Nick Kyrgios, intervistato in conferenza stampa, ha provato a raccontare tutte le emozioni che avvolgono il suo cuore alla vigilia degli Australian Open

Nick Kyrgios è arrivato a questi Australian Open con il ruolo di quel giocatore che, se non proprio tra i favoriti, può sicuramente creare scompiglio nel tabellone e spingersi fino ai round finali. Il numero 21 del mondo, che debutterà contro il russo Romas Safiullin, è stato intervistato in conferenza stampa e, davanti ai giornalisti, ha provato a raccontare tutte le emozioni che avvolgono il suo cuore alla vigilia del primo Slam stagionale, torneo che si gioca tra le amiche mura australiane.

Tutti vogliono raggiungere una posizione di rilievo nel rispettivo sport o nella propria professione – ha affermato Kyrgios -. Tutti vogliono essere i migliori, da un certo punto di vista è bello avere addosso aspettative e pressioni. È un privilegio scendere in campo e sentire che l’Australia vuole che tu vinca, è bello essere uno dei favoriti. Ho debuttato qui otto o nove anni fa grazie ad una wild card ed è interessante vedere come la mia carriera sia progredita fino al punto da diventare uno dei favoriti per la vittoria. Tuttavia, c’è anche molto stress, è difficile per me concentrarmi su quello che devo fare. Questo periodo dell’anno è molto complesso da gestire per un giocatore come me, con la pressione e le aspettative che ci sono qui in Australia. Bisogna anche gestire bene il proprio corpo e Novak [Djokovic] è un buon esempio in questo, i migliori giocatori hanno sempre da gestire le loro forze, dosarle in relazione alla partita che stanno per affrontare. Per quanto mi riguarda, sto relativamente bene. Non direi fresco, piuttosto molto entusiasta di essere qui: ho ricordi incredibili dell’anno scorso con Thanasi [Kokkinakis], quando abbiamo vinto il titolo nel doppio. Non vedo l’ora di vedere come andranno le cose in queste due settimane”.

Tra gli highlights della sua stagione 2022, è da citare senza dubbio la finale raggiunta a Wimbledon e persa contro Novak Djokovic, il quale ha trionfato in quattro set e si è laureato campione ai Championships per la settima volta in carriera. “È stato un momento speciale. Ho provato soprattutto quella sensazione di sollievo per aver smentito i commenti di chi pensava non fossi capace di giocare bene negli Slam. Io ho sempre saputo di poter esprimere il livello necessario, avevo soltanto un problema di costanza. A Wimbledon ho anche imparato quanto sia stressante arrivare in finale in uno Slam, affrontare le pressioni esterne, gli impegni con i media, raggiungere un equilibrio dentro e fuori dal campo, il recupero delle energie dopo partita anche piuttosto lunghe. Coloro che riescono a vincere più di uno Slam sono dei veri animali, mentalmente più che fisicamente”.

Un commento, inoltre, su Holger Rune, che a 19 anni può già vantare un posto tra i Top 10. “È uno dei migliori talenti del nostro sport. Sicuramente ha le potenzialità per essere un plurivincitore di Slam. Affronta una grande quantità di pressioni e aspettative. Invece di criticarlo per alcuni suoi piccoli atteggiamenti, bisognerebbe concentrarsi sul positivo che c’è in lui, su ciò che è già in grado di fare. È giovanissimo e ha già battuto leggende come Novak Djokovic nella finale di Parigi”.

Infine, immancabile un commento su Novak Djokovic e su come il rapporto tra i due sia cresciuto tantissimo nel corso degli ultimi mesi. “Ammetto che ho avuto alcuni pregiudizi su di lui, che ho frainteso alcune delle cose che ha fatto in passato. Nella sfida che ha affrontato un anno fa qui in Australia, nessuno ha avuto il coraggio di esporsi per difenderlo. Si trovava in uno di quei momenti della vita in cui ti aspetti che le persone che si preoccupano davvero per te corrano in tua difesa. Allora ho sentito necessità di farlo, una necessità più impellente di qualsiasi altra cosa abbia fatto o detto in precedenza. Sono andato contro le parole che avevo pronunciato anni addietro e l’ho difeso di fronte al mio paese, cosa che non è stata facile nemmeno per me. Ho affrontato molte critiche, ma lui l’ha apprezzato e ne abbiamo parlato dopo. Sono cresciuto molto da quell’intervista che ho fatto. Non me ne pento di averlo difeso, è stata un’azione che ha reso il nostro rapporto davvero speciale“.