WIMBLEDON – Lorenzi evita l’umiliazione contro Federer ed esce tra i sorrisi. KO Sara Errani: la romagnola lotta furiosamente contro Caroline Garcia, ma le “benedizioni” di Murray e Mauresmo iniziano a fare effetto…
Di Riccardo Bisti – 24 giugno 2014
Il sorteggio non aveva dato una mano. Sia Paolo Lorenzi che Sara Errani avevano ottime ragioni per lamentarsi dell’urna londinese. Oltre all’erba – superficie nemica – avevano avuto in dote avversari difficili, proibitivi nel caso di Lorenzi. Paradossalmente, è proprio il senese ad uscire dal campo con il sorriso sulle labbra. Ha preso una “stesa” da Roger Federer, ma ha comunque portato a casa cinque giochi e si è attirato le simpatie del pubblico. Il suo modo di stare in campo, così generoso e per nulla presuntuoso, è piaciuto alla folla del Campo 1. Non aveva mezza chance di mettere in difficoltà lo svizzero e si è arreso 6-1 6-1 6-3. Poteva fare qualcosa di più? Forse si, tenendo conto di alcune discese a rete un po’ all’avventura, nonchè alcune volèe affossate in rete quando nei tornei challenger aveva messo in mostra una discreta manualità. Ma un conto è giocarle contro Dutra Silva a Guadalajara, un conto è riprovarci contro Federer nel (secondo) tempio del tennis. Già, l’unico rimpianto di Paolo è forse il fatto di non aver giocato sul Centre Court. Ma le gerarchie hanno privilegiato Nadal, numero 1 del mondo. Insomma, nessun rimpianto e adesso di nuovo terra battuta, nella speranza di restare tra i top-100 e vincere ‘sta benedetta prima partita in uno Slam. Paolino ne ha giocati tredici senza mai passare un turno. Il record negativo appartiene al costaricano Juan Antonio “Juancho” Marin, che perse al primo turno in 17 occasioni. La volta in cui andò più vicino al successo fu contro Pete Sampras al Roland Garros 1998. Paolo merita questo benedetto successo, ma molto dipenderà dal sorteggio. Per dirla con Andrey Golubev, speriamo che peschi…il “paninaro del circolo”.
SARA LOTTA MA NON PASCOLA
Nessun sorriso e tanta rabbia per Sara Errani. La richiesta per il suo “Excalibur” era talmente grande che ne hanno anticipato l’uscita di una decina di giorni. Anche per questo, Sarita teneva a fare bene a Wimbledon, lo Slam più indigesto. Perché hai voglia a dire che l’erba è diversa, più lenta e giocabile. Tutto vero, ma certe cose sono immutabili. E chi serve maluccio come lei, nonostante gli accorgimenti delle ultime settimane, rischia sempre di fare brutte figure. Un paio d’anni fa subì un Golden Set contro la Shvedova, stavolta ha lottato come ha potuto, con tutte le energie, ma le braccia al cielo le ha alzate Caroline Garcia, 20enne francese che ha avuto bisogno di una lunga serie vincente per togliersi di dosso l’etichetta di “quella che Murray aveva menzionato su Twitter”. Vestivano uguale, Sara e Caroline, ma si vedeva lontano un miglio che la francese si trova meglio sull’erba. Buon servizio, ma soprattutto un gran dritto. La Errani gliel’aveva disinnescato per un paio di set, ma non è riuscita a chiudere. E lunedì sera, al calar delle tenebre, la Garcia si è aggiudicata con merito il tie-break. La pioggia sembrava salvifica perché ha concesso a Sarita una notte per riposare e riordinare le idee. Per il suo tennis dispendioso, lo stop sembrava proprio l’ideale. Invece la Garcia è scesa in campo ben decisa, attrice di un altro film.
MURRAY NEL DESTINO
Devastante con il dritto e attaccata con i denti a ogni punto, con una volèe bassa si è presa il break dell’1-0. C’è poi stato un game eterno con la Errani al servizio, con una dozzina di parità, in cui nessuna delle due riusciva a togliersi dalle caviglie i canini dell’altra. All’ennesimo tentativo, la francese saliva 3-0 e poi 4-0. Sembrava finita, ma la Errani non molla mai. Approfittando delle incertezze della transalpina, è salita 3-4 e poi ha agganciato addirittura il 5-5. In questi casi, di solito, vince la più esperta. Ma i limiti strutturali di Sarita sono emersi nell’undicesimo game, quando due doppi falli hanno consegnato alla Garcia il break poi risultato decisivo. La Errani non aveva grosse aspettative per questo torneo, ma dovrà ricominciare a vincere molto presto, magari a partire dal WTA di Bad Gastein, cui si è iscritta a causa della morte di Palermo. E comunque c’è ancora un doppio da giocare. Perdere con la Garcia non è un disonore. Picchia duro, spesso col dritto lasciava ferma Sarita. E l’impossibilità (teorica, perché qualcuno lo fa) di scivolare sull’erba ha reso più vulnerabile la sua difesa. Allenata da papà Paul Louis, la Garcia vanta una semifinale al torneo junior. Era il 2011 e perse da Irina Khromacheva, che oggi langue fuori dalle top-100 e ha giocato una finale di Fed Cup per grazia ricevuta. Adesso Caroline sembra pronta a un altro paragone. Guarda un po’, Murray c’entra anche stavolta: è nata a St Germain en Laye, stessa città di Amelie Mauresmo, sua capitana in Fed Cup e attuale allenatrice di Andy Murray. Da vera professionista, Amelie era nel suo angolo durante il match contro la Errani. “Sarebbe bello avere una carriera come quella della Mauresmo” disse in una vecchia intervista. Forse non è pronta per vincere Wimbledon, ma diventerà un’ottima giocatrice. E poi, chissà, magari le benedizioni porteranno fortuna, almeno per una volta…
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