US OPEN – La WTA presenta il progetto di una competizione a squadre con otto top-team. “Non sarebbe alternativa alla Fed Cup”. Se tutto va bene, si parte nel 2017. Ma la formula presentata ha una falla…
Di Riccardo Bisti – 28 agosto 2014
L’eliminazione di Agnieszka Radwanska è stata l'unica vera sorpresa di una giornata un po’ sonnolenta. Certo, gli americani si domandano come Sloane Stephens abbia fatto a perdere contro la svedese Johanna Larsson, ma le avvisaglie di una stagione fallimentare c’erano tutte. E così, con il torneo che scivola via lentamente in virtù del format più lungo rispetto agli altri Slam, non si è ancora spenta la eco per l’idea shock lanciata dalla WTA, direttamente dalla vulcanica Stacey Allaster: una Coppa del Mondo per nazioni. La manager canadese avrà i suoi difetti, ma di certo non le manca spirito d'iniziativa. Vive il suo ruolo come una missione, consapevole che il tennis in gonnella ha bisogno di linfa continua per restare al passo con gli uomini…e giustificare la parità dei montepremi. Mrs. Allaster ha presentato un’idea covata sin da quando WTA e ITF non hanno rinnovato l’accordo per la Fed Cup. A parte la settimana dedicata al primo turno, in cui mancano tornei individuali, la WTA si sente libera di programmare a piacimento. E ha tenuto fede alle promesse. Nella settimane delle semifinali (la terza di aprile) si gioca il piccolo torneo di Kuala Lumpur. Fino all’anno scorso, poi, hanno collocato il Tournament of Champions (il Masters B di Sofia) nella stessa settimana della finale di Fed Cup. Anche per questo, la Russia si è presentata a Cagliari con una squadra più che mediocre. Vista l’assenza di dialogo, l’ITF ha fatto un passo indietro e tardato di una settimana la finale di Fed Cup per evitare la contemporaneità. Forte dello schiaffo morale, la WTA vuole di più: organizzare una Coppa del Mondo, da giocarsi in sede unica, con otto squadre, della durata di una settimana. Idea affascinante, maturata dopo che l’ITF aveva sostanzialmente ignorato le proposte WTA di modifica della Fed Cup.
UNA COMPETIZIONE UFFICIALE
Le prime sette squadre sarebbero stabilite in base al ranking della numero 1 di ciascuna nazione, più un team wild card a discrezione del paese organizzatore. Ogni squadra sarebbe composta da due giocatrici (la n. 1 e la n. 2), con una terza come riserva. L’eventuale nascita del progetto non è immediata: se tutto va bene, si partirà nel 2017. Prima di rendere pubblica l’idea, la WTA ha svolto un’indagine di mercato da cui è emerso un concetto: l’evento deve essere ufficiale, valido per la classifica mondiale. Niente esibizioni, niente pagliacciate. Tennis vero. “Le parti in causa, possibili città ospitanti, sponsor e TV, vogliono il meglio del meglio. Possiamo pensare alla formula del no-ad e alcuni elementi di spettacolarizzazione, ma deve essere chiaro che sarà vero tennis. Solo così si potranno investire milioni di dollari”. L’eventuale nascita della World Cup sarebbe un duro colpo alla Fed Cup, manifestazione ben più attaccabile della storica Coppa Davis. Per quanto l’ITF provi a darle la stessa dignità, non ha la stessa tradizione (è nata nel 1963, la Davis nel 1900) e ha cambiato formula più volte, in una costante ricerca d’identità. Negli ultimi anni, dopo che i rapporti tra WTA e ITF sono peggiorati, la Federazione Internazionale ha deciso di aumentare il numero minimo di presenze in Fed Cup per partecipare al torneo olimpico. La Allaster ha detto che il nuovo evento non avrà alcun impatto sulla Fed Cup. Chissà cosa ne pensa Juan Margets, braccio destro di Francesco Ricci Bitti in seno all’ITF (ne è vicepresidente), ma anche membro del Consiglio d’Amministrazione WTA. Forse i dirigenti la vedono così (anche Kris Dent, responsabile dell’area professionistica ITF, ha detto che vedrebbe una certa complementarità tra gli eventi), ma è chiaro che appassionati e giocatrici la pensano diversamente. Di certo, l’eventuale Coppa del Mondo WTA sarebbe più forte della defunta World Team Cup ATP, 35 anni di storia naufragati un paio d’anni fa. L’evento si giocava a Dusseldorf, prima di Roland Garros, ed era considerato un allenamento agonistico in vista di Parigi. In preda alla crisi economica, l’hanno sostituito con un ATP 250.
