Clamoroso: con Nadal ai box e Djokovic in crisi, lo svizzero può tornare in lizza per chiudere l’anno al numero 1 ATP. L’inerzia è a suo favore, la matematica gli dà speranze. Diventerebbe il più anziano a riuscirci.
Di Riccardo Bisti – 15 agosto 2014
Follia? Forse. Impresa (molto) difficile? Certamente. Tuttavia, dopo dopo una giornata del genere, è legittimo pensarci. E se Roger Federer chiudesse la stagione al numero 1 ATP? Da qualche tempo, lo svizzero non è più considerato competitivo per la leadership mondiale. Sembrava buono per le vittorie di tappa, meno i grandi giri. Ma oggi è cambiato tutto. Federer ha vinto più partite di tutti nel 2014, giocando ben sette finali (anche se ne ha vinte solo due), e il momento storico è tutto a suo favore. Con la vittoria su Gael Monfils, battuto 6-4 4-6 6-3 nella notturna di giovedì, si è spinto nei quarti di Cincinnati e punta a vincere un torneo già arpionato cinque volte. Proprio a Cincinnati, nel 2012, si è aggiudicato il suo ultimo Masters 1000. Attualmente numero 3 ATP, Roger è meno lontano di quanto sembri dal numero 1. Se osserviamo la “Race to London”, classifica che tiene conto dei soli risultati nel 2014, è terzo ad “appena” 2.090 punti da Novak Djokovic. Tanti…ma non troppi. E l’inerzia è tutta a suo favore. Rafael Nadal è fermo da Wimbledon e la sua partecipazione allo Us Open è tutt’altro che certa. Se anche dovesse andare a New York, difficilmente sarà tra i favoriti. E dopo New York, arriverà una fase della stagione in cui lo svizzero ha sempre giocato meglio di lui. E il sorpasso potrebbe essere fattibile (in questo momento, Nadal ha raccolto 6645 punti nel 2014 contro i 5340 di Federer).
LO SCIVOLONE DI DJOKOVIC
Lassù c’è Novak Djokovic. Il serbo, l’uomo che non sbagliava mai, è diventato un caso. A Toronto aveva preso un terribile 6-2 6-2 da Tsonga. Per sminuire la sconfitta si diceva che “sarà sballottato dal matrimonio, si sarà distratto, poi Tsonga ha vinto il torneo…”. Ma sarà ben difficile snobbare il 7-6 7-5 patito da Tommy Robredo, in cui ha avuto percentuali letteralmente disastrose. Lo spagnolo è un campione. A modo suo, un fenomeno. Ma tra i due dovrebbe esserci un divario abissale. Invece Nole era un fantasma, incapace di pungere, pessimo al servizio (ha raccolto appena il 29% con la seconda palla) e disastroso in risposta. Il 7-6 7-5 finale è sin troppo generoso. Nel primo set, Robredo ha sciupato tre setpoint consecutivi nel tie-break, ma è ugualmente riuscito a chiudere. Nel secondo, sul 4-5, Nole ha ricucito il game dopo aver annullato due matchpoint. In altri tempi sarebbe stato l’inizio della riscossa, invece è arrivata una batosta. Si presenterà allo Us Open con appena quattro match sul cemento e due sconfitte ammazza-fiducia. Non troppo meglio di Nadal, che almeno non si è visto abbattere il morale. “In queste due settimane nulla ha funzionato per il verso giusto – ha detto Nole – non sono nemmeno vicino al livello che avrei dovuto tenere”. E’ facile collegare le difficoltà al recente matrimonio, ma lui respinge la tesi. “Niente affatto. Anzi, in questo periodo mi sono allenato addirittura più del solito”. Allora perchè gioca così male? Escludendo vicende fisiche e tecniche (e nemmeno di coach: a Toronto c’era Vajda, a Cincinnati Becker), forse c’è un pizzico di distrazione dovuto alla vita privata e all’imminente paternità. Facendo le debite proporzioni, successe qualcosa del genere anche al nostro Renzo Furlan. “Rimanendo focalizzato al 100% ho dato il meglio di me – ci ha raccontato – mi è bastato cedere di un millimetro, pur restando molto serio, e il rendimento è improvvisamente calato. Il 90% non bastava”. Curiosamente, accadde proprio quando Renzo aveva 27 anni, stessa età di Djokovic. E’ troppo presto per parlare di crisi, figurarsi di declino. Ma non c’è dubbio che il serbo si presenterà allo Us Open senza grande fiducia.
