Le vincitrici delle ultime due edizioni, Elina Svitolina e Bojana Jovanovski, si giocheranno il titolo WTA a Baku. La Schiavone si arrende all'ucraina dopo un ottimo primo set, nella prima semifinale da Seul 2013.

Di Alessandro Mastroluca – 26 luglio 2014



E l'eco rispose. Nella sconfortante cornice policroma di sedie vuote del centrale di Baku, rimbombano i vocalizzi che accompagnano ogni colpo di Francesca Schiavone. I pochi tifosi, che sembrano ancor meno in un'enorme cattedrale nel deserto, omaggio ai petrodollari dell'Azerbaijan che hanno attratto anche la Formula 1 (qui si correrà un nuovo GP dal 2016), applaudono le soluzioni estrose dell'azzurra. Ma alla fine devono applaudire Elina Svitolina, testa di serie numero 5, che chiude in rimonta 3-6 6-1 6-4 e conferma il suo legame speciale con questo torneo (un International da 250 mila dollari di montepremi). L'anno scorso diventò l'unica teenager a conquistare un titolo WTA, ha sconfitto Shahar Peer ed è entrata per la prima volta in top-50. Da allora non ha più giocato una finale. Domani tenterà il bis nella sfida tra le due ultime campionesse del torneo. Bojana Jovanovski (vincitrice nel 2012) ha battuto Stefanie Voegele ed è ora a un solo step dal quarto titolo WTA in altrettante finali giocate. Schiavone, che non giocava una semifinale da Seul 2013, quando perse 7-6 7-6 da Pavlyuchenkova mancando tre set point in un primo tiebreak maratona finito 13-11, ha dimostrato solo a tratti di poter raggiungere la 18esima finale in carriera, ma ha pagato il difetto di continuità con la sconfitta numero 17 in semifinale: con un bilancio così (17-17), buon per lei che non creda al potere dei numeri di influenzare la sorte.
 
INIZIO PROMETTENTE
È un match di alti e bassi, specchio di una stagione altalenante per entrambe. Schiavone arriva da numero 75 del mondo, la sua peggior classifica da una decina d'anni a questa parte; ha iniziato la stagione perdendo 7 partite di fila, non ha difeso il titolo a Marrakech, sconfitta da un'altra giovane in rampa di lancio, Maria-Teresa Torro-Flor (n.246), ma a Roma ha ritrovato la luce dei giorni migliori contro Bouchard e Muguruza. La canadese è anche una delle tre top-20 che Svitolina ha battuto quest'anno, come Roberta Vinci e Svetlana Kuznetsova. L'ucraina, però, ha anche perso da due teenager più giovani e peggio classificate, Belinda Bencic e Ana Konjuh, a Charleston e Istanbul. È di Schiavone il primo break (4-2), subito restituito però a 15 con un drop innocuo e facile da leggere su cui Svitolina arriva senza difficoltà. L'azzurra però estrae il meglio dal suo tennis nella parte finale del set, alza le traiettorie dei colpi a rimbalzo con uno spin che mette in difficoltà Svitolina, più a suo agio quando ha una palla pesante da spingere. Francesca fa di pazienza virtù fino a liberare il dritto dal centro sulla riga per il 5-3 e chiude il set con un punto che racchiude grinta in difesa e qualità in attacco, con lo smash a campo aperto a suggellare il 6-3. È il primo set che Svitolina cede nel torneo.
 
SENZA BENZINA NEL FINALE
Da qui, però, comincia un'altra partita. Francesca tiene a zero il primo turno di battuta, ma subisce il ritorno di Svitolina che inizia a comandare gli scambi, a muovere il gioco col dritto dal centro e accorciare gli scambi. Sale anche la resa al servizio, particolarmente incisivo nelle traiettorie piatte da sinistra. Si spiega così il parziale di 5 giochi consecutivi e di 20 punti a 7 che porta il match al terzo. Mancata una palla game (40-30), sorpresa dall'attacco incrociato dell'ucraina, Schiavone finisce per perdere il servizio al terzo gioco con due errori di dritto. Manca poi quattro palle break in un lottatissimo quarto game, il più lungo del match, in cui Svitolina è anche aiutata dal nastro, chiuso ancora con due gratuiti dell'azzurra, prima di rovescio poi con uno sventaglio di dritto troppo stretto. Ma la Leonessa non si è guadagnata questo soprannome per caso, costringe Svitolina all'errore sulla palla break che vale il 3-3 e certifica il sorpasso sul 4-3 con il primo ace del match. Ma l'azzurra, che più volte ha protestato con la giudice di sedia (non c’era occhio di falco), arriva allo sprint finale con meno energie nervose e fisiche. Ne sono la prova i due drop affossati a rete nel game che manda Svitolina a servire sul 5-4. E sceglie il momento del match point per stampare il primo ace della partita. Una chiusura speciale per un torneo speciale.