INDIAN WELLS – La Pennetta rifila una batosta alla Giorgi, ridimensionando l’exploit del giorno prima. Un mix di accortezza tattica e stato di forma hanno fatto la differenza. 
Flavia Pennetta ha centrato per la prima volta i quarti a Indian Wells

Di Riccardo Bisti – 12 marzo 2014

 
La sbornia post-Sharapova è durata meno di 24 ore. Camila Giorgi e gli entusiasmi di ieri sono franati in 55 minuti, il tempo sufficiente a Flavia Pennetta per ridimensionarla. Nell’esaltazione generale, avevamo messo in guardia: la Sharapova era il fantasma di se stessa. Tirando 58 errori gratuiti, aveva dato una grossa mano all’italo-argentina. Siamo onesti: come si può esaltare una prestazione con 24 colpi vincenti e 48 errori gratuiti? La verità è che il contesto era infiocchettato così bene da far sembrare il dolce più buono di quanto fosse. Battere Maria Sharapova, campionessa in carica, sul secondo stadio più grande del mondo, era il risultato perfetto per accendere fantasie ed esagerare con i sogni. Come sei mesi fa a Flushing Meadows, il risveglio è stato brusco. Forse ancora più duro. Allora, contro Roberta Vinci, ci fu lotta per almeno un set. E poi c’era l’alibi della prima volta. Stavolta la Giorgi non ci ha capito nulla, dalla prima all’ultima palla. Il match è iniziato con uno scambio piuttosto lungo, un messaggio in bottiglia che recitava più o meno così: “Se pensi che faccia regali come Masha, ti sbagli di grosso”. E’ finito con un dritto largo di metri, il 33esimo errore. In mezzo, c’è stata una lezione di tennis su cui lo spettatore neutrale si sarà domandato quale sia la vera Giorgi, e quali possono essere le sue ambizioni. I creditori americani, quelli che le hanno prestato decine di migliaia di dollari senza vedersi restituire nulla (almeno fino ad oggi), forse avranno ironizzato. Durante la conferenza stampa dopo il successo sulla Sharapova, ci sono stati attimi di tensione. Un cronista si era pazientemente appuntato i nomi di tutti i creditori e li ha spiattellati in faccia alla Giorgi. “Non voglio parlarne, sto giocando un torneo e penso solo a questo”. Però l’hanno incalzata. “Sei un adulto, molte persone conoscono questa storia, non pensi sia giusto prenderti le tue responsabilità e occupartene?”. “Me ne sto occupando, non ho problemi, vi sto solo dicendo che voglio parlare di tennis, non di questa roba”. “Ma fa parte del gioco”. “Non fa parte del gioco….” e poi si è persa nella scarsa dimestichezza con l’inglese. Il moderatore ha provato a intervenire e riportare il discorso sui binari del tennis, ma hanno insistito. “Aspetta un secondo, lasciala esprimere, non devi insegnare cosa fare a una 22enne”. La Giorgi è rimasta tranquilla: con apprezzabile self-control, ha provato a chiudere la questione. “Non c’è bisogno di essere aggressivi. Sto solo rispondendo alla tua domanda. Se vuoi dico quello che vuoi, ma io rispondo quello che penso sia meglio”. Quando le hanno proposto di parlare in spagnolo, ha preferito declinare.
 
Abbiamo riportato questo passaggio perchè è possibile che abbia avuto una qualche influenza, seppur minima, nel match contro la Pennetta. Non c’è dubbio che la Giorgi, ad ogni torneo negli Stati Uniti, sarà pressata sull’argomento, almeno fino a quando avrà risolto la questione. Il fatto che abbia detto che “se ne sta occupando” può essere una speranza per i tanti creditori, le cui storie sono state raccontate da Sports Illustrated e da TennisBest. Sul campo, la Pennetta le ha rifilato una lezione di tattica, forse perchè voleva lavare via la sconfitta di due anni fa a Wimbledon, quando la Giorgi si impose in due set. Ma non fu ricordato a dovere che era una Pennetta col polso a pezzi. Quando lo esaminarono, i medici si misero le mani nei capelli. “Come hai fatto a giocare col tendine in queste condizioni?”. Adesso Flavia sta benissimo, scherza sul suo essere “vecchietta” (ha compiuto 32 anni un paio di settimane fa) e ha fatto vedere quel che serve per battere la Giorgi: reattività, palle alte e angolate, variazioni continue. Esattamente quello che non aveva la Sharapova, un po’ per caratteristiche, un po’ perchè non era la vera Masha. Flavia scappava sul 2-0, veniva ripresa sul 2-2, poi infilava otto giochi consecutivi. Il secondo set iniziava con un doppio fallo di Camila, che era anche un po’ sfortunata sul 15-30, quando in rovescio vincente finiva fuori di un soffio. A quel punto, la memoria RAM di Camila andava definitivamente in corto circuito, mostrandosi ancora limitata. La Pennetta faceva quel che voleva, anche con il servizio (davvero ottimo). Il punto-simbolo era il primo dell’ultimo game: Flavia rimandava una sassata della Giorgi, la ricacciava indietro e poi la ‘scherzava’ con una morbida smorzata. Pochi minuti dopo, provava ad addolcire il nervoso di Camila con un bacino dopo la stretta di mano, ma non bastava alla Giorgi per alzare anche solo un po’ il braccio per salutare il pubblico che l’applaudiva mentre usciva dal campo.
 
Nel frattempo, la Pennetta mandava un salutino alla telecamera con aria malandrina. Era entusiasta. “E’ stata una partita perfetta, le ho messo molta pressione, ho servito molto bene. E’ sempre dura battere una connazionale”: Questa Pennetta piace da matti. Conoscevamo le sue abilità, ma sembra cresciuta sul piano mentale. Il suo sguardo durante la partita era diverso, cattivo, severo anche con se stessa. Ricordava a quello di Kim Clijsters allo Us Open 2009. Dopo quasi ogni punto si voltava verso il coach Salvador Navarro, come a voler condividere uno scambio di energie positive. E’ uno sguardo nuovo, frutto di esperienze importanti (e non sempre positive) che hanno costruito una Pennetta ancora più forte, e non solo con il dritto e il rovescio. Flavia sembra essersi formata come donna, a 360 gradi, e si vede sul campo. Non sbaglia mai una scelta, per batterla bisogna essere in stato di grazia come Na Li in Australia, o come Venus a Dubai. Il tabellone fa gola: nei quarti troverà Sloane Stephens, vincitrice in due set su Alisa Kleybanova. I precedenti dicono 2-1 per Flavia, ma si sono giocati tutti sulla terra battuta, e non sono troppo indicativi. Ma questa Flavia non deve avere paura di nessuno. E il ritorno tra le top-10, seppur complicato, non è certo un’utopia. Basta continuare a giocare così.

WTA MANDATORY INDIAN WELLS – OTTAVI DI FINALE
Na Li (CHN) b. Aleksandra Wozniak (CAN) 6-1 6-4
Dominika Cibulkova (SVK) b. Petra Kvitova (CZE) 6-3 6-2
Flavia Pennetta (ITA) b. Camila Giorgi (ITA) 6-2 6-1
Sloane Stephens (USA) b. Alisa Kleybanova (RUS) 6-3 7-5
Simona Halep (ROM) b. Eugenie Bouchard (CAN) 6-2 1-6 6-4
Casey Dellacqua (AUS) b. Lauren Davis (USA) rit. 
Jelena Jankovic (SRB) b. Caroline Wozniacki (DEN) 6-3 6-1
Agnieszka Radwanska (POL) b. Alize Cornet (FRA) 7-5 6-3