WTA IN CERCA DI BUSINESS
L’ITF non sta con le mani in mano. In questi mesi, lo stesso Kris Dent sta effettuando una revisione strategica di Davis e Fed Cup, e presenterà i risultati ai suoi superiori entro l’anno. E' dunque possibile che cambi qualcosa. La ricerca condotta dalla WTA si è focalizzata su 5.000 interviste tra appassionati e non. Tra loro, anche potenziali sponsor e aziende. Risultati? Gli appassionati vogliono un legame ancora più profondo con le giocatrici e più tennis in TV. Il dato più interessante, tuttavia, riguarda la fame di nuovi eventi. “Il 70% di potenziali partner si è detto interessato alla Coppa del Mondo. E il 94% voleva che fosse annuale e su base pluriennale”. Da quando è scaduto il contratto con Sony Ericsson, ormai quattro anni fa, la WTA non ha più un title sponsor. La sua salute economica dipende soprattutto dai WTA Championships di fine anno. Dopo diverse edizioni in medio-oriente, tra Doha e Istanbul, quest’anno andranno ancora più a est con un maxi-evento a Singapore, la cui campagna di marketing è scattata mesi fa e coinvolge sia le giocatrici del presente che quelle del passato. Pare che Singapore abbia garantito 70 milioni di dollari per un accordo di cinque anni. La Allaster non si è nascosta: “Uno degli obiettivi del progetto è garantire nuove fonti di reddito”. Non si è ancora parlato della possibile collocazione in calendario. Inserire un nuovo evento nel periodo di off-season sarebbe troppo, anche perchè quest’anno nascerà l’International Premier Tennis League, pomposa manifestazione asiatica piena di soldi, ambizioni…e confusione.
UNA FORMULA PERICOLOSA
La Allaster ha ricordato i vecchi colloqui con l’ITF, quando propose invano alcuni cambiamenti per la Fed Cup. “Ho capito cosa è meglio per la WTA. Sono convinta che un evento del genere, racchiuso in una settimana, sarebbe il top per le nostre associate e per lo sport”. L’idea è stata già presentata alle giocatrici, raccogliendo pareri contrastanti. In linea generale, le più giovani sono entusiaste. Meno appoggio dalle giocatrici d’esperienza. Dopo tante battaglie per accorciare il calendario (e ci sono riuscite meglio dei colleghi maschi), non vedono di buon occhio la nascita di un nuovo evento (anche se non coinvolgerebbe troppe tenniste). Se davvero la formula della World Cup fosse confermata, e le migliori aderissero, per la Fed Cup sarebbe un colpo durissimo. Tuttavia, ci pare che la formula proposta abbia una notevole falla. Qui sotto, le potenziali otto formazioni in un’ipotetica Coppa del Mondo con le classifiche WTA di oggi.
STATI UNITI: Serena Williams / Venus Williams
ROMANIA: Simona Halep / Irina Camelia Begu
CINA: Na Li / Shuai Zhang
REPUBBLICA CECA: Petra Kvitova / Lucie Safarova
POLONIA: Agnieszka Radwanska / Katarzyna Piter
RUSSIA: Maria Sharapova / Ekaterina Makarova
GERMANIA: Angelique Kerber / Andrea Petkovic
CANADA: Eugenie Bouchard / Aleksandra Wozniak
Incredibile ma vero: salvo wild card sarebbe esclusa l’Italia dei record, il paese che ha vinto quattro Fed Cup negli ultimi otto anni. Oltre a noi, rimarrebbero fuori anche la Serbia di Ivanovic e Jankovic, nonchè la Slovacchia di Cibulkova, senza contare paesi importanti come Spagna, Francia e Australia. Se mai l’idea dovesse andare in porto, la WTA dovrebbe riconsiderare i criteri di ammissione: basarsi solo sulla numero 1 di ogni paese rischia di presentare squadre squilibrate e la presenza di giocatori di medio-basso livello (oggi giocherebbero Zhang, Piter, Wozniak, Begu al posto di Errani, Ivanovic, Pennetta, Suarez Navarro, Azarenka, Stosur…). Sarebbe meglio valutare le eventuali formazioni in base alla media ranking delle prime due (o tre) giocatrici. In quel caso, davvero, la Coppa del Mondo potrebbe essere un’alternativa interessante e non un clamoroso boomerang.
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