Indian Wells ci dirà se Wawrinka è entrato in pianta stabile tra i più grandi. Il modo in cui ha vinto i primi match fa pensare di si. Dopo Djokovic e Nadal, adesso potrebbe trovare Federer nei quarti.
Stanislas Wawrinka potrebbe sfidare Roger Federer nei quarti
Di Gianluca Roveda – 11 marzo 2014
Non è facile servire un bagel nel tennis maschile. Se Agnieszka Radwanska ha infilato l’undicesimo 6-0 6-0 nella storia del torneo femminile di Indian Wells, tra gli uomini è ben più complicato. Ma vincere uno Slam cambia la vita. E’ quanto successo a Stanislas Wawrinka, che ha rifilato un severo 6-0 6-2 ad Andreas Seppi. L’azzurro ha vissuto momenti migliori, ma è un ottimo giocatore, completo, in grado di competere contro chiunque. Però Wawrinka ha effettuto il passaggio più difficile: entrare nell’elite che separa i migliori 4-5 da tutti gli altri. E nei 49 minuti in cui ha battuto Seppi, ha fatto vedere di tutto: dritti vincenti, colpi imprendibili da qualsiasi angolo, rotazioni di ogni tipo, morbide smorzate. Senza contare il gran rovescio a una mano, marchio di fabbrica, base assoluta del suo gioco. Sul 6-0 5-2, una terrificante risposta di dritto ha spazzato l'ennesima ragnatela e sancito il risultato finale. Salvo imprevisti, nei quarti potrebbe esserci il derby svizzero contro Roger Federer. In questo momento, Stanislas è numero 3 ATP, mentre Roger è in ottava posizione. I precedenti sono tutti a favore di Federer, salvo il match a Monte Carlo 2009, che però si giocò in condizioni particolari: Roger si era appena sposato e accettò una wild card all’ultimo momento, senza preparazione. Per il resto, ha sempre vinto. Anche lo scorso anno, proprio a Indian Wells, Wawrinka perse una partita quasi vinta contro un Federer che quasi non si reggeva in piedi, come poi certificò Nadal al turno successivo. Ma adesso è cambiato tutto. Se Federer dovesse battere Tommy Haas, e Wawrinka rispettasse i pronostici contro Kevin Anderson, i due si affronterebbero di nuovo.
“Io sono il numero 3, ma Roger è il più grande giocatore della storia, non mi posso paragonare a lui” ha detto Wawrinka. Tra l’altro, stanno anche giocando il doppio insieme in chiave Coppa Davis. Hanno raggiunto i quarti e se la vedranno con Paes-Stepanek. Ma il singolare è un’altra cosa. “Quando l’ho battuto era stanco, quel precedente non fa testo” ha ribadito Stan. Tra i due c’è un rapporto speciale, sembra amicizia vera. Quando hanno unito le forze, a Pechino 2008, hanno vinto una storica medaglia d’oro in doppio. Ma forse conta ancora di più un gesto di Federer: portabandiera della delegazione svizzera nel 2004 e nel 2008, ha preferito non fare il tris a Londra. E si è permesso di suggerire il nome di colui che avrebbe potuto sostituirlo. Ovviamente, Stan Wawrinka. La perseveranza lo ha premiato, ed è un insegnamento per tanti giovani. Quando glielo ricordano, sorride. “Cerco sempre di trovare gli aspetti positivi nelle sconfitte – ha detto in questi giorni – è il mio modo per restare vicino ai più forti”. Ed è successo tante volte, 198 soltanto nel circuito maggiore. La carriera di Wawrinka è tatuata nel suo avanbraccio, con la famosa frase di Samuel Beckett. “Ever tried. Ever failed. No matter. Try again. Fail again. Fail better”. Sembrava quasi che il premio Nobel per la letteratura predetto la carriera di Stanislas, che dopo una vita a sbattere la testa contro i migliori, alla fine ha avuto ragione.
Wawrinka ha giocato e perso alcune delle più dure partite di cinque set. Nel 2009, nel primo match giocato interamente sotto il tetto di Wimbledon, perse contro Andy Murray. In Coppa Davis, ha ceduto a Mardy Fish. Al Roland Garros si è arreso a Jo Wilfried Tsonga. Lo scorso anno, oltre alla dura sconfitta contro Novak Djokovic, ha perso il doppio più lungo nella storia della Coppa Davis insieme a Marco Chiudinelli. Anni fa, aveva raccolto cinque sconfitte consecutive in finale prima di centrare il secondo titolo ATP (Casablanca 2010). Un giornale britannico lo aveva definito tanto goffo quanto Federer era elegante. Ma lui ha continuato a combattere. E le cose sono cambiate nel 2014, a 28 anni compiuti. Ha battuto Djokovic dopo averci perso 14 volte, e per la prima volta ha superato Nadal. La storia è cambiata, ma adesso starà a lui stabilire se è stata una parentesi o qualcosa di più. Indian Wells, con il suo carico di dollaroni, può essere una prima risposta. Domenica scorsa, ha effettuato una conferenza stampa insieme a Na Li. A un certo punto, hanno posato insieme. La cinese sapeva bene che accanto a lui c’era il numero 1 svizzero. “Ma tutto questo non importa. Il più grande resta Federer”.
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