ROLAND GARROS – Una dote inedita consente alla russa di superare un'ottima Bouchard. Per lei è la nona finale Slam. Ma la canadese conferma di avere qualità importanti.
Di Riccardo Bisti – 5 giugno 2014
Non è un mostro di simpatia, ma è sempre più ammirevole. Maria Sharapova continua ad essere forte e competitiva nonostante le mille distrazioni (e gli sponsor, e i dollari) extra-tennis. Forse non una delle più forti di tutti i tempi, ma sul piano mentale è già una delle più grandi. Lo ha dimostrato in un’intensa semifinale del Roland Garros, in cui ha centrato la terza finale di fila dopo quella del 2012 (vinta contro la Errani) e quella dell’anno scorso (KO con Serena Williams). Era favorita contro Eugenie Bouchard, ma sapeva che sarebbe stato un match complicato. Alla prova del campo, è stato complicatissimo. Maria ha dovuto dare fondo a tutta la sua classe e al carisma accumulato in 12 anni di professionismo per sigillare il 4-6 7-5 6-2 che le concede la nona finale Slam in carriera. Ad oggi ne ha vinte quattro. Meriterebbe la quinta per il gran coraggio mostrato contro la canadese, baby dal presente luminoso e dal futuro ancora più scintillante. Che avesse un gran carattere si era capito, ma il modo in cui ha ribattuto colpo su colpo alla Sharapova ha fatto impressione. E ha conquistato il pubblico dello Chatrier: nel finale erano tutti per lei, e non solo perché parla un’ottimo francese. Ma la Sharapova ha una qualità eccezionale: salvo quando affronta Serena Williams, si adatta a qualsiasi situazione. Ed è in grado di giocare un sorprendente umiltà. Un atteggiamento che stride con lo sguardo severo, la borsetta fashion, il completino curato nei minimi dettagli. Se deve lottare e sporcarsi le mani per ottenere l’agognato successo….tranquilli che lo farà.
ROVESCI D'ALTA SCUOLA
Ha capito subito che sarebbe stata dura. La Bouchard faceva subito gara di testa, prendendo un break al terzo game con un bel dritto anomalo. Masha aveva due chance per tornare in partita, ma la canadese si salvava con un gran rovescio al volo e saliva 4-2. La riscossa della Sharapova era nell’aria, così arrivava il 4-4. Ma la Bouchard dava l’impressione di sentirsi a suo agio: il break immediato la portava sul 5-4 e servizio. Stavolta, il break era sigillato da un super-rovescio incrociato. Il rovescio le veniva ancora in soccorso nel game successivo: la Sharapova aveva palla break, ma due vincenti consecutivi rovesciavano il game e spedivano Eugenie avanti di un set. Ma per la russa è ormai abituale perdere il primo. Nessuno si è sorpreso, infatti, quando è salita 2-0 nel secondo (pure lei con il rovescio lungolinea, come a dire; “Ehi, lo so tirare anch’io!”). Tuttavia, le stimmate da campionessa della Bouchard sono emerse tutte nel secondo set. Si è ripresa subito il break, rimontando da 30-0 e mostrandosi molto forte anche in difesa. La ragazza, tuttavia, ha pur sempre 20 anni. E il doppio fallo che regalava il 3-1 alla Sharapova era lì, a ricordarcelo. La Bouchard non è un mostro di tecnica: i suoi gesti sono costruiti, si vede una certa fluidità solo col rovescio. Ma le hanno insegnato a non arretrare mai. Come la Radwanska, è in grado di colpire abbassando le ginocchia fin quasi a toccare per terra. Ma sa anche essere aggressiva. Con questa intensità ha rimesso in sesto il secondo set fino al 5-5, ma la Sharapova era sempre più padrona della situazione, sempre più abituata alla sue trame. E ha prolungato la pugna fino al terzo set.
BOUCHARD, CHE ATTEGGIAMENTO!
A quel punto, neanche il più romantico dei cantastorie avrebbe scommesso un centesimo sulla canadese. Infatti il 6-2 finale era abbastanza scontato. Tuttavia, ci sono modi e modi per perdere. La Bouchard ha scelto il migliore, lottando fino all’ultima palla. Il break spacca-partita arrivava al quarto game (3-1 Sharapova) con un dritto al volo in rete. E’ stato il simbolo della partita, anche perché è stato l’unico momento in cui “Genie” ha dato segni di debolezza mentale. Ci ha provato fino all’ultimo: sul 4-2 è salita 15-30 sul servizio della Sharapova, ma lì Masha ha giocato i suoi migliori servizi del match. La resa era inevitabile, ma prima di arrendersi ha cancellato quattro matchpoint e soltanto una riga beffarda ha sancito la vittoria di Masha. La stretta di mano non è stata troppo cordiale, ma è stata “giusta”. Non c’era ostilità verso la Sharapova, ma tanta amarezza. Voleva vincere, ci credeva davvero. Ed è uscita dal campo quasi in preda alle lacrime. Si è chinata soltanto per recuperare un peluche che le era sfuggito di mano. Ha perso, ma in qualche modo ha vinto anche lei. Ma intanto gioisce la Sharapova, la cui capacità di restare a galla nelle situazioni difficili è diventata quasi mitologica. Bravissima. E poi, suvvia, qualche segno di umanità, anche nell’atteggiamento, ce l’ha fatto vedere anche lei. Crescendo, in fondo, ci si ammorbidisce.
ROLAND GARROS DONNE – SEMIFINALI
Maria Sharapova (RUS) b. Eugenie Bouchard (CAN) 4-6 7-5 6-2
Smona Halep (ROM) vs. Andrea Petkovic (GER)
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