Ad Acapulco, in una nottata dall'umidità terrificante (83%), Murray rischia di farsi male ma centra la semifinale, mentre Ferrer si fa male per davvero ed è costretto al ritiro.
David Ferrer in ginocchio: uno stiramento all'adduttore lo preoccupa
Di Riccardo Bisti – 28 febbraio 2014
Dici Acapulco e vengono in mente i concetti di sole, mare, divertimento. Stavolta è stato un mezzo dramma. Le prime due teste di serie, Andy Murray e David Ferrer, hanno vissuto una pessima serata. Lo scozzese ce l’ha fatta per un pelo, mentre lo spagnolo è uscito nel peggiore dei modi e lascia in apprensione i suoi tifosi. Ma andiamo con ordine. Si sta giocando con un’umidità incredibile, superiore all'80%: oltre al caldo e a condizioni di gioco obiettivamente difficili, sul campo si crea una condensa che lo rende scivoloso e, dunque, pericoloso. Come al primo turno contro Pablo Andujar, lo scozzese non è praticamente sceso in campo nel primo set. Sembrava stanco e svogliato, come se non avesse voglia di giocare. Dall’altra parte, c’era un Gilles Simon carico e motivato (anche se – incredibilmente – raffreddato). Raramente lo abbiamo visto giocare così bene con il dritto. Non sarà mai il suo colpo migliore, ma ha imparato a spingere. Potrebbe essere la chiave per un interessante salto di qualità. Contro un Murray disastroso al servizio, “Gillou” si è trovato 6-1 4-2 e poi 5-3, ma non è riuscito a chiudere. Murray ha improvvisamente migliorato l’atteggiamento (più che il gioco) ed è riuscito a spuntarla 7-4 al tie-break, peraltro dopo essere stato sotto 1-3. Va detto che Simon ha sbagliato due volèe piuttosto facili, probabilmente decisive. Nel terzo, dopo il primo game, Il francese ha chiesto l’intervento del trainer per un dolore alla schiena. Sembrava potesse ritirarsi da un momento all’altro, invece è rimasto in campo anche se non era oltre il 70%. Nel frattempo, Murray continuava a versarsi acqua in testa ai cambi di campo, come se non bastasse il salsicciotto di ghiaccio intorno al collo.
Sotto di un break, Simon ha tenuto fino al 4-2, quando ha tirato un contropiede che ha fatto cadere Murray. Per qualche secondo, lo scozzese si è toccato l’adduttore destro, facendo temere il peggio, proprio come accaduto qualche ora prima a Ferrer. Per fortuna non era niente di grave, ed anzi al punto successivo ha vinto uno scambio durissimo, di almeno 40 colpi, che ha messo fine alla contesa. Un altro disastroso serve and volley, qualche minuto dopo, sanciva l’1-6 7-6 6-2 finale. Onestamente, questo Murray non piace. A parte le condizioni di umido, sembra molto lontano dalla migliore condizione. Ad Acapulco è accompagnato soltanto da tre persone: il coach-amico Daniel Vallverdu, il preparatore atletico Jez Green e il manager Ugo Colombini. Per rispetto ai messicani, si è comunque impegnato e resta in gara. In fondo, partite come queste sono fondamentali per crescere. Perché si può crescere anche se hai quasi 27 anni e sei il campione di Wimbledon. In semifinale, se la vedrà con Grigor Dimitrov, che nell'ultimo match ha superato Ernests Gulbis al termine di una bella battaglia.
In precedenza, David Ferrer aveva abbandonato il torneo a causa di un ritiro contro Kevin Anderson. Ed è un ritiro che preoccupa, perché frutto di un problema accidentale, un cattivo movimento che gli ha procurato uno stiramento (si spera non di più) all’adduttore sinistro. L’ultima volta che “Ferru” aveva affrontato il sudafricano, ci aveva perso piuttosto nettamente. Per questo è sceso in campo con grande attenzione, anche perché ad Acapulco vanta un palmares straordinario: quattro finali di fila, di cui tre vinte tra il 2010 e il 2012. Di fatto, negli ultimi quattro anni, aveva perso solo contro Rafael Nadal. Lo spagnolo voleva dimostrare che il cambio di superficie (dalla terra al cemento) non gli aveva creato alcun problema. Tutto gli andava per il verso giusto: Avanti 6-2 2-3, aveva il match abbastanza in controllo. Poi un cattivo movimento lo ha fatto inginocchiare, ed è perso evidente il problema all’adduttore sinistro. Una disdetta, anche perché Ferrer presta molta attenzione alla prevenzione degli infortuni. Subito dopo l’infortunio, ha chiesto di uscire dal campo. E’ tornato dopo qualche minuto, sembrava tutto ok. Invece ha ceduto rapidamente il game e ha comunicato all’arbitro la decisione di ritirarsi. La speranza è che l’abbia fatto soltanto per non aggravare la situazione e che possa riprendersi in tempo, magari già per Indian Wells (dove non ha punti da difendere, poi invece a Miami avrà ben 600 punti in scadenza). In semifinale, Anderson se la vedrà con Alexandr Dolgopolov, che nel primo match aveva superato 6-4 7-6 Ivo Karlovic. Sarà una sfida tra due finalisti della scorsa settimana: l’ucraino aveva sfiorato il titolo a Rio de Janeiro, il sudafricano a Delray Beach.
ATP ACAPULCO – QUARTI DI FINALE
Kevin Anderson (SAF) b. David Ferrer (SPA) 2-6 4-2 rit.
Alexandr Dolgopolov (UCR) b. Ivo Karlovic (CRO) 6-4 7-6
Grigor Dimitrov (BUL) b. Ernests Gulbis (LET) 4-6 7-6 7-5
Andy Murray (GBR) b. Gilles Simon (FRA) 1-6 7-6 6-2
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