La Giorgi perde in due set dalla Rybarikova e fallisce il sorpasso ai danni di Roberta Vinci, nonchè l'ingresso tra le top-30. Commette troppi errori e conferma la tendenza a faticare con le giocatrici meno blasonate.

Di Cosimo Mongelli – 23 agosto 2014

 
Sin dalle prime battute la sensazione è che Camila Giorgi avverta la tensione. Dopo una settimana passata a prendere a pallate avversarie più forti, quest'oggi, contro una giocatrice ampiamente alla sua portata, ha l'opportunità di centrare la seconda finale in carriera, la prima in un torneo di una certa rilevanza, nonchè di entrare tra le prime 30 WTA e di diventare terza giocatrice italiana superando Roberta Vinci. Ma Magdalena non ha affatto a cuore tutto questo e inizia subito aggredendo. Camila non è mai stata incline, in questi primi passi sul circuito, alle mezze misure. Sia riguardo il servizio che i vincenti/errori gratuiti. E non sempre capitano le giornate in cui ogni pallina sfiora la riga. E stavolta non gira troppo bene. Il break arriva subito, in apertura. Fa tutto l'italiana, quasi sorpresa da Magdalena, subito coi piedi entro al campo, subito col piglio di chi ha in serbo la tattica giusta. Quello che sarà il leit motiv si palesa tre game più tardi. Magdalena serve male, malissimo e sulle seconde palle Camila ci va a nozze. 0-40 e tre palle per recuperare il maltolto. La slovacca non demorde e, senza scomporsi, annulla superbamente queste e le due successive concesse. Break sbagliato, altro break subito. Camila continua a sentire poco la palla e a regalare quindici. E la differenza sta che l'avversaria non ha pietà alcuna a concretizzare le varie opportunità. Il 4 a 1 è cosa facile e il set è in cassaforte. Immancabile ecco giungere papà Sergio al capezzale della figliola, prodigo di consigli e incoraggiamenti. Camila annuisce senza troppa convinzione e torna in campo ancora in balia dell'avversaria e soprattutto di se stessa. Sull'1 a 5 annulla un primo set point, concesso con un doppio fallo, ma la sentenza è solo rimandata. Magdalena serve, impassibile, e chiude il parziale per 6 a 2. Tutto troppo facile e veloce, per la slovacca. Contro un'avversaria che ancora non è scesa in campo.
 
DUE ERRORI GRATUITI A GAME
Nel secondo set la musica non cambia, anzi. I primi quattro game sono tanto equilibrati quanto illusori. Sul 2 pari Camila sciorina il peggio del suo repertorio: due doppi falli e due errori di dritto. Mai break è stato tanto facile. Magdalena ringrazia e mette più di un'ipoteca sul match. La prima finale nel 2014, prima a livello Premier, è vicinissima. Come nel primo set, Camila ha l'opportunità di riportare tutto in parità. E anche questa volta la slovacca annulla tutte le occasioni concesse. Sono sei le palle break (undici in totale) non concretizzate, l'ultima delle sul 4 a 5 , proprio mentre Magdalena serve per il match. Brava, bravissima la slovacca a tirar fuori, nei momenti critici, i conigli dal cilindro. E il terzo matchpoint è quello buono. Vittoria meritata, al di là di quel che possono raccontare le statistiche. I 33 errori gratuiti di Camila (contro 9) sono indicativi fino ad un certo punto. Certo, l'azzurra ha gettato troppe occasioni alle ortiche. Ma, nei momenti salienti, Magadalena non è rimasta lungo il fiume ad aspettare il regalo dell'avversaria. Tirando fuori il meglio dal servizio e sbagliando pochissimo o quasi. La Giorgi ha comunque giocato un ottimo torneo, regalando sprazzi di ottimo tennis almeno fino ai quarti di finale. Anche se rimane il rammarico per aver fallito la prova sulla carta più facile. Il confine che separa una buona giocatrice da una campionessa sta proprio da questi piccoli particolari. Ma ci sarà tempo di discuterne con papà Sergio.