storie come questa.