INDIAN WELLS – Il serbo gioca un brutto match e consente a Isner di arrivare al terzo. Aveva più benzina, ma contro Federer non potrà permettersi di giocare così.
Pur cedendo tre set nel corso del torneo, Novak Djokovic è in finale
Di Cosimo Mongelli – 16 marzo 2014
Il bicchiere mezzo pieno. Questo, e niente di più, si può vedere nella vittoria che ha permesso a Novak Djokovic di raggiungere la finale a Indian Wells. Un Djokovic impacciato, distratto e nervoso che ha tenuto a galla un avversario, John Isner, a cui è bastato affidarsi unicamente al servizio e qualche sporadico colpo da fondo campo per restare in vita. Eppure la storia sembrava già scritta, data la differenza di categoria tra i due. La storia dell'incontro? L'americano si affida, come prevedibile, al servizio. Nole, pur mostrando chiari segni di apatia, ottiene subito due break point nel terzo game, cancellati da due prime di Isner. Il set prosegue con Nole che non concede un punto e l'avversario che arranca, ma trova sempre il modo per portarsi a casa il gioco. Ed eccoci al primo momento di follia da parte del serbo: sul 4 a 5, servizio Nole, si va incredibilmente, 0-40, ovvero tre set point. L'americano, incredulo di fronte a tanta grazia, non ne sfrutta nemmeno uno. Gol sbagliato, gol subito. E il game seguente, passata la paura e ritrovata la lucidità, il serbo vola sul 15-40 grazie ad un rovescio fantastico e stavolta, alla quinta opportunità, strappa il servizio all'americano per poi chiudere il set per 7 a 5. Stesso posto, stessa storia nel secondo set. Isner tiene i suoi game ai vantaggi e Djokovic, enormemente sollevato, non concede nulla. Si arriva al nono game: Nole si procura due palle break grazie ad l'ennesimo rovescio sbagliato goffamente da Isner. L'americano salva la prima con il solito ace, ma sulla seconda è costretto all'errore da un miracolo di Nole. 5 a 4 e incontro praticamente finito. O no? Djokovic serve per il match e si dimentica di essere, appunto, Djokovic. Sprofonda 15-40 e si fa infilare alla prima opportunità da un dritto terrificante dell'americano.
L'incontro si incanala sui binari del nonsense. John di nuovo al servizio per procurarsi almeno il tie break, ma serve male e gioca ancora peggio: altro break pont, sfruttato subito da Nole, e altra opportunità per il serbo di servire per il match. Ma Nole non vuole saperne, cede a zero uno dei game peggiori giocati in carriera, condito da un doppio fallo e un dritto sparacchiato in rete. E si ritrova, incredibilmente, a giocare il tie-break. Lui lo affronta in confusione, Isner in trance agonistica. Non c'è molto da raccontare e il parziale di 7 giochi a 2 non lascia spazio alla fantasia. Siamo al terzo set. Djokovic si risveglia dal letargo e ritrova quel minimo di lucidità. Si devono attendere solo quattro game per assistere al crollo di Isner: si è tenuto a galla sin troppo ed è consapevole che ogni regalo sarebbe sanguinoso. E il regalo, puntualmente, arriva. Concede la palla break e ci piazza un doppio fallo. Nel game seguente, Nole si complica inopinatamente la vita, ma si salva, conferma il break e nel game successivo ne piazza un altro. Stavolta il vantaggio è troppo ampio perché possa suicidarsi ancora, specchiandosi nella propria indifferenza. Gioco a zero e set, e match, chiuso. Morale della favola? Un Djokovic mai così poco concentrato e distratto. Un tie-break giocato in maniera indegna e scambi persi in maniera sin troppo scolastica. Contro Isner, forse, Nole se li può permettere. In finale, per presentarsi competitivo al cospetto di Federer, deve svegliarsi col piede giusto. O ricordarsi, per un paio d'ore, di essere Novak Djokovic.
MASTERS 1000 INDIAN WELLS – SEMIFINALI
Roger Federer (SUI) b. Alexandr Dolgopolov (UCR) 6-3 6-1
Novak Djokovic ((SRB) b. John Isner (USA) 7-5 6-7 6-1
FINALE
Roger Federer (SUi) vs. Novak Djokovic (SRB) (Ore 22, Diretta Sky Sport 2)
Grazie Rafa, modello di talento e intelligenza
Un campione unico, buono, intelligente, amato da tutti, fan e avversari, anche il suo più grande foto Ray Giubilo...