Bella impresa di Paolo Lorenzi: a 32 anni, raggiunge la prima finale ATP a San Paolo. L’azzurro ha approfittato del ritiro di Tommy Haas. Contro Delbonis ce la può fare. 
Paolo Lorenzi è certo di tornare tra i top-100

Di Riccardo Bisti – 2 marzo 2014

 
Certi giocatori non accendono la fantasia. Se però li osservi per bene, ti scaldano il cuore. Non c’è dubbio che Paolo Lorenzi faccia parte di questa categoria. Il senese ha vissuto una lunga carriera nelle retrovie, lottando nei challenger più improbabili e trascorrendo più ore negli aerei che sul campo da tennis. Anni fa, fece Indian Wells-Caltanissetta-Miami. Dai e dai, la sua perseveranza lo ha premiato. Nel 2009 è entrato tra i top-100 e più o meno ci è sempre rimasto. Lo scorso anno, proprio di questi tempi, ha centrato uno storico best-ranking al numero 49. Forse troppo per uno come lui? Forse sul piano squisitamente tecnico. Ma non c’è dubbio che lo meritasse. Le sue fortune, tuttavia, riguardavano soprattutto i tornei challenger. Nel circuito maggiore non aveva mai combinato granchè: al massimo aveva raggiunto i quarti di finale, in appena quattro occasioni. C’è gente che ha vinto dei Masters 1000 senza essere mai entrata tra i top-50…Paolo è un ragazzo gioviale, non crediamo abbia molti rimpianti. Ma centrare una finale ATP, quando meno te l’aspetti e non ci sono avvisaglie, è una meravigliosa ciliegina sulla torta. “In effetti, quando mi sono presentato a San Paolo non avrei mai immaginato di arrivare in finale. Vedremo cosa succederà, intanto sono contento di esserci" ha detto dopo aver centrato il match-clou nel torneo brasiliano, approfittando del ritiro di Tommy Haas, bloccato da un problema alla spalla, la stessa operata più volte. Il tedesco ha avuto grandi sfortune, ma per stavolta è opportuno dargli…il premio stupidità.
 
Dopo aver subito il break sul 3-3, ha scagliato per terra la racchetta. Il gesto ha acuito un dolore che si portava dietro già da qualche giorno. Ha continuato a giocare fino al 3-2 del secondo, ma a quel punto ha alzato bandiera bianca. Chissà se si sarebbe ritirato ugualmente, senza quel gesto sconsiderato. “Dopo che ho lanciato la racchetta, ho sentito un dolore sempre maggiore e non mi è mai passato – ha detto Haas – mi è dispiaciuto, ma la scelta migliore era fermarsi”. Lorenzi ha comunque meritato la finale: dopo aver avuto un pizzico di fortuna nei primi due turni, in cui ha affrontato altrettanti qualificati, nei quarti aveva vinto un match molto difficile contro Juan Monaco, battuto in oltre due ore e mezzo di battaglia. Tenendo conto che lunedì gli scadranno i 90 punti dei quarti ottenuti lo scorso anno ad Acapulco, non farà un balzo enorme in classifica. La finale dovrebbe portarlo intorno al numero 98, mentre in caso di vittoria contro Federico Delbonis si attesterà intorno alla 77esima posizione, comunque lontano dal best ranking. Ma la classifica è l’ultima cosa che conta. “Prima di tutto mi dispiace per Tommy, spero che non sia niente di grave e che possa giocare a Indian Wells – ha detto Lorenzi – per me è una gioia immensa raggiungere la prima prima finale a 32 anni, a maggior ragione in Brasile, uno dei paesi che apprezzo di più”. La finale è tutt’altro che impossibile, visto che l’argentino gli ha tolto di mezzo l’idolo di casa Thomaz Bellucci, sconfitto con il punteggio di 6-4 6-7 6-4. I precedenti, favorevoli a Lorenzi, si sono tutti giocati in challenger italiani: Rimini nel 2010 (in finale), Orbetello e Como nel 2011. In realtà, Delbonis è cresciuto parecchio, ma non è certo imbattibile. E il cuore potrebbe scaldarsi ancora una volta.

ATP SAN PAOLO – SEMIFINALI
Paolo Lorenzi (ITA) b. Tommy Haas (GER) 6-3 3-2 rit.
Federico Delbonis (ARG) b. Thomaz Bellucci (BRA) 6-4 6-7 6-4