ROMA – Il serbo e David Ferrer danno vita alla miglior partita del torneo. Lo spagnolo ribatte colpo su colpo, esplora ogni centimetro del campo, ma si arrende al penultimo punto, dopo 38 colpi da leggenda.

Di Cosimo Mongelli – 17 maggio 2014

 
Spesso si abusa, nel raccontare le vicende e le storie di questo sport, di metafore, di parole enfatiche. Il più delle volte per riempire i vuoti di una fredda cronaca di una fredda disputa. Molte altre per celebrare gesta che nulla aggiungono o tolgono alla bellezza di questo gioco. Ma oggi no. Anzi, forse nemmeno bastano, le parole enfatiche, gli aggettivi e le metafore, per descrivere la battaglia, l'incontro, lo spettacolo, lo show messo in piedi da Nole Djokovic e David Ferrer. Poche volte si sono sentiti, su questi campi, minuti interminabili di applausi, come quelli uditi dopo l'ultimo punto. Ultimo punto che ha consegnato a Nole Djokovic il biglietto per le semifinali, dopo oltre due ore e mezza di delirio agonistico, due ore e mezza durante le quali nessuno dei due sfidanti sembra voler mettere la parola fine. Alla fine delle quali solo le regole, mai crudeli come in questo caso, devono decretare un vincitore. E il vincitore, esausto, senza fiato, non può fare a meno di rivolgere proprio allo sconfitto le sue più sincere parole di stima. “E’ stata durissima. David, dopo Nadal, è il miglior giocatore sulla terra battuta. Con lui è come giocare contro un muro”. Già, un muro. Il solito muro, quello issato da David , sin dai primi scambi. Nole è visibilmente nervoso. Continua a tastare il terreno, si guarda attorno, mette fretta ai raccattapalle ogni qual volta deve farsi consegnare le palline. Il primo set parte equilibrato, con i due giocatori che non si schiodano dal fondo. Ma al serbo basta mettere i piedi nei pressi della riga per affondare: già al quinto gioco arriva il break. Ferru, messo sotto pressione, mette in corridoio un dritto facile facile e cede il servizio. Ma le prime avvisaglie di quel che sarà il prosieguo del match si hanno poche istanti dopo. Nole serve e concede prontamente tre palle per il contro break. E se Ferru non le sfrutta in questa occasione, ci pensa due game dopo, quando il serbo serve per il set. Tutto riaperto? Nemmeno per idea. David serve per portare il set al tie break e si imbarca. Va sotto 0-40 e al secondo tentativo Nole conquista il set.
 
PIOGGIA E SCAMBI INTERMINABILI
Ma non è il miglior Nole. Becker e Vajda in tribuna non hanno lo sguardo rassicurato e tranquillo. Inizia il secondo set. Il cielo è sempre più plumbeo, s'odono ombrelli far festa e comincia a scender la pioggia. Nole ha l'occasione per ammazzare l'incontro, con tre palle break servitegli da Ferru. Non le sfrutta, anche per due suoi errori. E lo spagnolo, scampato il pericolo, affonda il colpo alla prima occasione. A lui basta una chance per azzannare la preda senza pietà. E pareggiare il conto dei set per 6 giochi a 4. Ed eccoci all'epilogo. Al terzo set. Djokovic deve tirar fuori più di un coniglio dal cilindro per venirne a capo. Scivolate, smorzate , piedi sempre più dentro al campo. Rischia, Nole, e comincia a districare la matassa. Il muro contro muro contro Ferru è un suicidio, deve giocarsi altre carte. Il break lo ottiene sul 2 a 1. David non molla, non vuole affogare, si aggrappa al serbo e riottiene il mal tolto. Ma dei due, David, sembra quello più vicino alla riserva. Siamo sul 4 a 3, Ferru serve. Djokovic si fa aggressivo e con un paio di punti rabbiosi e da manuale riconquista nuovamente il break. Il game che conclude l'incontro è, senza forse, quello più emozionante. Quello che riassume il delirio e la bellezza delle due ore e mezza trascorse senza nemmeno accorgersi. Primo match point per Nole e doppio fallo. Sembra tutto surreale. Come surreali sono i 38 colpi dello scambio che portano il serbo al secondo match point. Quello decisivo. Con Ferru, oramai esausto, che mette in rete la risposta e si prende l'onore delle armi, tra gli applausi scroscianti e il sincero abbraccio di Djokovic. Che quasi non ha la forza per esultare e si abbandona sulla sedia esausto, con gli occhi chiusi e il pensiero rivolto chissà dove. La partita più bella di questa settimana e tra le più belle viste agli Internazionali. Non si può riassumere diversamente quello a cui si è assistito.

MASTERS 1000 ROMA – QUARTI DI FINALE
Rafael Nadal (SPA) vs. Andy Murray (GBR)
Grigor Dimitrov (BUL) b. Tomy Haas (GER) 6-2 rit.
Milos Raonic (CAN) b. Jeremy Chardy (FRA) 6-3 5-7 6-2
Novak Djokovic (SRB) b. David Ferrer (SPA) 7-5 4-6 6-3