Ha la stessa età della Bouchard, ma pochi la considerano. Eppure Elina Svitolina l’ha giù battuta e possiede grandi ambizioni. Adesso punta su Parigi, dove ha già vinto…
Di Riccardo Bisti – 24 maggio 2014
Se Karolina Pliskova non si fosse messa in mezzo, il torneo WTA d Norimberga avrebbe ospitato il replay di una vecchia finale di Wimbledon. Junior, ma pur sempre Wimbledon. Eugenie Bouchard cercherà di ottenere il primo titolo in carriera, ma non dovrà affrontare Elina Svitolina, morbida ucraina che le sta dietro in classifica…ma ha già intascato due titoli (uno e mezzo, via…), ed è pure più giovane di lei. Delle bionda canadese sappiamo tutto, la WTA la sta promuovendo a più non posso e prega che diventi la numero 1. Alta, bella, bionda, spigliata…ha quello che serve per tenere in piedi il baraccone negli anni a venire. Ma c’è un’altra bionda che sta lentamente crescendo e promette una carriera altrettanto brillante. La 19enne di Odessa (è nata il 12 settembre 1994) ha iniziato a giocare a sei anni, spingendo i genitori ad acquistarle una racchetta. Tipica gelosia di chi vedeva tutto l’interesse sul fratello maggiore Yulian: pure lui ci stava provando col tennis. Ed era lui l’aspirante professionista. Era sempre in giro per l’Europa. Ma ben presto capirono che il vero talento, in famiglia, non era lui. Quando Elina aveva 13 anni, grazie a uno sponsor, si potè spostare a Kharkiv, una delle più importanti città ucraine, dove sorge una delle più grandi piazze del mondo. Ancora oggi risiede lì, anche se la federtennis del suo paese non aveva i mezzi per sostenerla. E così si è subito trasferita in Belgio, nell’accademia di Justine Henin. Risultato? Vittoria al Roland Garros junior a 15 anni, lo stesso torneo che oggi affronta da professionista, con la legittima speranza di andare avanti (anche se il tabellone le metterà contro Ana Ivanovic al secondo turno). Elina è stata anche numero 1 del mondo ITF…però gli occhi degli addetti ai lavori si sono concentrati su altre giocatrici: Sloane Stephens, Ashleigh Barty, la stessa Bouchard e le gemelle Pliskova. E lei, a sgobbare in silenzio. E' diventata professionista nel 2010 e ha subito iniziato a vincere. Ogni anno ha vinto almeno due titoli. Nel 2012, appena maggiorenne, ha vinto il WTA 125 di Pune, e lo scorso anno si è aggiudicata il primo WTA in carriera, nel deserto (in tutti i sensi…) di Baku.
LE ATTENZIONI DEGLI UCRAINI
“Vorrei entrare tra le prime 10, ma adesso devo pensare solo a lavorare duro e giocare meglio, torneo dopo torneo. Bisogna lottare e trovare il modo per vincere: nessuno ti regala nulla. Non mi piace fare paragoni con le altre giocatrici. Io mi concentro solo sul mio gioco e non penso alla classifica. Se hai fiducia e fai il tuo gioco, tutto verrà di conseguenza”. A differenza di altre giocatrici, ben più note di lei, Elina ha già intascato un titolo WTA. Sloane Stephens, Laura Robson e Madison Keys sono ancora al palo. La Bouchard avrà la chance di farcela proprio oggi, a Norimberga. Mentre le altre sono inseguite dalle multinazionali, la Svitolina ha accettato la scommessa di Ellesse, storico marchio italiano dal passato glorioso che oggi cerca di rinascere con lei e Tommy Haas. Pur essendosi allenata con la Henin, il suo idolo era Kim Clijsters. E non ha una superficie preferita. “Difficile a dirsi: ho vinto il Roland Garros junior, ma i miei titoli sono arrivati sul duro. E ho colto la finale a Wimbledon junior. Anche qui è soltanto una questione di fiducia”. Elina sta crescendo, settimana dopo settimana. E vanta già scalpi importanti: allo Us Open ha superato la Cibulkova, mentre a Melbourne si è imposta sulla Kuznetsova. A Indian Wells stava per battere la Ivanovic (quindi Parigi potrebbe significare vendetta…), mentre a Miami ha raggiunto gli ottavi e si è arresa soltanto alla Radwanska. La prima di servizio fa male, mentre la seconda è (molto) migliorabile. Ciò che deve migliorare, giorno dopo giorno, è la pazienza. A Norimberga ha mostrato di aver capito che non può cercare il vincente in ogni situazione. Adesso ha imparato a difendersi (anche se forse deve perdere qualche chilo…) ed è un’appassionata di Rihanna. “Anche se il mio grande rimpianto è non aver potuto assistere a un concerto di Michael Jackson”. Lei è tranquilla, silenziosa, passa quasi inosservata. In Ucraina hanno smesso di pensare alle sorelle Bondarenko e si sono concentrati sugli uomini: il talento di Dolgopolov, le avventure di Bubka e le imprese di Stakhovsky. Magari, un giorno, si accorgeranno di lei. E' talmente silenziosa che potrebbero farlo solo quando avrà una coppa in mano. Una coppa che conta.
Post correlati
Essere vulnerabili, e ammetterlo, è una grande risorsa
Vulnerabili lo siamo tutti, anche e soprattutto i tennisti, in un’epoca in cui la pressione per il risultato è...