Non si può dire che Sara Errani non abbia voglia di migliorarsi. A 27 anni, continua a cercare soluzioni per il servizio, nettamente il colpo più debole del suo repertorio. Dopo che la scorsa estate aveva provato a modificare il movimento dei piedi, a Roma si è presentata con un'altra novità tecnica: porta il braccio-racchetta dietro la schiena ancora prima di iniziare il movimento, un po' come facevano alcuni giocatori sudamericani del passato (Mariano Zabaleta e Juan Antonio Marin su tutti). "Vero. Prima di iniziare il torneo, abbiamo provato questo accorgimento con il mio allenatore. L'obiettivo è rendere il servizio più efficace, anche se forse è più funzionale ai campi veloci che alla terra battuta. Mi consente di tirare un po' più forte e sono convinta che mi aiuterà in futuro. Intanto mi è utile anche adesso perchè mi aiuta a non perdere troppa coordinazione". (Ri. Bi.). A 27 anni, continua a cercare soluzioni per il servizio, nettamente il colpo più debole del suo repertorio. Dopo che la scorsa estate aveva provato a modificare il movimento dei piedi, a Roma si è presentata con un'altra novità tecnica: porta il braccio-racchetta dietro la schiena ancora prima di iniziare il movimento, un po' come facevano alcuni giocatori sudamericani del passato (Mariano Zabaleta e Juan Antonio Marin su tutti). "Vero. Prima di iniziare il torneo, abbiamo provato questo accorgimento con il mio allenatore. L'obiettivo è rendere il servizio più efficace, anche se forse è più funzionale ai campi veloci che alla terra battuta. Mi consente di tirare un po' più forte e sono convinta che mi aiuterà in futuro. Intanto mi è utile anche adesso perchè mi aiuta a non perdere troppa coordinazione". (Ri. Bi.)