Tutti i segreti dell'alimentazione di Fabio Fognini. Prima di arrivare sul campo, i successi del numero 1 azzurro passano dal comportamento a tavola.

Di Lorenzo Cazzaniga – 20 maggio 2014

 
"Questo sport l'ha inventato il diavolo". Con estrema dote di sintesi, Adriano Panatta ha descritto perfettamente la complessità del tennis che, anche in termini di alimentazione, presenta delle caratteristiche uniche che complicano non poco la programmazione degli atleti. In particolar modo, il fatto di giocare undici mesi all'anno (e di allenarsi nelle settimane che restano) e di non conoscere con esattezza l'orario di inizio della propria partita, né la sua durata, sono handicap non facili da colmare per i preparatori dei top players. Ce lo hanno spiegato Fabio Fognini, 27 anni di Arma di Taggia, numero 14 del mondo e più forte tennista azzurro degli ultimi 35 anni, e il suo preparatore e fisioterapista, lo spagnolo Marc Boada.
 
Quanto è importante l’alimentazione per un atleta professionista?
“È un aspetto fondamentale della mia preparazione, come per qualsiasi atleta di livello professionistico. Può fare la differenza perché deve darmi l’energia per l’allenamento e la giusta carica per la partita.
 
Quali sono gli alimenti migliori e quali da vitare per un tennista?
“La dieta ideale, come per una qualsiasi persona, è varia e ricca di alimenti diversi, con buon equilibrio tra carboidrati, proteine e grassi, anche se questi ultimi vanno controllati con attenzione, se si pratica un’attività sportiva di livello agonistico”.
 
Come ti alimenti prima di una partita?
“La base sono i carboidrati perché ti danno l’energia sufficiente per affrontare lo sforzo. Di solito mangio circa tre-quattro ore prima del match: un pranzo vario e spesso ricco di patate, mentre una mezz’ora prima mi affido alla frutta secca perché contiene grassi naturali, quelli che danno ancor più energia ma che si bruciano durante l’attività atletica. Da evitare sono i cibi ricchi di grassi nocivi, come il formaggio: per esempio se mangio anche un semplice panino imbottito, faccio in modo che ci sia soprattutto… molto pane”.
 
E i dolci?
“Pochissimi perché se li mangio prima di una partita mi alzano troppo il livello di zuccheri nel sangue; così cresce tanto l’insulina da trasformarli in grassi che il corpo non utilizza durante lo sforzo”.
 
Mentre durante la partita come ti comporti?
“Gli zuccheri sono fondamentali per avere energia ma bisogna fare attenzione a trovare un corretto equilibrio perché il livello di glicemia non subisca degli sbalzi esagerati, altrimenti finirei con avere dei momenti di picco ma anche dei periodi in cui non avrei sufficiente energia per dare il massimo. Il livello di zuccheri nel sangue è quindi super importante. Durante il match, soprattutto se è lungo e combattuto, se sento mancare un po’ di spinta, prendo dei gel che hanno un’efficacia immediata”.
 
E dopo la partita?
“Serve reintegrare tutto, compreso le proteine, e bisogna farlo entro 30 minuti circa dalla fine dello sforzo, altrimenti il corpo va a recuperare quello che serve da altre parti e non è la soluzione ideale”.
 
Come ti comporti invece a livello di idratazione?
“Durante la partita bevo tranquillamente dai due ai tre litri di acqua con aggiunta di integratori a base di sali minerali perché gioco quasi sempre con temperature abbastanza alte e in condizioni di grande umidità che fanno sudare parecchio e perdere tanti liquidi. Ma quello che tanti giocatori di club sottovalutano è l’idratazione pre-match: io comincio a bere tanto ancor prima di scendere in campo perché se arrivo ad avere la sensazione di sete è perché il corpo è già in disidratazione”.
 
Ma, almeno per festeggiare una vittoria, è concesso un drink o una bottiglia di champagne?
L'alcol è il nemico peggiore quindi bisogna andarci molto, molto cauti, perché contiene tante calorie che però il corpo non utilizza assolutamente e che non riesce a trasformare in energia. Diciamo che una birretta alla settimana non ha mai fatto male a nessuno, ma di certo non bevo sempre un bicchiere di vino a pranzo o un super alcolico se esco una sera”.
 
Ma Fabio Fognini non sgarra davvero mai?
(interviene il suo preparatore atletico, Marc Boada)
“Difficile perché a pagarne le conseguenze sarebbe soltanto lui. È molto attento e scrupoloso in questo e comunque effettuiamo dei test periodici per valutare la situazione”.
 
Mentre i giocatori di club…
“Anche per loro sarebbe importante avere un regime alimentare corretto se vogliono rendere al meglio. Un primo passo sarebbe eliminare le bibite gasate: un terzo di quelle lattine è composto da zuccheri, quindi pensate a quanto può salire l’insulina e quanti grassi il vostro corpo dovrà assimilare, senza avere l’opportunità di bruciarli”.
 
Grazie soprattutto a Novak Djokovic, numero 2 del mondo, si parla tanto delle diete senza glutine: cosa ne pensa?
“Che sia una moda: tanti che la seguono, non sanno nemmeno in cosa consiste realmente! Le diete glutin-free sono valide se l’atleta è davvero intollerante a determinati cibi, come lo è Djokovic, altrimenti la soluzione ideale è un’alimentazione sana ma varia, che sappia equilibrare carboidrati, proteine e grassi”.