Le riflessioni del gigante statunitense in occasione dell’ATP 250 di Auckland
Dopo una stagione in chiaroscuro, John Isner non è ancora disposto ad appendere la racchetta. Anche se l’età avanza inesorabilmente ed il fisico non è più come una volta, lo statunitense ha intenzione di ritagliarsi ancora qualche soddisfazione prima di dire addio al tennis. “Mi sento ancora abbastanza bene – confessa lo statunitense in un’intervista rilasciata al sito ATP -. So di essere entrato nella fase crepuscolare della mia carriera, ma è anche vero che molti altri colleghi alla mia età non giocavano già più. Per questa ragione ritengo di essere molto fortunato. Se non sbaglio sono il più anziano in top 100 ed è una cosa di cui vado molto orgoglioso. Tuttavia mentirei se dicessi che amo tutto il lavoro che c’è dietro. A volte allenarsi può diventare abbastanza monotono, ma io amo farlo e voglio allungare la mia carriera il più possibile. Il mio cambio di guida tecnica? Ora sto lavorando con Philip Farmer. Vive a Dallas ed è anche il coach di Austin Krajicek e Hans Hach Verdugo, con cui a volte gioco in doppio. Ci alleniamo tutti insieme e siamo legati tra noi. Sono pronto a fare grandi cose quest’anno”.
Viaggiare per tanti mesi lontano dagli affetti è diventato sempre più difficile negli ultimi tempi. “Quando avevo 27 anni ed ero senza i miei tre figli e mia moglie perdere mi faceva molto più male. L’anno scorso non potevano essere con me in alcuni tornei a causa delle restrizioni e mi mancavano tremendamente. Sono stato in Australia per tre settimane e mezzo e non mi sentivo del tutto felice” ha confidato Long John.