Risultati altalenanti per gli azzurri in giro per il mondo: i “vecchietti” Seppi e Schiavone vincono due belle partite. La Knapp lotta ma perde, deludono Fognini e Giorgi.
Di Riccardo Bisti – 17 luglio 2014
Potremmo definirlo “usato sicuro”: promossi gli over 30, rimandati i 27enni e bocciata la più giovane. Si può riassumere così la giornata del tennis italiano, spalmata tra cemento turco, terra tedesca e mare svedese. Dovessimo dare un volto, un’immagine, una copertina…sarebbe quella di Francesca Schiavone. Nel deserto di Istanbul, in uno stadio bellissimo ma miseramente vuoto, abbiamo rivisto a tratti la Schiavone del Foro Italico, capace di mettere in fila Bouchard e Muguruza prima di difendersi con onore contro la Radwanska. Opposta a Bojana Jovanovski, ha giocato una partita interessante sul piano tecnico e molto buona su quello mentale. Anche se lei – giustamente – continua a porsi grandi obiettivi, sembra pacifico che la continuità sia solo un ricordo. A 34 anni non potrebbe essere diversamente, ma nella singola partita, magari anche in un torneo, la leonessa può ruggire. Contro la picchiatrice serba, 11 anni più giovane ma certamente meno brava di lei, interprete di un tennis monocorde, la Schiavone è stata perfetta fino al 6-1 3-1. Poi la partita è entrata in bagarre, sono fioccati i break, ma Francesca ha mostrato la classe nel momento opportuno. Quando è andata a servire per il match sul 5-4, ha dovuto fronteggiare una palla break che avrebbe potuto essere molto pericolosa. Cancellata con un ace. E poi un altro ace. Al terzo matchpoint, Francesca ha centrato i quarti e rideva, contenta, forte di una serenità non sempre avuta nel corso della carriera. Adesso troverà Kristina Mladenovic, ancora più giovane della Jovanovski. Ma le sfide generazionali non le fanno certo paura.
SEPPI OK. FOGNINI, RIPRENDITI!
Fa strano definire “vecchietto” Andreas Seppi, eppure anche lui è entrato negli “enta”. L’esordio al torneo di Amburgo non era semplice, poiché l’avversario si chiamava Juan Monaco. Avversario in crisi ma che in questo torneo ha memorie eccezionali, avendolo vinto nel 2012. Quel successo lo fece entrare tra i top-10. Ma i ricordi di Andreas sono stati ancora più forti: nel 2008, quando era ancora un Masters 1000, giunse in semifinale, unico “intruso” tra Federer, Nadal e Djokvovic. In una partita tra mille alti e bassi, certificati dal punteggio finale (1-6 6-0 7-6), Seppi ha centrato un importante piazzamento negli ottavi. Ci voleva: la sinusite gli ha rovinato la stagione su erba, dove avrebbe potuto fare ottime cose. Adesso c'è una sfida affascinante (perché possibile) contro David Ferrer. Lo spagnolo è accreditato della prima testa di serie, ma sta vivendo il momento più difficile degli ultimi anni. A Bastad ha perso una brutta partita contro Berlocq, ed anche ad Amburgo non ha esaltato nel primo match contro Kukushkin. La delusione di giornata è arrivata da Fabio Fognini, sconfitto nettamente da Filip Krajinovic in una partita strana, sicuramente negativa. Al serbo, ex grande promessa (Nick Bollettieri lo aveva paragonato ad Andre Agassi, ma “più bravo a rete”), sono bastati 55 minuti per imporsi 6-4 6-0. C’è stata partita nel primo set, con Fognini capace di recuperare un break (da 2-5 a 4-5), ma incapace di tenere il servizio nel momento opportuno. Nel secondo è uscito dal campo, prima mentalmente e poi tecnicamente. Basti pensare che ha perso 18 degli ultimi 19 punti. La classifica peggiorerà: scenderà al numero 20 ATP, forse anche al 22 se Dolgopolov e Kohlschreiber dovessero ottenere buoni risultati. Ma adesso, più che i numeri, è importante ritrovare lo splendido tennis di inizio anno che ha avuto il culmine in Coppa Davis ma si è lentamente spento, sia pure con qualche sprazzo di qualità. Fabio non è sereno, lo ha mostrato con qualche atteggiamento sopra le righe. La prima cosa da fare è ritrovare se stesso. A quel punto, i risultati torneranno ad essere positivi.
KARIN LOTTA, CAMILA KO ALLA DISTANZA
Non è certo bocciata Karin Knapp, che a Istanbul ha giocato un ottimo primo set contro Caroline Wozniacki. La danese era data in ottima forma in virtù del double-bagel rifilato alla Bencic, eppure l’azzurra l’ha fatta soffrire parecchio prima di finire la benzina. “Mi ha obbligata a una bella battaglia – ha detto la Wozniacki dopo il 4-6 6-2 6-1 finale – ha lottato e servito molto bene. Avevo poca energia, ma ho trovato un modo per venirne fuori”. Anche se il risultato è negativo, questa partita può dare la giusta carica alla Knapp dopo un periodo pieno di sconfitte che l’hanno fatta scendere al numero 67 WTA. E’ certamente bocciata, almeno per questa settimana, Camila Giorgi. Le eliminazioni eccellenti avevano reso molto appetibile il tabellone di Bastad, invece l’italoargentina (n. 3 del draw) ha ceduto alla qualificata Gabriela Dabrowski, numero 236 WTA e di qualche mese più giovane di lei. La chiave di questa partita, chiusa col punteggio di 3-6 6-3 6-2, è stata il servizio. Con 13 doppi falli e una percentuale di trasformazione del 38% con la seconda non è facile vincere, nemmeno se hai un gioco esplosivo come Camila. Le ultime tre sconfitte (Riske, Rogers e Dabrowski) segnano un passo indietro, ma non cancellano quanto di buono fatto nei primi mesi dell’anno. Adesso arriva il cemento, superficie dove si trova certamente meglio. Con un posto tra le top-40, potrà giocare ogni torneo senza l’assillo delle qualificazioni, ma a New York avrà la pressione di dover difendere gli ottavi dello scorso anno. Di certo, la terra battuta è la superficie meno adatta al suo tennis-flipper. La rivedrà soltanto l'anno prossimo: siamo convinti che non le dispiaccia neanche un po'.
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