L’azzurro è perfetto per un set e mezzo, poi una chiamata sfavorevole lo fa uscire mentalmente dal match.
Di Riccardo Bisti – 17 aprile 2014
La storia del tennis è piena di partite condizionate da un solo punto. Solo chi non ha mai giocato può pensare che sia impossibile perdere la concentrazione per una sola palla girata male. Naturalmente, è sinonimo di una certa debolezza mentale. Ma può capitare. E’ esattamente quanto successo a Fabio Fognini, che a causa di una brutta chiamata ha mandato all’aria le speranze di centrare i quarti a Monte Carlo. Fino al 7-5 3-3, Fabio è stato superiore a Jo Wilfried Tsonga. E questo è il bicchiere mezzo pieno da cui bisogna ripartire. Il piano tattico studiato insieme a Josè Perlas era efficace. Nel complesso, era leggermente superiore in ogni zona del campo. Ed era bravo a riprendere un break di svantaggio e a non disunirsi quando è stato riacciuffato sul 5-5 dopo aver servito per il set. Togliere il servizio a Tsonga per tre volte in un set è un segnale molto positivo. E tutto, francamente, lasciava presagire a un bel piazzamento nei quarti e a una sfida molto affascinante contro Roger Federer. Nel secondo set, la musica non cambiava: Fabio aveva due palle break sul 2-2 e ben quattro sul 3-3. Va detto che il francese è stato bravo: l’unico rimpianto riguarda una risposta buttata via, ma nel complesso erano vicende normali. Il fattaccio, quello su cui Fabio dovrà lavorare con il coach e la psicologa Ana Fuente, arrivava nel game successivo. Sulla palla break per il francese stava per chiudere la volèe dopo una solida prima palla, quando la voce crudele e solenne del giudice di linea diceva “no!”. Fabio s’imbufaliva (a ragione, perché il servizio era buono), ma non poteva chiedere l’assegnazione del punto, anche perché non aveva neanche giocato la volèe quando è arrivata la chiamata. Nel replay, perdeva il punto e cedeva la battuta.
LA TESTA E' UN COLPO COME GLI ALTRI
La partita finiva lì. Fabio usciva dal campo prima con la testa e – pochi minuti dopo – anche con il corpo. Il terzo set era un 6-0 crudele e severo, punizione forse esagerata per il livello espresso. E i fischi dei tanti tifosi italiani, a fine partita, erano ingenerosi ma prevedibili. Il pubblico aveva gremito il centrale del Country Club nella speranza di assistere a un grande spettacolo, invece ha vissuto la frustrazione di un set a senso unico. Ma se è vero (come è vero) che buona parte del pubblico è composto da praticanti, dovrebbero sapere che gli equilibri psicologici del tennis sono molto sottili. Purtroppo, la parete che separa Fognini dal burrone è ancora fragile, mentre altri giocatori si sono costruiti una corazza più solida. Per questa ragione, Fabio non è ancora entrato tra i top-10 e deve ancora lavorare per arrivarci. In altre parole: uscire di testa per una chiamata negativa può succedere e non deve essere oggetto di chissà quale condanna, come probabilmente farà qualche bacchettone, ma è un chiaro limite. Fognini ha il tennis e il fisico, ma la testa ogni tanto va via. Il lato positivo è che Fabio è abituato a questi alti e bassi, quindi non avrà problemi nel ripartire dalla prossima settimana, senza particolari scorie. Senza punto troppo pesanti da difendere da qui al Roland Garros, la salita può ripartire. Fabio sarà a Barcellona (dove risiede), poi lo vedremo a Monaco di Baviera, Madrid e Roma prima del Roland Garros. Potrà ripartire già oggi, visto che è terminata anche l'avventura in doppio, in cui ha perso contro Peya-Soares in coppia con Simone Bolelli.
MASTERS 1000 MONTE CARLO – OTTAVI DI FINALE
Rafael Nadal (SPA) b. Andreas Seppi (ITA) 6-1 6-3
David Ferrer (SPA) b. Grigor Dimitrov (BUL) 6-4 6-2
Stanislas Wawrinka (SUI) b. Nicolas Almagro (SPA) ritiro
Milos Raonic (CAN) b. Tommy Robredo (SPA) 6-4 6-3
Jo Wilfried Tsonga (FRA) b. Fabio Fognini (ITA) 5-7 6-3 6-0
Roger Federer (SUI) b. Lukas Rosol (CZE) 6-4 6-1
Tomas Berdych (CZE) vs. Guillermo Garcia Lopez (SPA)
Novak Djokovic (SRB) vs. Pablo Carreno Busta (SPA)
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