ROMA – Stavolta i favoriti resistono: cinque delle prime otto teste di serie accedono ai quarti. Il clou è Nadal-Murray, di nuovo avversari dopo tre anni.
Di Alessandro Mastroluca – 16 maggio 2014
Sarà di nuovo Nadal-Murray, dopo tre anni di attesa. Si ritroveranno alle 21, anche se al maiorchino avevano promesso che avrebbe giocato soltanto una volta in sessione serale. Non si affrontano dalla finale di Tokyo del 2011, quinta vittoria dello scozzese in 18 scontri diretti. “Sarà una partita dura, dovrò giocare meglio – ha ammesso Nadal – devo entrare in campo con la mentalità giusta, essere aggressivo e fare le cose giuste, cercare di colpire con più spin e avere un maggior controllo del punto. E' strano che non abbiamo giocato per così tanto tempo, non so come sia cambiato il suo gioco”. Qualcosa è cambiato, però, per il maiorchino. Te lo rivelan gli occhi e le battute della gente. Te lo rivelano soprattutto gli occhi degli avversari, meno intimoriti, pare, dal campione che fino a qualche mese fa vinceva le partita prima ancora di scendere in campo. “Ho 28 anni – commenta Rafa – posso giocare meglio ma non è facile vincere per 10 anni di fila. Alla mia età Borg stava già dedicandosi a qualcos’altro”. Certo, la costanza fisica e mentale che gli ha permesso di sfiancare Simon, gli ha permesso di rimontare uno svantaggio di un set e di un break contro Youzhny. Due partite, però, che in un'altra stagione avrebbe vinto con molto più agio. Non siamo abituati a vederti soffrire tanto, gli fanno notare in conferenza stampa. “Abituatevi” risponde con una risata.
LE STRANE INCERTEZZE DI RAFA
Nei primi due set, questo Nadal vince meno punti negli scambi che superano i nove colpi. Questo Nadal porta a casa appena 7 punti con la seconda, e nel primo parziale si fa brekkare quando serve per il set non può indurre all'ottimismo. Per la prima volta, forse, il suo ruolo di favorito a Parigi potrebbe essere un po' meno indiscusso. “Col passare degli anni tutti soffrono, fa parte del tennis e della vita – commenta – Oggi è stato un match molto duro, alla fine la cosa più importante è aver reagito nel momento giusto". Rafa ha provato a fare corsa di testa, a ricorrere alle palle corte per infastidire il russo, già perturbato dal vento. Youzhny salva quattro palle break nel quinto game ma il suo rovescio deviato dal nastro finisce largo e vale a Nadal il sorpasso sul 4-3. Mancato un set point sul 5-3, Nadal mostra un'insolita fretta quando viene messo sotto pressione sulla diagonale di dritto. I due doppi falli e il rovescio diagonale strettissimo fanno il resto: 5-5. Al tiebreak, il primo mini-break è di Youzhny che difende il vantaggio fino al 7-4. Il russo strappa subito il servizio, alla quinta occasione, nel primo game del secondo set. Ma scopre presto che, anche contro un Nadal non proprio al massimo, la distanza tra essere in vantaggio e vincere la partita è enorme. La prospettiva di battere Nadal dopo oltre sei anni svanisce in un amen. Rafa infila un parziale di 11 game a zero e celebra la sua 32ma vittoria stagionale. Chissà se Murray ha espresso il desiderio di battere per la prima volta Nadal sul rosso mentre spegneva la candelina sulla torta di fragole che gli hanno presentato in sala stampa per festeggiare il suo 27esimo compleanno. Contro Melzer, lo scozzese ha rimontato un break di svantaggio, ha salvato cinque palle break in un nono game che ha fatto da spartiacque nel match, ha dominato 7-1 il tiebreak e allungato 2-0 in avvio di secondo set con un parziale di 15 punti a uno, decisivo per il 7-6 6-4 finale, il suo sesto successo in altrettanti confronti diretti. “Non ho affrontato Nadal negli ultimi tre anni – ha detto ai microfoni di Sky – non ci ho mai giocato nel periodo in cui Lendl mi ha allenato. Dalla nostra ultima partita il nostro gioco è cambiato molto. Adesso potrò capire esattamente a che punto è il mio gioco e cosa devo migliorare” ha concluso Murray, unico dei Fab Four a non aver ancora giocato una finale nei grandi tornei europei sulla terra battuta.
