Giorgi senior parla a ESPN della vicenda dei presunti creditori e assicura. “La WTA è dalla nostra parte. Non c’è niente di scritto”. Ma su questo si sbaglia…
Camila Giorgi è un personaggio molto discusso
Di Riccardo Bisti – 12 marzo 2014
E' chiaro. Camila Giorgi non parlerà pubblicamente della vicenda, ormai nota in tutto il mondo, dei finanziatori a cui dovrebbe decine di migliaia di dollari. Non è una sorpresa, giacchè le sue risposte sono monosillabiche anche quando le fanno domande sugli argomenti preferiti (gli abitini disegnati dalla madre, ad esempio). Come abbiamo riportato ieri, la conferenza stampa dopo la vittoria su Maria Sharapova ha vissuto attimi di tensione: i giornalisti l’hanno pressata fino ad arrendersi quando si è rifiutata di rispondere anche in spagnolo, la sua lingua madre. Se Camila non parla volentieri, non si può dire altrettanto di papà Sergio. Non c'è dubbio che sia un personaggio. Le regie se ne sono accorte e lo inquadrano spesso. Anche le agenzie lo fotografano, offrendo scatti ad alto tasso emotivo come quello che vedete in home page. A differenza della figlia, papà Sergio ama parlare, spiegarsi, replicare. Ed è giusto starlo a sentire, anche se Dominic Owen (uno dei tanti finanziatori, quello che ha intentato una causa ai Giorgi) ritiene che sia un grande attore. Lo ha fatto Juan Ignacio Ceballos di ESPN, cronista che segue da diversi anni il fenomeno Giorgi. Parlando con Ceballos, Giorgi senior ha ribadito alcuni concetti già espressi più qualcosa di nuovo. Nella lounge fuori dalla zona riservata a stampa e giocatori, Sergio ha detto a Ceballos: “Tutto questo non ha senso. Chi ha orchestrato questa storia è una persona che avrebbe voluto fare da manager a Camila”. L’allusione è a Sandy Mittleman, la cui replica è nell’inchiesta esclusiva di TennisBest. Durante l’Australian Open, Sergio Giorgi ci era andato ancora più pesante, definendolo come “una persona tra i 40 e i 50 anni che vive ancora con i genitori e che adesso vende cappelli su internet”. Sergio Giorgi ribadisce il concetto della loro reperibilità: “Io entro negli Stati Uniti senza problemi, non ho nessuna richiesta in merito, e frequento luoghi pubblici insieme a Camila. Se qualcuno vuole trovarci, sa dove farlo”.
La novità espressa da Sergio Giorgi è il rapporto con la WTA, a suo dire un nuovo alleato. In effetti, durante la conferenza stampa post-Sharapova, l’addetto WTA ha cercato di stoppare le domande sull’argomento, invitando a parlare solo di tennis. Peccato che il cronista l’abbia interrotta: “Lasciala parlare, ha 22 anni, non devi insegnarle cosa fare”. Sergio Giorgi apprezza l’atteggiamento della WTA. “In precedenza non ne parlavo bene, ma da quando è emersa questa vicenda si sono subito avvicinati. La WTA ci appoggia e ci difende. Prima della conferenza stampa, ci hanno spiegato come avrebbero affrontato il tema se avessero fatto qualche domanda a Camila”. Giorgi insiste sul fatto che nessuno ha provato a cercarlo o a reclamare qualcosa. “Non esistono carte firmate in cui sono specificati i soldi che dovremmo resistuire. Tutti sanno che dall’anno scorso viviamo in Italia e ci alleniamo presso il centro della Federazione Italiana Tennis, a Tirrenia. Il mese scorso siamo stati a Cleveland, molto vicino a dove vive, con i suoi genitori, l’uomo che è apparso nell’articolo. Adesso siamo a Indian Wells e la prossima settimana a Miami”. A parte l’antipatia che traspare nei confronti di Mittleman, la sua affermazione sull’assenza di documenti è smentita dalla sentenza di un tribunale della Florida, scovata da TennisBest. La sensazione è che Dominic Owen sia stato l’unico con cui c’era qualcosa di scritto (da qui la causa), mentre con tutti gli altri c’erano semplici accordi verbali, impossibili da confermare e dimostrare in un qualsiasi tribunale, se non quello della coscienza.
L’intervista di Ceballos prosegue parlando del modesto tenore di vita dei Giorgi. All’ultimo Us Open non hanno alloggiato a Manhattan, mentre hanno preferito un hotel nel Queen’s, non troppo distante da Flushing Meadows. A Indian Wells hanno alloggiato nell’hotel riservato ai giocatori che partecipavano alle qualificazioni. Hanno avuto la possibilità di spostarsi in un albergo migliore, ma hanno rifiutato. A Indian Wells voleva portare un preparatore atletico, ma non è arrivato. “Adesso abbiamo gli ingressi della Fed Cup e gli aiuti della Federazione Italiana”. Curioso: meno di un anno fa, Sergio Giorgi diceva che la Fed Cup non gli interessava: la vedeva come una competizione tra federazioni e non tra nazioni. Evidentemente ha cambiato idea. L’ex soldato argentino, la cui pettinatura ricorda vagamente quella di Angelo Branduardi, è soddisfatto delle 30 posizioni guadagnate dalla figlia in quattro tornei (“Ma ce ne restano ancora 20 da giocare”). Il prossimo capitolo è Miami, dove la vicenda agonistica (la Giorgi sarà una delle più attese) si mischierà a quella di cui abbiamo appena parlato. Perché l’isolotto di Key Biscayne è in Florida, lo stesso stato del tribunale che ha quantificato in oltre 22.000 dollari i debiti della Giorgi verso la sola società di Dominic Owen.
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