LENDL E AGASSI NEL MIRINO?
E allora il “vecchio” Federer potrebbe approfittarne. Nella notte dell’Ohio, ha continuato ad attaccare a volontà. Contro il funambolo Monfils è sceso a rete 44 volte, raccogliendo 26 punti. Ha giocato bene, non benissimo, ma non ha mai rischiato di perdere. L’attenzione con cui ha sempre curato il fisico gli sta tornando utile. Non è esplosivo come un tempo, forse impiega di più a recuperare, ma è sempre in forma. E Cincinnati potrebbe segnare un clamoroso rientro nella lotta per il numero 1. La strada è ancora lunga, perchè l’avversario nei quarti si chiama Andy Murray (scampato per un pelo ai missili di John Isner), ma il sesto successo nell’Ohio non è impossibile. Dovesse farcela, il distacco da Djokovic si ridurrebbe ad “appena” 1.270 punti (7.430 contro 6.160). Con lo Us Open da giocare, più due Masters 1000 (Shanghai sembra più favorevole a Djokovic, Parigi Bercy a Federer) e le ATP World Tour Finals, Roger potrebbe avrebbe ottime carte da giocare. Lo svizzero ha perso il trono il 5 novembre 2012, proprio a favore di Novak Djokovic. Fino a ieri, nessuno ipotizzava un quarto step in vetta alle classifiche mondiali dopo quelli del 2004-2008, 2009-2010 e 2012. Federer è il giocatore ad aver trascorso più settimane al numero 1. E pensare che si era fermato a 285, a una sola lunghezza da Pete Sampras. Nel 2012, con il successo a Wimbledon, lo ha superato e ha sfondato il muro delle 300 settimane. Sembrava aver dato tutto. Adesso, forse, il pensiero può riemergere. E potrebbero esserci un paio di record all’orizzonte: può diventare il più anziano a chiudere la stagione al numero 1 (il record appartiene a Ivan Lendl, con 29 anni e 299 giorni) nonchè il più anziano in assoluto (Andre Agassi, 33 anni e 131 giorni). Dovesse centrare questa (clamorosa) impresa, li batterebbe entrambi. Sarebbe l’apoteosi, il tripudio, l’esaltazione massima. E’ difficile, ma quello che due mesi fa sembrava impossibile, oggi è soltanto improbabile. E tra qualche settimana…chissà.
ATP RACE 2014 (*)
1 – Novak Djokovic 7430
2 – Rafael Nadal 6645
3 – Roger Federer 5340
4 – Stan Wawrinka 4365
5 – Grigor Dimitrov 3155
6 – Tomas Berdych 3150
7 – Milos Raonic 3065
8 – David Ferrer 3025
9 – Andy Murray 2795
10 – Kei Nishikori 2475
(*) Aggiornata dopo gli ottavi di Cincinnati
MASTERS 1000 CINCINNATI – Ottavi di Finale
Tommy Robredo (SPA) b. Novak Djokovic (SRB) 7-6 7-5
David Ferrer (SPA) b. Mikhail Youzhny (RUS) 7-5 6-0
Julien Benneteau (FRA) b. Jerzy Janowicz (POL) 7-5 6-1
Stan Wawrinka (SUI) b. Marin Cilic (CRO) 3-6 6-0 6-1
Milos Raonic (CAN) b. Steve Johnson (USA) 6-7 6-3 7-6
Fabio Fognini (ITA) b. Yen Hsun Lu (TPE) 3-6 6-3 6-3
Andy Murray (GBR) b. John Isner (USA) 6-7 6-4 7-6
Roger Federer (SUI) b. Gael Monfils (FRA) 6-4 4-6 6-3
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