HAAS-DIMITROV: LA GRANDE BELLEZZA AI QUARTI
L'arrivederci a Roma è rimandato. Tommy Haas potrebbe decidere di smettere a fine stagione e si regala un'ultima recita da principe del Foro, dove ha raggiunto la finale nel 2002. La vittoria in rimonta su Wawrinka, la prima contro un top-10 da oltre un anno, dal successo su Djokovic a Miami, è figlia di una prestazione intelligente e di un duello fra rovesci sublimi che lo svizzero regge solo per un set. Poi il suo sguardo si spegne, complice un dolore alla schiena comparso nel match d'esordio con Pere Riba. Il lungolinea non è più incisivo e gli errori gratuiti si accumulano: saranno 40 a fine partita. Troppi contro questo Haas che firma il break decisivo nell'ottavo game del terzo set e chiude 5-7 6-2 6-3 con un ace centrale al primo matchpoint. Vincere abitua a vincere, è una lezione classica dello sport. Una lezione che Wawrinka, a giudicare da questa partita, non ha ancora mandato a memoria. “Non posso più giocare scambi da 20 colpi – ha spiegato Haas – non ho più il fisico. Devo cercare di rimanere concentrato, di prendere la decisione giusta, muovermi in anticipo coi piedi e andare dalla parte giusta. Questi ragazzi sono velocissimi e hanno grande potenza, possono passarti da qualsiasi parte. Non sempre un piano così mi riesce bene come oggi, sono felice”. Haas cercherà di raggiungere la semifinale contro Grigor Dimitrov: il bulgaro ha eliminato Berdych 6-7 6-2 6-2 e si è concesso un regalo di compleanno anticipato (compirà 23 anni proprio oggi). Il ceco ha rimontato da 1-3 nel tiebreak con un parziale di 6 punti a zero, ma la sua partita è praticamente finita qui. Un break in avvio di secondo set ha avviato la rimonta di Dimitrov. Due game da 14 punti scrivono la storia del terzo parziale, e dunque del match. Prima il bulgaro salva una palla break e allunga 4-2, poi alla quarta occasione completa il doppio break e va a servire per il match sul 5-2. Berdych, ormai sulle gambe, raccoglie solo altri due punti. L'exploit di Grisha, che lunedì si è fatto sistemare i capelli da Andy Murray in versione hair stylist, vale doppio: con questa vittoria, infatti, è sicuro di superare Tsonga e salire al numero 12 in classifica. Il francese, dunque, dovrà affrontare uno dei top-4 negli ottavi del Roland Garros.
IL NUOVO RAONIC, IL SOLITO FERRER
Colpa delle occasioni mancate contro Milos Raonic, più incisivo nei punti importanti. Tsonga sciupa qualche occasione in avvio, e in un primo set deciso dai piccoli dettagli si inchina 7-5 al tiebreak. Al canadese bastano un paio di dritti incrociati, in un game in cui il servizio tradisce Tsonga, per firmare il break del 2-1. Il pubblico vuole la partita e sostiene il francese che annulla due match point, ma può fare poco altro per evitare il 7-6 6-4. “Ho avuto delle occasioni nel primo set” ha detto Tsonga, che ha perso 5 volte su 5 contro un top-10 nel 2014. “Ma il tennis è così. Puoi avere statistiche migliori, fare più punti e non avere alcuna garanzia di vincere il set o la partita. Certo, avrei potuto prendere più rischi, ma il mio piano era chiaramente di far giocare Raonic il più possibile. Ho giocato tre match solidi, sto giocando bene sulla terra da inizio stagione. Penso di non essere poi tanto male in vista del Roland Garros”. Raonic, che ha ììaggiunto il secondo quarto di finale consecutivo sul rosso, ha la strada spianata verso la semifinale. Nei quarti affronterà Jeremy Chardy, già battuto quattro volte su quattro. Dopo aver vinto il match della vita contro Federer, ha lasciato solo cinque game a Dodig (6-3 6-2). Sarà il suo primo quarto di finale in un Masters 1000 da Cincinnati 2012, quando perse da Juan Martin Del Potro. Vista la facile vittoria di Ferrer, 6-2 6-3 a Gulbis, Federer si troverà a “tifare” per Novak Djokovic, impegnato contro David Ferrer dopo aver battuto Philipp Kohlschreiber nella sessione serale di giovedì. Se “Ferru” non arriverà in semifinale, infatti, Federer sarà sicuro di rimanere numero 4 ATP e di avere, dunque, l'importante quarta testa di serie al Roland Garros.
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